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Il Coronavirus colpisce anche l'NBA: Warriors-Nets si giocherà a porte chiuse

Davide Fumagalli

Pubblicato 11/03/2020 alle 20:47 GMT+1

Ufficiale la decisione di Golden State in vista della gara di giovedì notte contro Brooklyn al Chase Center, una scelta arrivata dopo le consultazioni con la città e la contea, e soprattutto dopo che il sindaco ha vietato ogni evento con assembramenti da più di 1.000 persone per almeno due settimane. Un primo passo che probabilmente adotteranno anche le altre 29 franchigie.

Chase Center, Golden State Warriors

Credit Foto Getty Images

Se in Italia e in Europa sta diventando ormai una spiacevole consuetudine, negli Stati Uniti sta iniziando a diffondersi il Coronavirus e di conseguenza le leghe sportive devono affrontare il problema e prevenire il più possibile l'espandersi del virus. In NBA è stata annunciata la prima partita a porte chiuse: si tratta di Golden State Warriors-Brooklyn Nets di giovedì 12 marzo al Chase Center di San Francisco. La prima di quella che sarà probabilmente una decisione comunque a tutte le franchigie che sono nel pieno della fase finale della regular season.
I Golden State Warriors, tramite un comunicato ufficiale, hanno spiegato che tutti gli eventi in programma al Chase Center fino al 21 marzo, compresi concerti e una partita dei Santa Cruz Warriors di G-League, sono stati cancellati o posticipati. Una scelta arrivata dopo che l'aumento di casi e di contagi nella zona di San Francisco, ha spinto il sindaco London Breed a decidere di vietare in città tutti gli eventi e le manifestazioni che prevedono l'aggregazione di mille o più persone, comprese inevitabilmente le partite dei vice campioni NBA.
"Ci costerà decine di milioni di dollari", ha detto il presidente dei Warriors Rick Welts in conferenza stampa. Dopo la gara coi Golden State partirà per un giro di trasferte e poi tornerà al Chase Center il 25 marzo contro gli Atlanta Hawks: stando al divieto emanato, per quella data potrebbe avere nuovamente il pubblico, ma al momento è difficilissimo fare previsioni, a maggior ragione visto quello che sta accadendo in Europa.
E il resto dell'NBA? In attesa di decisioni ufficiali da parte del commisioner Adam Silver in accordo coi proprietari, si cercano soluzioni alternative per evitare di giocare a porte chiuse o addirittura di terminare anzitempo la regular season. ESPN ha parlato di trasferire le partite che dovrebbero giocarsi nelle città maggiormente coinvolte dal contagio, portandole in zone in cui la situazione al momento è meno complicata sotto l'aspetto sanitario: in questo caso bisognerà capire se il match verrà disputato sul parquet della squadra rivale (qualora non presentasse criticità legate al contagio da coronavirus) o se istituire un campo neutro dove trasferire entrambi i roster.
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