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I 50 anni di Vincenzo Esposito, il pioniere che ha portato il basket italiano in NBA

Daniele Fantini

Pubblicato 01/03/2019 alle 15:01 GMT+1

Vincenzo Esposito è stato il pioniere che ha esportato il basket italiano in America nell'ormai lontano 1995-96, aprendo una pista poi seguita da Bargnani, Belinelli, Gallinari e Datome: in occasione del suo 50esimo compleanno, ripercorriamo le tracce che lo hanno portato dalla sua Caserta a giocare con la maglia dei Toronto Raptors.

Vincenzo Esposito, Toronto Raptors, NBA 1995-96

Credit Foto Getty Images

25 maggio 1995. Un mese prima dell'expansion draft volto ad accogliere in NBA le due neonate franchigie canadesi di Toronto e Vancouver, Vincenzo Esposito inchiostra un contratto triennale con i Raptors. A 26 anni di età e 11 di professionismo sulle spalle (debuttò giovanissimo con la Juve Caserta nel 1984), uno scudetto e una Coppa Italia in bacheca, più una mitica finale di Coppa delle Coppe persa in overtime contro il Real Madrid di Drazen Petrovic, Esposito ha raggiunto la piena maturità cestistica per diventare, assieme a Stefano Rusconi (ingaggiato dai Phoenix Suns), il primo italiano a giocare in NBA.

Il pioniere italiano in America

I Raptors, inizialmente gestiti da Isiah Thomas nelle vesti di gm, vedono in lui il giocatore perfetto per accendere l'entusiasmo dei tifosi in una città multiculturale come Toronto, forte di una nutrita colonia italiana, fattore che poi spiegherà, in parte, i successivi approdi di Andrea Bargnani e Marco Belinelli. Toronto, infatti, ha una propria Little Italy, un sobborgo chiamato Corso Italia e un sobborgo di immigrati italiani (Woodbridge) che ha sviluppato, nel tempo, un suo particolarissimo accento.
Quei Raptors, squadra raccogliticcia affidata alla guida di Brendan Malone (papà di Michael, attuale coach dei Denver Nuggets) e all'estro del rookie Damon Stoudamire, sono destinati a soffrire come tutte le nuove franchigie NBA, ma, allo stesso tempo, diventano pionieri del ritorno del grande basket in terra canadese dopo la fugace esperienza dei Toronto Huskies, sopravvissuti per una sola stagione nell'ormai lontano 1946. È il palcoscenico perfetto per quello che sarà il pioniere per eccellenza del basket italiano negli States, quel Vincenzo Esposito che, nonostante grandi difficoltà, aprirà la strada ai grandi protagonisti azzurri degli anni 2000, da Bargnani a Belinelli, da Gallinari a Datome.
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Vincenzo Esposito affronta Pete Chilcutt al suo debutto in NBA nella partita tra Toronto Raptors e Houston Rockets.

Credit Foto Getty Images

Tra difficoltà e acuti, le notti contro i Knicks

Esposito esordisce il 15 novembre 1995 nella sconfitta per 96-93 contro i campioni in carica degli Houston Rockets di Hakeem Olajuwon e Clyde Drexler: resta in campo 8 minuti e realizza il suo primo punto su tiro libero. Il 5 dicembre, nella sconfitta contro Seattle, arriva anche il suo primo canestro dal campo. Una tripla, ovviamente. Esposito gioca complessivamente 30 partite in una stagione che i Raptors chiuderanno al penultimo posto nella Eastern Conference con un record di 21-61, ma in cui si toglieranno comunque la soddisfazione di battere i Chicago Bulls da record (72-10, poi battuto dai Golden State Warriors da 73-9 nel 2016).
El Diablo gioca a sprazzi (9.4 minuti di media alla fine) viaggiando a 3.9 punti e 0.8 assist a partita con il 36% dal campo. "Vince" o "Zìto", come lo chiamano i compagni in spogliatoio storpiandone il cognome, alterna momenti problematici (quella serata in cui viene letteralmente distrutto da Gary Payton brucia ancora...) ad acuti squilli di tromba, come quelli giunti nel doppio confronto di aprile con i New York Knicks. Il 6 aprile 1996, al Madison Square Garden, gioca 30 minuti uscendo dalla panchina e realizza il suo career-high con 18 punti (5/8 da due e 1/6 dall'arco), 2 rimbalzi, 2 assist e un recupero. Dietro la panchina dei Raptors siede un tifoso di mezza età, che accoglie con stupore il suo primo canestro. È la scintilla che apre uno stranissimo siparietto, condito da dediche "speciali" del Diablo a ogni retina gonfiata. A fine partita, quello stesso signore lo aspetta per salutarlo e dargli un cinque. Esposito ha fatto breccia anche tra i tifosi avversari.
Pochi giorni dopo, il 15 aprile, sempre contro i Knicks, ne mette a referto altri 17 in 21 minuti con 3/7 dalla distanza e 3 assist. Vero, sono due pesanti sconfitte, ma il risultato, per gli apripista, è l'ultima cosa che conta. La strada che collegherà Italia e America, ormai, è tracciata.
  • Le statistiche di Vincenzo Esposito con i Toronto Raptors nel 1995-96
PartitePuntiMinutiRimb.Assist%
303.99.40.50.836.0%

Andata e ritorno...

Trovando spazio nella parte finale della stagione, Esposito gioca la sua ultima partita NBA il 21 aprile 1996 contro i Philadelphia 76ers: nonostante altri due anni di contratto e la possibilità di essere scambiato con gli stessi Sixers, sceglie di rientrare in Italia, firmando con la Scavolini Pesaro. Dieci anni più tardi, nel luglio 2006, sarà alla Summer League di Las Vegas per sussurrare qualche consiglio da bordocampo ad Andrea Bargnani, al suo debutto da prima scelta NBA proprio con la maglia dei Toronto Raptors.
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Andrea Bargnani ha seguito le orme di Vincenzo Esposito, prima scelta dei Toronto Raptors al draft del 2006: ha poi giocato 7 stagioni in Canada.

Credit Foto Getty Images

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