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Italia: l'importanza di avere Pietro Aradori, il comprimario di lusso

Marco Barzizza

Aggiornato 10/09/2015 alle 16:53 GMT+2

La guardia bresciana è passata da protagonista a panchinaro di lusso in Nazionale, ma si sta rivelando il cambio più sicuro, utile e decisivo per Pianigiani

Aradori e Gallinari in campo contro la Germania a Eurobasket 2015

Credit Foto Imago

“Dai Pietro, tocca a te”, deve aver detto Simone Pianigiani tutte le volte in cui, in queste prime quattro gare di Eurobasket, guardando la panchina cercava sguardi pronti incrociando quelli del numero 4. Chissà poi quante volte Pietro se l'è ripetuto nella testa andando a sedersi sul cubo del cambio. Un richiamo, un'iniezione di fiducia istantanea e pochi minuti per approfittarne, per rendersi utile alla causa.
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Pietro Aradori, +1000 punti

Credit Foto Eurosport

Re del plus-minus

Pietro (Aradori, per la cronaca) ha sempre risposto presente, con gli occhi e sul campo. Sguardo cattivo, tweet controllati e un ruolo nuovo da comprimario nel quale si è immedesimato senza fare problemi, sapendo che questa estate a portare la croce sarebbe stati altri. Senza riflettori puntati il 27enne bresciano è diventato importantissimo per gli azzurri nel corso delle prime queste 4 uscite. Dai 6 minuti d'impiego con la Turchia, nei quali comunque è riuscito a chiudere con un plus/minus positivo, 3 assist e un rimbalzo, la presenza in campo di Aradori è aumentata vistosamente: 20 con l'Islanda (5 punti e 4 rimbalzi), 18 con la Spagna (11 e 2 assist) e 23 con la Germania (6 punti, 9 rimbalzi e 3 assist per un +22 di plus/minus con il quale svetta su tutti), dove più che coi canestri è stato decisivo dando l'assist ad Hackett per il canestro sul finire del 1° tempo e catturando due rimbalzi offensivi nell'ultimo minuto del supplementare che hanno consentito all'Italia di allungare e vincere.

Presente quando conta

Pianigiani sa che quando, girandosi verso la panchina, grida il suo nome, Pietro è pronto. I tempi della Slovenia, dei ventelli e dei palloni spesso in mano per fare canestro sono lontani, ma quelli attuali potrebbero rivelarsi anche migliori per il “cane” (lo diciamo ovviamente sempre simpaticamente perché lui si è solito farsi chiamare così), che dall'ombra della panchina può contribuire sostanziosamente al raggiungimento di un traguardo più grande dell'ottavo posto conquistato a Lubiana due anni fa.

La lite con Fernandez è già storia

Intanto anche a Madrid, dove Pietro ha giocato una parte dell'ultima stagione con l'Estudiantes lasciando ricordi bellissimi, continuano a osannarlo e sognano che un giorno torni da loro. Questo tifoso, ad esempio, ha apprezzato particolarmente la faccia tosta di "Folladori" (così lo chiamano) nello scontro "verbale" con Rudy Fernandez. E, per inciso, la televisione spagnola nel post partita di Italia-Germania l'ha intervistato, segno che dell'importanza di Pietro non ci siamo accorti solo noi.
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