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Anello ai Lakers

Eurosport
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Pubblicato 15/06/2009 alle 02:36 GMT+2

I Los Angeles Lakers chiudono la serie contro Orlando in 5 partite, battendo i Magic in trasferta all'Amway Arena 86-99. È il quarto anello per Bryant, il primo nel dopo-Shaq, e il decimo per coach Phil Jackson, che diventa così il tecnico più vincente di sempre nella storia della NBA

Bastano cinque partite e due vittorie in trasferta, cosa che, nelle Finals NBA, per i Lakers non avveniva da parecchio tempo: e oltre al cinque ci sono altri numeri, come il quindici, i titoli complessivi vinti nella storia dai Lakers, il quattro, gli anelli alle dita di Kobe Bryant, che infila il primo nell'epoca post-Shaquille O'Neal dopo anni di disperata ricerca, e il dieci, per un coach Jackson che può indossare ora un anello per dito, e diventare così l'allenatore più vincente di sempre nella storia NBA (superato il compianto Red Auerbach).
E poi ci sono i 30 punti di Kobe Bryant, conditi con 5 assist e 6 rimbalzi, all'interno di una partita in cui il Mamba non ha tirato particolarmente bene dal campo (10/23) ma dove è comunque riuscito a risultare più che decisivo, soprattutto dal punto di vista psicologico per motivare e mantenere i compagni sempre concentrati sull'obiettivo finale. Fra gli scudieri di KB24, determinanti gli apporti di Trevor Ariza (15 punti e 5 rimbalzi e una fiammata stordente nel momento del primo strappo dei Lakers, alla metà del secondo quarto), di Lamar Odom (doppia-doppia da 17 punti e 10 rimbalzi), ancora una volta preferito a lungo a Bynum in uscita dalla panchina, e di Pau Gasol, 14 punti, 15 rimbalzi e 4 stoppate cui si aggiunge un lavoro difensivo encomiabile su Dwight Howard, in cui il catalano è sembrato davvero un altro giocatore rispetto a quello molle e timido visto nelle scorse Finals contro i Boston Celtics di Kevin Garnett.
Orlando saluta il palcoscenico delle Finali in cinque partite, accusando due sconfitte in overtime all'interno delle quali ha sempre tirato per vincere allo scadere dei regolamentari: perdere così fa male, ma soprattutto fa discutere l'atteggiamento generale della squadra all'interno della gara decisiva, dove, per due quarti e mezzo, i Magic sono stati letteralmente portati a scuola da Bryant e compagni dal punto di vista tattico, tecnico e, in particolare, dell'intensità su entrambi i lati del campo. Dwight Howard, ancora una volta assente illustre, chiude con 11 punti, 10 rimbalzi e 5/9 dal campo, stritolato nella perfetta morsa difensiva tra Gasol e Odom; Rashard Lewis spara a salve a ripetizione non vedendo mai il canestro (6/19 al tiro), mentre Hedo Turkoglu, dopo la splendida prova di gara-4, si perde in un clima abulico che fa decisamente pensare (male). Le risposte più interessanti arrivano forse da Courtney Lee (12 punti con 5/11 dal campo), ma il fatto che sia il rookie a cercare di tenere viva la squadra, la dice lunga sulla situazione negativa in casa Magic.
Dopo un primo quarto ad alto punteggio e non necessariamente segnato da difese particolarmente attente, i Lakers lanciano il primo strappo alla metà del secondo periodo, con Odom a spiegare pallacanestro a un Bynum ancora una volta molto distratto (tre canestri consecutivi di Howard in due minuti di marcatura in single-coverage su Superman) ma soprattutto con un Bryant che, oltre a creare per se stesso, dà fiducia ai compagni sul perimetro, con Ariza e Fisher ad affondare triple importanti. L'ex di turno è un fattore anche nella propria metacampo, dove mette la museruola a Turkoglu innescando un paio di contropiede fulminanti a suon di intercetti, e i gialloviola scappano all'intervallo con un vantaggio in doppia cifra (46-56).
I volti dei Magic non lasciano presagire nulla di buono: Lee prova a tenere in vita i suoi con un paio di canestri in apertura di terzo periodo, ma i Lakers affondano la seconda coltellata, fatale, con due triple consecutive di Odom dall'angolo e un canestro di Bryant in penetrazione sulla testa di Howard che rivedremo tante e tante volte negli highlights della stagione. Orlando si sfalda, il turco non dà nulla, Lewis trova solo ferri e Howard si innervosisce sotto i colpi di Gasol: e quando anche il catalano inizia a mettersi al lavoro dal post-medio, (61-76 all'ultimo intervallo), per i Lakers si srotola una lunga passerella rossa per tutto il quarto periodo, che definire garbage-time non è possibile soltanto per la presenza dei quintetti titolari (o semi-titolari) sul parquet.
Al fischio finale Kobe sarà MVP delle Finals, coach Jackson indosserà un cappellino celebrativo della raggiunta doppia-cifra di anelli alle dita, e lo stesso Bryant guarderà con sospetto i suoi: "A quattro ci sono arrivato... quasi quasi posso provare ad arrivare a dieci anch'io?".
Orlando Magic-Los Angeles Lakers 86-99
Orlando Magic: Turkoglu 12, Lewis 18, Howard 11, Lee 12, Alston 12, Pietrus 4, Nelson 5, Battie 0, Gortat 4, Redick 8. N.e.: Foyle, Johnson. All.: Van Gundy.
Los Angeles Lakers: Ariza 15, Gasol 14, Bynum 6, Bryant 30, Fisher 13, Odom 17, Walton 2, Farmar 2, Vujacic 0. N.e.: Brown, Mbenga, Powell. All.: Jackson.
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