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Mirotic sbaglia sulla sirena, l'Olimpia Milano cade a Istanbul 85-82 in overtime col Fenerbahçe
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Pubblicato 06/10/2023 alle 22:04 GMT+2
BASKET, EUROLEGA - Comincia con una sconfitta la stagione europea dell'EA7 Emporio Armani Milano. L'Olimpia cade per 85-82 in overtime nella trasferta turca di Istanbul contro il Fenerbahçe nonostante un ottimo inizio che la vede toccare anche il +10. Nikola Mirotic impazza con 27 punti ma sbaglia la tripla del pareggio allo scadere. Prossimo impegno: giovedì 12 ottobre al Forum contro il Maccabi.
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Video credit: Eurosport
Ci sono azioni, anzi, momenti che possono cambiare una partita intera. Colpi letali che, se non affondati, aprono il fianco a un possibile contrattacco avversario altrettanto feroce. Il layup divorato da Nikola Mirotic in campo aperto su recupero di Flaccadori per il +7 alla metà del secondo quarto, canestro che avrebbe tamponato l'arrembante rimonta del Fenerbahçe dal -10 iniziale, si tramuta nell'ultima occasione (mancata) da Milano per tenere tra le mani la partita. Da quel momento in poi, l'Olimpia avrebbe cominciato realmente a fare i conti con l'atmosfera torrida dell'Ulker Sports Hall di Istanbul. Con le sue rotazioni ridicolmente sottili nel reparto esterni. E con il prepotente risveglio del Fener ispirato da Marko Guduric, Scottie Wilbekin e Georgios Papagiannis.
Eppure, annaspando in una palude di difficoltà indicibili che la vedono affondare anche sul -10 in un terzo periodo infausto, Milano resta aggrappata alla partita con gli intangibles, il cuore e l'esperienza dei grandi veterani, qualità vitali per tamponare le lacune di un sistema di gioco lontano dal poter essere realmente efficace e competitivo a questo livello. La decide una zampata di Scottie Wilbekin a 46" dalla sirena dei supplementari, l'ennesima di una partita stellare a suon di step-back spacca-caviglie in serie, e il fisiologico appannamento che annebbia le idee e appesantisce le gambe (già di per sé non freschissime) di una squadra costretta a spremere i suoi big senza un reale e solido sostegno in regia. La buona stella aiuta Wilbekin (19 punti con 4 triple) ma non Nikola Mirotic. Perché, dopo aver impazzato con 27 punti, la sua tripla del possibile pareggio per forzare il secondo overtime si spegne sul ferro a fil di sirena.
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Shavon Shields marcato da Scottie Wilbekin e Georgios Papagiannis, Fenerbahçe Beko Istanbul-EA7 Emporio Armani Milano, Euroleague 2023-24
Credit Foto Getty Images
La classifica resta ferma. La sconfitta brucia, anche a fronte delle assenze e del ritardo di costruzione della squadra. Ma è importante guardare i lati positivi. Il quintettone con tre big-man e lo slittamento di Mirotic in ala piccola è un sistema funzionante e funzionale anche sul lungo periodo. L'Olimpia ha una strutturazione grossa e fisica come non si era mai vista prima nell'era di coach Ettore Messina, è potente nella metacampo difensiva, solida a rimbalzo e in grado di fornire versatilità all'attacco. Il trittico Melli-Voigtmann-Mirotic può aprire il campo così come cercare vantaggi sui mismatch in post-up e creare gioco dal passaggio, con pure letture di intelligenza cestistica. Non è un caso che, al fianco delle fiammate dell'ex-Barcellona, fiorisca anche il tedesco: i suoi 21 punti lambiscono il career-high da 23 in Eurolega.
Ma c'è anche tanto da rivedere e sistemare. A cominciare da Shavon Shields, spremuto fino all'ultima goccia con un lavoro instancabile su entrambe le metacampo, ma ancora alla ricerca del suo spazio come creatore di gioco principale. Le caratteristiche da prima punta assoluta, ruolo imbracciato durante la sua intera carriera in biancorosso, non si sposano ancora con la necessità di trovare un aiuto concreto alle lacune in regia. E le forzature tendono ad apparire con evidenza anche eccessiva. I 10 punti raccolti in gran parte in un ottimo primo tempo, stonano con il 3/13 complessivo dal campo, frutto di una ripresa giocata più sull'agonismo e sulla carica nervosa che su un reale coinvolgimento nel gioco.
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Nikola Mirotic marcato da Nigel Hayes-Davis durante la partita tra Fenerbahçe Beko Istanbul e EA7 Emporio Armani Milano, Euroleague 2023-24
Credit Foto Getty Images
Ma il tasto dolente, già emerso in maniera netta nelle prime due uscite in patria, resta il playmaking. Le assenze di Maodo Lo, Billy Baron e Devon Hall costringono coach Messina a sfoderare in quintetto Diego Flaccadori (intimidito ma comunque onesto nel suo quarto d'ora di gioco) e a insistere con Kevin Pangos nonostante la partita suggerisca tutt'altro. Lo stato mentale del canadese rimane boccheggiante. Letture discutibili. Possessi mal gestiti. Esitazioni alternate a sinistre forzature. Solidità difensiva molto ondivaga. Il box-score recita 2 punti, 1/6 al tiro, 3 palle perse e 5 assist in 26 minuti abbondanti. Sono numeri brutti, che ben inquadrano una partita molto confusionaria. KP non avrà bonus infiniti di errore. Milano ha bisogno di un grande playmaker. E ne ha bisogno subito, per non riprecipitare nel triste grigiume dello scorso anno, precedente all'arrivo di Shabazz Napier. Ma soltanto lui stesso può tirarsi fuori dal pantano.
L'Armani tornerà in campo giovedì 12 ottobre nel debutto casalingo di coppa contro il Maccabi Tel Aviv, un'altra avversaria che in estate si è attrezzata per confermarsi in zona playoff. Definirla dura è semplicemente riduttivo.
Fenerbahçe Beko Istanbul - EA7 Emporio Armani Milano 85-82 OT
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