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Eurolega, il ranking di Eurosport: le outsider, dal 13° al 18° posto

Daniele Fantini

Pubblicato 28/09/2020 alle 16:38 GMT+2

La prima parte del nostro ranking prende in considerazione quel gruppo di squadre che si presentano ai blocchi di partenza con qualità inferiori rispetto alla concorrenza ma che, in realtà, nascondono potenziale per trasformarsi in grandissime sorprese. Ecco il punto su Asvel Villeurbanne, Alba Berlino, Bayern Monaco, Zalgiris Kaunas, Stella Rossa Belgrado e Zenit San Pietroburgo.

Eurolega, il ranking di Eurosport: le outsider

Credit Foto Eurosport

18. Asvel Villeurbanne

Anche l'anno scorso partiva tra le Cenerentole ma ci ha poi stupito con una prima parte di stagione trascorsa addirittura in zona playoff. L'Asvel approccia la sua seconda annata in Eurolega affidando la panchina a coach TJ Parker (fratello di Tony Parker, proprietario di maggioranza del club) e con un gruppo ancora una volta costruito sui dettami di fisicità, durezza e atletismo. Il gigantesco Moustapha Fall dovrà colmare il vuoto lasciato dalla pesantissima partenza di Tonye Jekiri, Guerschon Yabusele avrà finalmente spazio per mettersi in luce dopo lo scampolo giocato lo scorso anno e sarà interessante vedere l'ex-canturino Kevarrius Hayes calato in un contesto di assoluto livello internazionale. A puntellare l'attacco, non brillantissimo nella passata stagione, ci sarà un califfo come Norris Cole, mentre sono da scoprire i due nuovi innesti sul perimetro Allerik Freeman e William Howard.

17. Alba Berlino

L'Alba ci ha abituato al ruolo di grande guastafeste nella scorsa stagione con quella sua pallacanestro rapida e perimetrale, ma per quanto coach Aito Garcia resti ancora una delle menti più illuminate d'Europa, non sarà facile ripetersi dopo i pesanti addii alla coppia delle meraviglie Rokas Giedraitis-Martin Hermannsson e Landry Nnoko. Dal mercato è arrivato Jayson Granger, capace di portare solidità su entrambe le metacampo, leadership ed esperienza ma, a scanso di innesti in corsa, il gruppo ha perso qualcosa in termini di qualità rispetto allo scorso anno. Atletismo e freschezza, soprattutto nel reparto lunghi, sembrano essere buoni puntelli su cui ricostruire il gruppo, e chissà se Aito saprà sorprenderci dando un'anima più difensiva alla squadra. Occhi puntati, ovviamente, su Simone Fontecchio, pronto a rilanciarsi sul palcoscenico europeo dopo l'esperienza non felice con l'Olimpia Milano.
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16. Bayern Monaco

Dopo un anno trascorso sul fondo della classifica (8-20), il Bayern Monaco si affida a coach Andrea Trinchieri nella speranza di ripetere la stessa parabola disegnata qualche anno fa con il Bamberg (ritroverà anche il gm dell'epoca, Daniele Baiesi). La squadra ha perso una serie di elementi importanti (Monroe, Lessort) e storici (Lo, Barthel, Koponen) ma il mercato in entrata non ha portato nomi o individualità di spicco: sul perimetro si scommette su Nick Weiler-Babb e Wade Baldwin, così come in vernice con Jalen Reynolds e JaJuan Johnson, veterani della pallacanestro europea sì, ma senza esperienza in Eurolega. La presa più interessante è Malcolm Thomas, probabilmente utilizzato sotto le sue reali capacità al Khimki. Nel complesso, servirà un grandissimo lavoro di Trinchieri per la creazione di una cultura e di una mentalità di livello adeguato al blasone di un club come il Bayern: sarà un progetto che richiederà sicuramente più di una stagione, ma i primi risultati dovranno emergere già nei mesi iniziali.

15. Zalgiris Kaunas

Si apre un nuovo ciclo dopo 6 anni di Sarunas Jasikevicius, quattro dei quali da head-coach coronati con le Final Four del 2018, un traguardo che mancava dal 1999, quando lo Zalgiris vinse il suo primo e unico massimo titolo europeo. Si riparte da Martin Schiller, un allenatore giovane (38 anni), formatosi in G-League con la squadra affiliata agli Utah Jazz e reduce dal premio di Coach of the Year della Lega di sviluppo. Lo Zalgiris ha perso 3/5 del quintetto base (Edgaras Ulanovas, Zach LeDay e Jock Landale) ma ha recuperato l'infortunato Marius Grigonis e ben colmato le perdite sotto i tabelloni con gli inserimenti di Joffrey Lauvergne, Patricio Garino e Augustine Rubit. Buona parte dell'ossatura (Walkup, Grigonis, Lekavicius, Milaknis, Hayes, Jankunas) è rimasta e, se l'arena di Kaunas riuscirà a mantenere una buona capienza di pubblico nonostante la pandemia, lo Zalgiris resta sempre una squadra pericolosissima da affrontare, soprattutto in trasferta.
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14. Stella Rossa

In certi momenti dello scorso anno è stata una delle squadre più pericolose e complicate da affrontare per una durezza mentale e difensiva di altissimo livello. In estate ha perso diversi giocatori-cardine (Brown, Baron, Gist, Jenkins e Punter) ma ha agito bene sul mercato ricostruendo un back-court intrigante con Langston Hall, Torrian Walden (l'anno scorso molto positivo con la maglia dei rivali del Partizan Belgardo) e Jordan Loyd, destinato a imbracciare il ruolo di superstar con una mole di responsabilità maggiore rispetto a quella sorretta nella passata stagione a Valencia. L'aggiunta di Emanuel Terry sistema il front-court dopo la rinuncia a Landry Nnoko ma, nel complesso, la squadra sembra avere qualcosa in meno rispetto allo scorso anno: coach Dragan Sakota era riuscito a forgiare un gruppo assatanato partendo da basi modeste, ora spetta un compito ugualmente complicato a Sasa Obradovic.

13. Zenit S. Pietroburgo

Dopo aver chiuso all'ultimo posto (8-20) lo scorso campionato al momento della sospensione per l'emergenza coronavirus, lo Zenit ha ristrutturato in maniera pesante il proprio roster nel tentativo di sollevare l'asticella e mantenere un posto in Eurolega anche nella prossima stagione. Coach Xavi Pascual potrà lavorare sin da subito con il proprio gruppo (e questo è un grosso vantaggio considerando la caratura dell'allenatore), ma, come spesso accade in queste situazioni, sarà fondamentale la capacità di creare una buona chimica nel minor tempo possibile. Il mercato ha portato una serie di acquisti estivi molto interessanti, per il totale restyling di un quintetto base che, nella scorsa stagione, era obiettivamente sotto la media per esperienza e qualità: Kevin Pangos, Billy Baron, Alex Poythress, Will Thomas e Arturas Gudaitis danno molte garanzie in più nonostante il doloroso addio a Gustavo Ayon, e dalla panchina si alzeranno elementi affidabili come KC Rivers, Mateusz Ponitka e Vitaly Fridzon. Quest'anno, l'ultimo posto dovrebbe essere scongiurato e ce n'è abbastanza per dare fastidio anche a centro-classifica.
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