Beasley esce dalla clinica

Michael Beasley sembra finalmente cominciare a vedere la luce in fondo al tunnel: l'ala dei Miami Heat, ricoverato in clinica a fine agosto per "disordini mentali", si è riaggregato alla squadra per il training-camp di preparazione alla prossima stagione, in partenza martedì prossimo.

Beasley, seconda scelta del draft 2008 e secondo miglior marcatore della franchigia della Florida nella sua prima stagione nei pro (13.9 punti e 5.4 rimbalzi di media a gara), ha spiegato di aver superato quello che, a suo stesso dire, è stato il momento più buio della sua vita, senza però addentrarsi nei particolari.

Il giocatore era spontaneamente entrato in una clinica psichiatrica di Houston dopo aver postato messaggi conturbanti sul suo Twitter ("Feelin like it's not worth livin!!!!" - mi sento come se la vita non avesse più alcun senso - "I feel like the whole world is against me" - mi sento in guerra con tutto il mondo) e aver pubblicato una foto che lo ritraeva con un nuovo tatuaggio sulla schiena e un sacchetto contenente "materiale sospetto". Beasley ha spiegato di non aver nessun problema con sostanze stupefacenti, anzi, di essersi allenato ogni giorno per un'ora e mezza in clinica, ricevendo ampio supporto dall'entourage degli Heat (lo stesso coach Spoelstra è andato a trovarlo tre volte).

"Restare chiuso lì, per così tanto tempo - ha spiegato Beasley - mi ha dato la possibilità di riorganizzare la mia vita e tornare in contatto con me stesso. Dovevo riflettere su quello che avevo fatto nell'ultimo anno, e separare le cose buone da quelle cattive. Sono state le ore più tristi della mia vita, ma ora mi sento molto meglio, sia come giocatore sia come persona. Non sono più un bambino (frase che nella scorsa stagione aveva spesso usato per difendersi quando mostrava gravi segni di immaturità, ndr), ora sono un professionista".