Sport popolari
Tutti gli sport
Mostra tutto

Osakue: "Caso George Floyd? Dagli USA ancora più scioccante. Il razzismo è la paura del diverso"

Paolo Pegoraro

Aggiornato 19/06/2020 alle 11:20 GMT+2

L'atleta della Nazionale italiana Daisy Osakue ha raccontato in ESCLUSIVA a Eurosport come ha vissuto (dall'America) la vicenda George Floyd e non solo: ci ha parlato di integrazione a tutto tondo, dei doveri di un atleta in questi casi, della sua concezione di sport ed è tornata sull'aggresione subita due anni fa. Ne è uscita più forte di prima.

Daisy Osakue alle Universiadi

Credit Foto Getty Images

Daisy Osakue si divide con profitto tra studio e sport: detiene la seconda miglior misura italiana di sempre nel lancio del disco ed è fresca di laurea in giustizia criminale alla Angelo State University in Texas, dove ora sta frequentando un master in comunicazione. La portabandiera delle Fiamme Gialle ha trascorso il lockdown proprio negli States vivendo dunque la vicenda George Floyd “dal fronte”. Ci ha raccontato le sue impressioni a caldo, ci ha illustrato il suo concetto di integrazione tout court e ha accettato di tornare sulla brutale aggressione subita due anni fa che sollevò un polverone mediatico senza precedenti. Piccolo spoiler: non è stata una chiacchierata banale quella con la ragazza che sorride sempre per prima.
Come hai reagito a quel video scioccante che ha fatto il giro del mondo?
È stato scioccante, quelle immagini sono state un colpo al cuore, poi ho visto il video e sono rimasta esterrefatta per la sua lunghezza. Mia sorella che ha 17 anni mi ha chiamato e si è messa a piangere mentre parlava. Mi ha chiesto: "Perché una persona deve trattare un’altra persona in questo modo?". A quel punto non sapevo cosa dirle. Come si può rispondere a una domanda del genere?
Come è stato vivere il caso George Floyd direttamente dall’America? Questa rabbia che si tocca con mano nelle piazze sfocerà in qualcosa di concreto secondo te?
È stato diverso, ho letto la rabbia negli occhi delle persone, la gente era stufa e quel video non ha fatto altro che testimoniare tutte le paure che molti di loro subiscono ogni giorno. Ho amici e amiche che temono che un loro familiare possa morire in quel modo. Da quello che ho visto nei giovani penso e spero ci possa essere un cambiamento nel futuro. Io non sono nessuno per poter fornire una soluzione concreta ma spero che tutto questo non sia accaduto invano. Ho parlato con alcune atlete della Nazionale americana: per loro è tosta.
picture

Guardiola sostiene Black Lives Matter: "Mi vergogno per come i bianchi hanno trattato i neri"

LeBron James ha creato l’associazione no profit ” More Than a Vote” per sensibilizzare le minoranze e indurle a votare consapevolmente: gli atleti in questi casi è giusto che facciano sentire la loro voce?
Un atleta ad altissimI livelli può sfruttare il suo ampio seguito per iniziative di questo tipo, specialmente quando esistono delle barriere e il pubblico non ha i giusti mezzi per informarsi. Purtroppo non sempre i Comitati accettano queste iniziative e questo pone l’atleta in situazioni scomode come nel caso di Gwen Berry, una martellista della Nazionale americana che ha protestato durante i Giochi Panamericani 2019 facendo il segno del pugno alzato per esprimere le sue preoccupazioni rispetto a quanto stava accadendo in America. Non l’ha fatto in modo violento, l’ha fatto in modo pacifico pensando a suo figlio e ai suoi famigliari. Purtroppo è stata punita dal Comitato Olimpico USA: non era stata supportata, aveva perso gli sponsor. Adesso però c’è la prova tangibile della situazione di cui lei parlava: lei stessa sta protestando, come Steph Curry e la sua famiglia e tantissimi altri atleti. Se si hanno i mezzi per me si può dire la propria, ma in modo pacifico. Quella per me è l’unica strada.
picture

Il pugno chiuso di Tommie Smith: "Per l'uguaglianza razziale"

Esistono problemi analoghi anche in Italia, in tema d’integrazione? Tu stessa hai scritto un articolo in cui parlavi delle tue difficoltà a relazionarti quando eri più piccola…
Credo che l’integrazione sia un problema a livello mondiale, cambia l’intensità da Paese a Paese: da noi credo che le cose siano un po’ complicate. Fin da bambina ho sempre amato Il razzismo spiegato a mia figlia di Tahar Ben Jelloun e il modo in cui spiega alla figlia che il razzismo è la paura del diverso, di qualcosa di sconosciuto a noi che non possiamo comprendere. C’è un’altra frase – del filosofo Locke – che mi ha segnato molto: "La conoscenza deriva dall’esperienza". Io penso che una persona non possa capire la situazione vissuta da un altro individuo se non la vive sulla propria pelle, esattamente come da bambino se non ti bruci non ti passerà mai la voglia di capire cosa sia il fuoco. Penso che ci sia bisogno di insegnare alle persone che solo perché un’altra persona è diversa da noi non vuol dire che dobbiamo detestarla o non apprezzarla. Non si dovrebbero aver pregiudizi: mi è successo molte volte di essere fissata da persone che poi ti sentono parlare e fanno: "Ah ok, lei vive qui in Italia, non è un pericolo, è a posto". Non è una situazione bella in cui vivere, cerco sempre di insegnare ai miei fratelli a relazionarsi con le persone nel modo migliore, a mia sorella dico: Sii intelligente, non sentirti per forza di cose discriminata e automaticamente riuscirai a insegnare alle persone che potrebbero avere un problema con te che non dovrebbero averlo, che questa diffidenza è immotivata"
Daisy Osakue, le lezioni della vita
Due anni fa sei stata al centro di un polverone mediatico (dopo l’aggressione subita a Moncalieri, quando un uovo lanciato da un’auto in corsa le provocò una seria ferita all’occhio, ndr): col senno di poi cosa ti ha lasciato quell’esperienza?
Non è stato semplice per me superare quel periodo. Ho veramente dovuto cercare delle forze dentro di me: all’inizio ho cercato di mostrarmi forte soprattutto per i miei fratelli, la mia famiglia per me è la cosa più importante e vedere come i mie fratelli erano preoccupati e i miei genitori terrorizzati è stato tosto. Gli stessi miei amici e la mia allenatrice erano preoccupati per il livello di stress a cui ero sottoposta. Col senno di poi questa vicenda è passata e non ne voglio più parlare però non posso negare che è stato un momento per me utile realizzare quanto valgo come persona e quali sono le persone davvero importanti della mia vita. I miei genitori mi hanno detto che quella situazione mi avrebbe solo fortificata e devo dire che lo ha fatto. Ho superato quel momento di paura per le minacce subite, ho trovato le risposte per quella situazione. Il mio problema era capire il motivo per cui le persone reagivano a quel modo: ho capito che il mondo è bello perché è vario. Ora sto bene e penso al futuro, non sono una di quelle persone che rimugina sul passato: ho troppo cose cui pensare davanti a me.
Lo sport ti ha aiutato nel tuo percorso formativo? Hai notato delle differenze tra Italia e USA nel mondo di concepire e vivere lo sport?
Lo sport per me è sempre stato importante: all’inizio era una valvola di sfogo e poi è diventato il mio modo di esprimermi, il mio modo di cercare il mio posto nell’Universo. Mi ha dato la possibilità di capire chi sono e perché sono qui. Mi sta dando la possibilità di coltivare i miei sogni, di essere un’ancora per la mia famiglia, un esempio per i mie fratelli e miei cugini. Mi ha dato la possibilità di ottenere una borsa di studio negli Stati Uniti, un percorso che credo abbia messo la ciliegina sulla torta sulla mia formazione, i miei ideali e sul modo in cui affronto le difficoltà. Non credo che riuscirò mai a esprimere con le parole quanto sia grata allo sport: è stata la mia salvezza. Negli Stati Uniti lo sport è consigliato a tutti, qui in Italia i professori mi chiedevano di scegliere tra sport e studio: sono contenta di aver dimostrato nei fatti che si possono conciliare entrambe le cose. Questo vale anche per gli altri atleti di alto livello della Federazione che sono tutti studenti che fanno sacrifici per poter realizzare i propri sogni, ma allo stesso tempo non trascurano l’esigenza di avere un’educazione e una conoscenza del mondo che li circonda.
picture

Il discorso da brividi di Coco Gauff per George Floyd: "Non restate in silenzio, bisogna agire ora!"

Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Resta sempre aggiornato con le ultime notizie, risultati ed eventi live
Scaricala
Contenuti correlati
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità