Tennis - Wimbledon Karolina Pliskova, percorso netto e semifinale: Golubic travolta. Aryna Sabalenka stende Ons Jabeur

Che sia la volta buona? Questo si chiede il mondo del tennis in merito al cammino di Karolina Pliskova a Wimbledon. L'ex numero 1 del mondo, battuta a Berlino da Jessica Pegula e a Eastbourne da Camila Giorgi, si è ritrovata sull'erba degli eletti con un cammino fin qui stupefacente: cinque partite, dieci set vinti e nessuno perso. A Viktorija Golubic è così toccato lo stesso destino di Zidansek, Vekic, Martincova e Samsonova, tutte messe in fila dalla ceca prima di lei.

Nonostante l'unico precedente favorevole - in Fed Cup nel 2016, finito 3-6 6-4 6-4 - l'All England Club mette a nudo l'inesperienza a questi livelli di Golubic che resiste nel quarto gioco salvando una palla-break, la prima della partita, per portarsi sul 2-2. Le avvisaglie, però, non mentono e il break di Pliskova arriva al termine di uno scambio con smash accompagnato dal nastro.

Il 4-2 è così la prima pietra di un copione molto chiaro sotto il tetto del campo numero 1. Pliskova serve molto meglio di Golubic e con 10 vincenti a 4 si dimostra molto centrata. La ceca gioca centrale ma veloce e con la sua apertura ampia di dritto Golubic non fa in tempo a colpire. La sua avversaria glielo toglie.

Se il primo set è un 6-2 senza storia, Pliskova strappa la battuta anche a inizio secondo parziale. Golubic, che da piccola giocava bimane sia il dritto che il rovescio essendo fan della Seles, investe tutto sul settimo gioco. Un game delicato, lunghissimo, ma con il servizio se la cava l'ex numero uno del mondo dopo aver annullato tre palle-break.

E' la parola fine alla partita in un'ora e 21 punti di dominio: al servizio, in risposta, a rete e nei vincenti (28 a 10). Si tratta della prima semifinale Slam per la Pliskova dagli Australian Open 2019: ora ha raggiunto come minimo la semifinale in tutti e quattro i major.

La tecnica sì, ma fino a un certo punto: sull’erba, una palla estremamente potente, fa ancora tutta differenza del mondo. La sintesi, il succo di massima dell’incrocio tra Aryna Sabalenka e Ons Jabeur è tutto qui: quando la tunisina non ha più trovato il servizio, è stata aggredita clamorosamente dalla palla potente in risposta della Sabalenka. Questo è successo per la prima volta nel decimo game del primo set, quando si è spezzato il grande equilibrio – nessuna, fin lì, infatti, aveva concesso nemmeno una palla break – e poi di nuovo nella fase centrale del secondo, dove Sabalenka ha messo definitivamente fine alle ambizioni della Jabeur.

Certo, la tunisina ha provato a giocarsela con grande qualità, come del resto visto in queste due settimane: palle lavorate, un buon rendimento al servizio, variazioni per provare a stuzzicare la Sabalenka. La bielorussa però si è mossa troppo bene e soprattutto è stata molto solida nella sua potenza, discriminante di una partita di successo o meno nel tennis di Aryna Sabalenka. Un solo, piccolo, passaggio a vuoto per lei: nel 3° game del secondo set, quando dopo aver preso il break di vantaggio - 2-0 - non è riuscita a consolidarlo al servizio. Poco male. Il controbreak non ha rotto il momento della Sabalenka e l’allungo giusto, alla fine, è arrivato poco dopo: ottavo game, per il 5-3 e la parola fine alla partita. Sarà dunque la testa di serie n°2 del tabellone a sfidare Karolina Pliskova in semifinale.