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Brittney Griner e la prigionia in Russia: "Ho pensato al suicidio e ho dovuto ringraziare e chiedere perdono a Putin"

Davide Fumagalli

Pubblicato 03/05/2024 alle 14:39 GMT+2

BASKET - La stella della WNBA Brittney Griner parla per la prima volta dei mesi in cui è stata prigioniera in Russia con l'accusa di spaccio internazionale e una condanna a 9 anni, salvo essere rilasciata in uno scambio di prigionieri. "Ho più volte pensato al suicidio nelle prime due settimane, ma non l'ho fatto perché ero sicura che non avrebbero dato il corpo alla mia famiglia", le sue parole.

Brittney Griner parla dei mesi di prigionia in Russia a Good Morning America

Credit Foto Twitter

Per la prima volta dopo diversi mesi Brittney Griner rompe il silenzio e parla dei suoi terribili mesi di prigionia in Russia nel 2022. La stella delle Phoenix Mercury in WNBA, che andrà a caccia dell'oro olimpico a Parigi con Team USA, ha raccontato la terribile esperienza a "Good Morning America" su ABC e il 7 maggio uscirà negli Stati Uniti il libro in cui ha raccontato la sua storia, intitolato appunto "Comig Home" (tornare a casa). Griner era stata arrestata il 17 febbario 2022 all'aeroporto di Mosca per il possesso di alcune cartucce di olio di cannabis e poi condannata a 9 anni di carcere per spaccio internazionale, salvo essere poi liberata grazie ad uno scambio di progionieri col trafficante di armi Viktor Bout, l'8 dicembre ad Abu Dhabi.
"Non sono mai stata così sporca in vita mia. Ho più volte pensato al suicidio nelle prime due settimane, ma non l'ho fatto perché ero sicura che non avrebbero dato il corpo alla mia famiglia", ha raccontato Griner nell'intervista con Jenna Wortham, giornalista del New York Times. "Nella mia cella il materasso aveva un’enorme macchia di sangue. Ti danno queste due lenzuola sottili, quindi praticamente ti sdrai sulle sbarre. La metà dello stinco fino ai piedi è incastrata tra le sbarre, ma non vuoi davvero infilare le gambe e le braccia nelle sbarre, perché qualcuno sale le afferra e te le spezza", ha raccontato parlando del freddo, delle condizioni durissime di detenzione e igieniche terribili.
Ho più volte pensato al suicidio nelle prime due settimane, ma non l'ho fatto perché ero sicura che non avrebbero dato il corpo alla mia famiglia
Griner ha dovuto tagliare i capelli, le sue famose trecce ("restavano sempre umidi e mi stavo ammalando seriamente") e ha resistito grazie alla preghiera con la lettura della Bibbia, e al lavoro: "Talvolta andavo volontariamente a spalare la neve perché la fatica fisica mi ricordava gli allenamenti e mi distraeva". Sulle condizioni igieniche ha spiegato: "Mi davano un rotolo di carta igienica al mese e un dentifricio vecchio di più di dieci anni: lo usavo per eliminare la muffa dalle pareti della sua cella. C’erano dei ragni sopra il mio letto che facevano i nidi nei capelli. Alla fine sei costretta a fare quello che ti dicono per evitare altro".
Mi hanno fatto scrivere questa lettera. Era in russo. Ho dovuto chiedere perdono e ringraziare il loro cosiddetto grande leader
In prigione era conosciuta come "The American" e "The Basketball Player", Britnney ha raccontato che doveva tagliare e cucire per tutta la giornata le divise dei soldati russi, e dividere una cella con 20 prigioniere e un bagno con 50. Una àncora di salvezza è stata anche una compagna di cella, Alena, una ex giocatrice di pallavolo, parlava inglese e traduceva tutto all’americana: fu lei a spiegarle che nella prigione herpes e Hiv erano molto diffusi e che avrebbe dovuto evitare le visite mediche.
Infine il 2 dicembre 2022 fu trasferita in un'altra prigione e lì le dissero che il giorno dopo sarebbe stata liberata. Prima però Griner dovette subire "una ultima umiliazione e una dimostrazione di forza", come la definì lei stessa. Fu costretta a spogliarsi e fotografata in ogni angolo del suo corpo, poi una lettera a Vladimir Putin: "Mi hanno fatto scrivere questa lettera. Era in russo. Ho dovuto chiedere perdono e ringraziare il loro cosiddetto grande leader. Non volevo farlo, ma allo stesso tempo volevo tornare a casa. E quindi...".
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