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US Open - Berrettini, Sinner, Fognini, Sonego, Giorgi & co: il focus sui 14 italiani al via allo US Open 2021

Simone Eterno

Aggiornato 27/08/2021 alle 11:20 GMT+2

US OPEN - Da un Berrettini al rientro a un Sinner da cui ci si può attendere tutto e il contrario di tutto. Dalle ambizioni di Camila Giorgi alla grinta di Lorenzo Sonego. Dopo il sorteggio, ecco il focus sui 14 italiani presenti in tabellone allo US Open 2021: il momento, le aspettative e gli avversari.

US Open 2021

Credit Foto Eurosport

Sono ben 14 gli italiani presenti nel main draw dello US Open 2021: 10 nel tabellone maschile, 4 nel femminile. In attesa di capire se anche Federica Di Sarra riuscirà a 31 anni a levarsi la prima enorme soddisfazione della carriera, qui dedichiamo qualche riga di analisi a ogni singolo rappresentante della racchetta azzurra. Come arrivano i nostri tennisti, quali sono stati i risultati recenti e cosa aspettarsi da loro a Flushing Meadows.

Matteo Berrettini

Il momento non è certo il più positivo. Matteo ha, per la seconda volta nella stagione, dovuto gestire guai fisici piuttosto seri. E’ successo dopo l’Australian Open e di nuovo successivamente alla finale di Wimbledon. Il rientro non è stato semplice e a Cincinnati il n°1 d’Italia ha faticato per battere Albert Ramos prima di arrendersi piuttosto nettamente all’amico Auger-Aliassime. Qualche incognita fisica dunque resta prima dell’inizio di questo torneo, che probabilmente non arriva per lui nel momento migliore. Dovesse però ritrovare buone sensazioni quel quarto di finale con Djokovic può diventare l’obiettivo.
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Jannik Sinner

Anche su Sinner il discorso piuttosto nebuloso. Ha vissuto un’estate complicata, con quelle famose 4 sconfitte consecutive da Parigi ad Atalanta che mai aveva registrato a nessun livello della carriera, neanche ITF. Poi però ha vinto Washington, dimostrando il suo livello. Prendiamo dunque in prestito le parole del collega Jacopo Lo Monaco, che in una puntata di Schiaffo al Volo (il Podcast di Eurosport sul tennis) si è così espresso: “in questo momento da Sinner mi aspetto di tutto. Può vincere tornei, ma anche perdere al primo turno”. A tal proposito: partirà con Purcell, l’uomo con cui giocò il primo match in uno slam.
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Jannik Sinner festeggia il titolo all'ATP 500 di Washington (2021)

Credit Foto Getty Images

Lorenzo Sonego

Sembrava avesse perso un po’ di fiducia il guerriero Sonego, con due sconfitte tra Olimpiadi e Canada per mano di Basilashvili e Humbert – per altro avversari assolutamente validi. A Cincinnati però si è rivisto lo spirito giusto; e Sonego si è arreso lottando solo a Tsitsipas che ha dovuto sudare per 2 ore e 30, farsi un paio di pause delle sue e vincere 6-4 al 3° set. Insomma, probabilmente non ha ancora ritrovato il livello visto agli Internazionali d’Italia, ma lo spirito sì. E per lui questo è fondamentale.
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Fabio Fognini

La sua non è stata un’estate semplice dal punto di vista dei risultati, ma in qualche modo Fabio è riuscito ancora a tenersi un posto come testa di serie. Consapevole che la pressione ormai è altrove Fognini può giocare più libero. Quanto sia un bene, questo, poi, è tutto da vedere. Alle Olimpiadi però ha giocato bene, spaventando persino Medvedev. In Canada si è arreso a Rublev, che ci può stare. Ecco, decisamente meno brillante è stato il match con Pella a Cincinnati, dove ha sbagliato davvero troppo. Ogni pronostico con il ligure è un esercizio di pura fantasia. Intanto il primo turno non è per nulla semplice: c’è Pospisil.

Lorenzo Musetti

Sei sconfitte consecutive da quell’exploit a Parigi sono un fattore che non si può negare. E infatti anche lo stesso Lorenzo lo sa, come visto da alcune sue dichiarazioni. E’ parso proprio in confusione nelle scelte, nel suo tennis. A New York arriva con la fiducia a zero e reduce da un brutto momento. Chissà che l’aria di uno slam e il pubblico sugli spalti non possano esaltarlo, magari insieme al ricordo di quella finale junior vinta all’Australian Open da cui ripartirà: dall’altra parte dalla rete infatti c’è Emilio Nava. I risultati delle ultime settimane però parlano chiaro: è in difficoltà. E a 19 anni, dopo quello che ha fatto, ci può assolutamente stare.
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Gianluca Mager

Il cemento tendenzialmente non è affar suo. A Cincinnati ci ha provato partendo dalle quali ma ha perso subito con Berankis. A Winston-Salem ha vinto in 2 set, ma non senza fatiche, col 276 del mondo Wu, prima di arrendersi a Struff. Onestamente è difficile pensare di poter mettere qualche fiche su Mager a New York. In dote dal sorteggio c’è Thompson. Difficile.

Marco Cecchinato

Fino a settimana scorsa ha scelto di rimanere il più possibile sulla sua amata terra, superficie su cui di fatto giocata praticamente ininterrottamente dallo scorso 22 febbraio a Cordoba. Dopo l’Australian Open infatti la stagione di Cecchinato fuori dal rosso è stata un match a Dubai perso con Gasquet e un match a Wimbledon perso con Broady. A Winston-Salem però si sono viste cose buonissime, ovvero una vittoria con Sandgren in 2 set servendo veramente come un treno – 11 aces a fine partita – e un match lottatissimo contro uno parecchio più forte di lui sul cemento, ovvero Koepfer. Insomma, un qualche segnale interessante in vista di New York dove partirtà con la wildcard Svajda: l’americano di fatto si affaccia qui per la prima volta al professionismo.

Andreas Seppi

Missione compiuta: questa è la sua 65esima presenza consecutiva in un torneo dello slam! Sessantacinque! Con questo traguardo, che in Primavera prima del Roland Garros era stato messo in dubbio dai soliti fastidi all’anca, Andreas ha eguagliato un certo Roger Federer come numero di slam consecutivi giocati. Era un traguardo per Andy, che dalla sua straordinaria carriera di regolarista non ha più nulla da chiedere. Torna al momento, però, da Kudla a Wimbledon, Seppi ha perso 6 delle 7 partite che ha giocato, riuscendo a vincere solo con Uchiyama al 1° turno di Washington in 3 set. Al primo turno c’è uno tosto: Fucsovics.
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Andreas Seppi - Getty Images

Credit Foto Getty Images

Stefano Travaglia

L’avvio di stagione in Australia era stato piuttosto promettente, con quella finale al 250 di preparazione a Melbourne che aveva dato un bel boost alla sua classifica. Da lì in poi però Stefano Travaglia ha fatto più fatica a trovare costanza, con un 2021 in cui non è mai andato oltre alle due partite consecutive vinte in ogni torneo a cui ha preso parte: le ultime ad Umago e al Challenger di Cordenons. Unico match giocato sul cemento in questa estate proprio qualche giorno fa a Winston-Salem, un ko con Mikael Ymer in 3 set. In classifica così ha dovuto pagare qualche cambiale, scivolando fino alla 100esima posizione. A New York, insomma, non arriva con una gran fiducia. All’esordio trova Moutet.

Salvatore Caruso

Dopo i buoni risultati degli ultimi anni, anche il 2021 di Salvatore Caruso non è stato semplicissimo. A livello di circuito maggiore ATP, dall’Australian Open in poi, quindi da inizio anno, Sabbo ha vinto una volta volta: al primo turno di Monte Carlo contro la wild card monegasca, Lucas Catarina, n°338 al mondo. Sono arrivate poi solo sconfitte a livello ATP, con l’unica buona corsa fino alla semifinale del Challenger di Perugia qualche settimana fa. Entrato nel main draw da numero 109, Caruso cerca un guizzo non semplice per quello visto fin qui quest’anno. Per altro ha anche pescato male: c’è il finalista del 2014 Kei Nishikori.

Camila Giorgi

A New York si presenta con una differente dimensione, ovvero quella di tennista finalmente in grado di vincere un torneo importante, leggasi Canada. In tanti hanno notato un qualche tipo di progresso dal punto di vista del gioco e lo US Open rappresenterà certamente un bel test a riguardo, una sorta di cartina tornasole. Certo, non ha pescato benissimo: al primo turno ha Simona Halep. Ma la situazione per la romena non è delle migliori: è stata una stagione di enormi problemi fisici e di fatto, dall’Australian Open, non ha mai vinto più di 2 partite nei tornei a cui ha partecipato. Se passa lo scoglio, può fare strada.
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Camila Giorgi con il titolo vinto a Montreal

Credit Foto Getty Images

Jasmine Paolini

La sua estate è stata discreta. Un titolo, seppur minore, a Bol. Una partita dignitosa con la Kvitova alle Olimpiadi. La bella vittoria sulla Vekic a Cincinnati. Proverà a farsi strada al primo turno contro una veterana come Shvedova, nel caso poi, con ogni probabilità, avrebbe Azarenka. La dimensione di Jasmine fin qui è sempre stata questa: una ragazza che orbita intorno ai 100. Difficile aspettarsi qualcosa di più. Almeno per il momento.

Martina Trevisan

Praticamente un anno fa Martina Trevisan si accingeva a scrivere la pagina più bella della sua carriera tennistica, con un quarto di finale inaspettato in quello strano primo autunno parigino del Roland Garros. Da quell’exploit l’azzurra ha in realtà raccolto poco, con un percorso che dalla sconfitta con la Swiatek in poi l’ha vista mettere insieme solo 7 vittorie a fronte di 20 sconfitte. L’avversaria battuta con classifica migliore è stata la van Uytvanck al 1° turno del RG 2021, poi ha battuto Rodionova a Dubai (172), Buzarnescu in BJK Cup (137), Zarazua e Schmiedlova a Bol (rispettivamente 141 e 121) e Uvardy e Eikeri al 125k di Belgrado, ovvero la 172 e la 300 del mondo. Insomma, Trevisan non è riuscita a issarsi al livello che qualcuno si aspettava potesse essere dopo l’exploit in terra francese. Allo US Open apre con Coco Vandeweghe, poi eventualmente la Bencic.
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Sara Errani

Sara ha pescato l’ultima delle teste di serie, ovvero la russa Alexandrova. Errani viene da due discrete lotte al WTA 125 di Chicago, una vinta con la Tan e l’altra persa con la Diyas. La Alexandrova non ha raccolto moltissimo nella trasferta sul cemento americano, con due ko entrambi al primo turno contro Brady a Cincinnati e Begu a Cleveland. Vediamo se saprà tirare fuori il vecchio spirito da combattente Sara, che con grande fatica, comunque, si è riavvicinata alle prime 100 del mondo.
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