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Basket: Datome e Hines griffano la Supercoppa vinta da Milano

Davide Fumagalli

Aggiornato 21/09/2020 alle 10:28 GMT+2

Arrivati in estate con un pizzico di scetticismo per l'età, il "chilometraggio" e qualche limite fisico, Gigi e Kyle fanno la differenza nella finale di Supercoppa vinta dal'AX Armani Exchange contro la Virtus Bologna. Il capitano della Nazionale è il top scorer con 17 punti, sono i migliori per valutazione e fanno le giocate decisive negli ultimi minuti confermando il pedigree da campioni.

Gigi Datome, AX Armani Exchange Milano, focus

Credit Foto Getty Images

Il primo trofeo della stagione cestistica italiana, la Supercoppa targata Eurosport, finisce nella bacheca dell'AX Armani Exchange Milano che se l'aggiudica con merito grazie ad una marcia perfetta con 8 vittorie in altrettante gare. Le prime sei in scioltezza, nel girone con Cantù, Varese e Brescia, le ultime due, contro Venezia e Virtus Bologna nella Final Four della Fiera nel capoluogo emiliano, sono arrivate di pura maturità ed esperienza, con la forza di un gruppo che sembra già essere stato plasmato e modellato da Ettore Messina e che pare aver individuato i suoi pilastri. Nelle partite con Umana Reyer e Segafredo l'Olimpia ha brillato a sprazzi ma non ha mai dato l'impressione di poter perdere, forte di una sicurezza mentale, di una tenuta difensiva e di un "killer instinct" offensivo che lo scorso anno non appartenevano a questa squadra.
Inutile dire che l'impatto dei nuovi è stato determinante: in attesa che si inseriscano a pieno i vari Moretti, Leday e Shields, sono subito venute a galla le caratteristiche offensive di Delaney e Punter, soprattutto sono emerse le doti da campionissimi di Kyle Hines e Gigi Datome, determinanti in finale e non certo a sorpresa. Arrivati in estate con qualche dubbio e non senza mugugni di una parte di tifo e addetti ai lavori, l'ex stella del CSKA Mosca e l'ex leader dello spogliatoio del Fenerbahce di Obradovic sono stati letteralmente decisivi.
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Supercoppa: il Chacho Rodriguez chiude il match con una gran tripla

Con loro anche Sergio Rodriguez: il "Chacho", che questa stagione sarà il sesto uomo di lusso di Milano, nel finale ha preso in mano la situazione e, approfittando di un Delaney claudicante, ha blindato il pallone e ha dato la mazzata definitiva alla Virtus con una tripla "spacca gambe" da lontanissimo che ha chiuso il discorso. Gigi, Kyle e Sergio: in attesa di Micov, fermato da un problema al gomito, Milano può contare su tre "vecchietti" di un certo rilievo.

Datome il vero MVP della finale

Nonostante il premio sia andato a Malcolm Delaney, il vero MVP della sfida tra Milano e Virtus Bologna è Gigi Datome. I numeri dicono che il capitano della Nazionale è stato il miglior marcatore del match con 17 punti, il migliore per valutazione, 19, e ha aggiunto 6 rimbalzi, 3 recuperi e 3 falli subiti. E poi ci sono i canestri: soltanto cinque dal campo (su 11 tentativi), ma due sono stati determinanti perchè hanno permesso a Milano di tenere lontana Bologna nel quarto periodo, la bomba del 67-60 e subito dopo un tiro in sospensione dal mezzo angolo per il 69-60. Non è casuale che Gigi abbia infilato due tiri di tale peso specifico, è un giocatore che si è sempre dimostrato affidabile, un vincente, uno che non trema nei momenti importanti e che in ogni caso tiene unita la squadra e lo spogliatoio. Ancor di più non è mai stato un caso se Zelimir Obradovic l'abbia voluto nell'estate 2015 al Fenerbahce e Gigi sia rimasto ad Istanbul finchè è rimasto il santone serbo.
Dopo 7 anni lontano dall'Italia, Datome torna e vince subito un trofeo con l'Olimpia Milano, spazzando via (per ora...) tutti i dubbi e gli scetticismi di che parlava del suo fisico in fase calante, del contratto troppo lungo (triennale) e di un acquisto fatto più per motivi di immagine, mediatici e di marketing che non per la pallacanestro. Se l'inizio di Datome è questo, per l'Olimpia potrebbe essere un grande anno.
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Supercoppa: Gigi Datome brilla in finale con 17 punti

Hines è già il "ministro della difesa"

Se c'erano dubbi su Datome, ce n'erano ancora di più su Kyle Hines: un centro di 34 anni, nella fase finale della carriera, senza tiro da fuori in un basket con tante triple, e nettamente sotto i 2 metri. Bisognerebbe però ricordare che il signor Hines ha vinto 4 Eurolega da protagonista e due premi di "Difensore dell'Anno" sempre in Eruolega, e che se il CSKA ha storto il naso per la sua partenza e Ettore Messina ha insistito tanto per averlo, un motivo, anzi più d'uno, ci sarà. E infatti il ragazzone passato anche da Veroli in A2 da Andrea Trinchieri si è subito preso lo spogliatoio dell'Olimpia con le sue doti di leader e in campo è un vero e proprio capitano, soprattutto nella metà campo difensiva.
Hines chiude la finale con 9 punti, 3 rimbalzi, 3 recuperi e 3 falli subiti, è secondo per valutazione dietro a Datome, 15, ma è stra-primo per energia, voglia di sacrificarsi, mostrare i muscoli in difesa e tenere sempre alta la guardia quando Bologna si è rifatta sotto. La sua abilità nel tenere gli esterni, di ruotare e di difendere il ferro nonostante i 2 metri scarsi, lo rendono un assoluto pilastro. Ed è grazie a lui se Milano è apparsa già molto forte nella propria metà campo, perchè quando l'attacco smette di girare, si può far affidamento su una tenuta di dietro che prima non c'era nella maniera più assoluta. Un qualcosa che fa ben sperare in ottica Eurolega. E poco importa se Kyle Hines è un centro sotto i 2 metri e senza tiro da fuori.
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Supercoppa, highlights: Milano-Virtus Bologna 75-68

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