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Le pagelle di Wimbledon femminile: Serena Williams da 10, crolla la Bouchard

Simone Eterno

Aggiornato 13/07/2015 alle 19:00 GMT+2

Diamo i voti ai protagonisti dello slam londinese: dal 'Serena Slam' alla Next-Big-Thing Garbine Muguruza. Ma anche il triste destino di Maga Aga, il crollo totale di Eugenie Bouchard e una Camila Giorgi da cui si attende ancora il salto definitivo

Serena Williams of the U.S.A waits for the trophy presentation after winning her Women's Final match against Garbine Muguruza of Spain at the Wimbledon Tennis Championships in London, July 11, 2015. REUTERS/Stefan Wermuth

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Wimbledon si è appena concluso ed è come al solito tempo di bilanci. Tutto il meglio e il peggio del tabellone femminile

La vincitrice

Serena Williams. Cosa possiamo aggiungere che non sia già stato detto? Forse che il 'Serena slam' – ovvero detenere tutte quattro le prove contemporaneamente – è arrivato al termine di un cammino tutto fuorché semplice. Serena ha dovuto mettere in fila una combattiva Watson, la sorella Venus, la più ostica avversaria Azarenka, Maria Sharapova e la futura campionessa Muguruza. Questo signori è tutto fuorché un tabellone agevole. Serena è passata sopra anche a quello, gestendo la pressione di un'opinione pubblica che da mesi va recitando solo due parole: “Grande Slam”. E per la straordinaria campionessa che è se lo meriterebbe davvero. Voto 10.

La finalista

Garbiñe Muguruza. Fortissima Garbiñe. Davvero fortissima. L'avevamo conosciuta bene un annetto fa, quando a Parigi si permise di far fuori proprio Serena. Una crescita continua e costante che le ha permesso di trovare successo anche fuori dalla terra rossa che fin qui ne aveva messo i mostra i risultati migliori. Proprio lei che prima di questo torneo a Wimbledon aveva messo insieme in carriera 3 partite in 2 anni. Next big thing. Voto 9.
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Garbine Muguruza

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La sconfitta

Agnieszka Radwanska. Una meravigliosa perdente. E' probabilmente questa la miglior definizione possibile di Maga Aga, ovvero una ragazza dal talento e dalle geometrie deliziose ma che mai – ma proprio mai – è riuscita a fare l'ultimo grande passo. Il suo torneo resta ovviamente positivissimo – specie se consideriamo quale tipo di stagione avesse giocato prima di Wimbledon – ma l'ennesimo stop prima del traguardo la lascia lì nel ruolo di eterna incompiuta. Un destino amarissimo. Voto 8.

La sorpresa

Monica Niculescu. Il WTA di Nottingham non era stato un semplice exploit. La vera sorpresa di questo Wimbledon è stata la 27enne tennista romena, capace con le sue variazioni e I suoi tagli di far innamorare tutti gli esteti. Il suo ottavo raggiunto contro la Bacsinszky resta un risultato davvero inatteso, specie se consideriamo che in carriera non era mai andata oltre il secondo turno. Voto 7.
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Eugenie Bouchard

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La delusione

Eugenie Bouchard. A un anno di distanza Wimbledon, che sembrava pronta a lanciarla definitivamente del gotha del tennis, ne sancisce invece il crollo. Il 2015 horribilis si chiude idealmente con la sconfitta per mano di Ying-Ying Duan al primo turno dei Championship… e della spumeggiante e cattivissima tennista del 2014 non resta che il già sbiadito ricordo. Voto 2.

La giovane

Belinda Bencic. Classe 1997, anche a Wimbledon la giovanissima Belida ci ha confermato come questa sia stata la “sua” stagione sull'erba. La finale a 's-Hertogenbosch, il primo titolo a Eastbourne e il buonissimo ottavo di finale a Wimbledon. Lì l'ha fermata una grande Azarenka ma in fondo va bene così. Il futuro è tutto dalla sua. Che fortunati questi svizzeri! Voto 7,5.
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Caroline Wozniacki dopo la vittoria su Camila Giorgi

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L'italiana

Camila Giorgi. Quella con la Wozniacki era attesa come la prova di maturità dopo il primo titolo arrivato proprio a 's-Hertogenbosch e i relativi progressi messi in mostra negli ultimi mesi. Camila ha trovato un’avversaria in giornata solidissima, ma ciò non toglie che la portata della sconfitta – un nettissimo 6-2, 6-2 – abbia lasciato quell’amaro in bocca che sì, effettivamente, alla Giorgi, manca ancora davvero qualcosa. E non è detto che arrivi per forza. Voto 5.
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