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Giovanni Malagò sul diritto allo sport: “46 milioni di italiani abbandonati, la Carta costituzionale si rivolte a tutti"

DaOAsport

Pubblicato 12/12/2023 alle 13:38 GMT+1

SPORT - Si tratta di un’integrazione del testo dell’articolo citato. Un punto di partenza, ma non certo d’arrivo, in una realtà nella quale larga parte dell’opinione pubblica ogni giorno manifesta scarsa sensibilità e conoscenza per assegnare all’attività sportiva un ruolo fondamentale, che invece in altri Paesi avviene in chiave sanitaria, preventiva e social.

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Nel giorno in cui la Costituzione ha festeggiato i suoi 75 anni di vita, vi era stato un passaggio importante. La Camera dei Deputati aveva dato il via libera al riconoscimento del “valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme” nell’articolo 33.
Si tratta di un’integrazione del testo dell’articolo citato. Un punto di partenza, ma non certo d’arrivo, in una realtà nella quale larga parte dell’opinione pubblica ogni giorno manifesta scarsa sensibilità e conoscenza per assegnare all’attività sportiva un ruolo fondamentale, che invece in altri Paesi avviene in chiave sanitaria, preventiva e social.
Di questo aspetto ha parlato il presidente del CONI, Giovanni Malagò, durante il convegno al Salone d’Onore del Coni nel quale è stato presentato il nuovo numero della rivista di diritto sportivo. “Cosa farà lo stato per tramutare in fatti la parola sport in costituzione? L’equivoco è tutto su un concetto semplice: la Carta costituzionale si rivolge a tutti. E’ doveroso. L’autonomia dello sport, invece, si rivolge a 14 milioni di italiani, che sono i tesserati. Quei 14 milioni vanno tutelati, invece si fa di tutta un’erba un fascio. Ricomincerò a puntualizzare, non litigando, su un concetto molto chiaro: la differenza tra lo sport di base e lo sport per tutti. In quest’ultimo rientrano i 46 milioni di italiani abbandonati dal dopoguerra a oggi“, le parole di Malagò (Fonte: ANSA).
I 14 milioni di tesserati, invece, non sono di competenza normativa del legislatore. Lo sport di base è quando Manuela Di Centa si è iscritta al suo club di sci, un passaggio che l’ha portata poi a vincere le medaglie. E’ tutta una filiera. Se miglioriamo quei 46 milioni di italiani abbandonati, visti i risultati clamorosi dei restanti 14 nonostante i problemi che conosciamo, onestamente saremmo ancora più grandi di quello che stiamo facendo oggi“, ha aggiunto il n.1 dello sport italiano.
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