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Statistiche, stile, curiosità: perché Victor Wembanyama sarà la scelta n.1 del Draft NBA per i San Antonio Spurs

Davide Fumagalli

Aggiornato 17/05/2023 alle 15:33 GMT+2

NBA - Victor Wembanyama sarà la prima scelta assoluta del Draft 2023 per i San Antonio Spurs che hanno vinto la Lotteria. Un connubio teoricamente ideale per questo fenomeno francese, un talento che da mesi sta generando un'attesa e una pressione mediatica che non si vedeva da LeBron James nel 2023. "Wemby" è diventato una sorta di rockstar e ha tutto per diventare il numero 1.

Tutti i numeri di Victor Wembanyama, prossimo fenomeno NBA

Il 22 giugno prossimo sarà ufficialmente il primo giorno da professionista NBA di Victor Wembanyama, il giovane fenomeno francese classe 2004 che verrà selezionato con la 1 assoluta del Draft dai San Antonio Spurs, la franchigia che la scorsa notte ha vinto la Lotteria. L'alieno dei Metropolitans è sulla bocca di tutti praticamente da oltre 4 anni, quando era solo un 15enne ma già debuttava in Eurocup col Nanterre, il club della periferia parigina in cui è cresciuto, e da lì il suo nome e le sue gesta sono diventate virali. Sarà l'ennesimo protagonista internazionale della Lega più globale e inclusiva del mondo, appunto la NBA di Adam Silver.
Gli ultimi 12 mesi di Wembanyama sono stati e continuano ad essere una sorta di reality show perchè, a detta di tutti, è il prospetto più atteso e con le maggiori aspettative dai tempi di LeBron James nel 2003. E la possibilità di giocare in una franchigia come gli Spurs e per un allenatore come Gregg Popovich, rendono ancora più intrigante il futuro di questo alieno, celebrato anche dalle attuali stelle NBA come lo stesso LeBron, come Giannis, come Curry, come Thompson, tutti scioccati dalle gesta del nativo di Le Chesnay, figlio di Elodie de Fautereau, ex giocatrice e ora allenatrice (anche i nonni materni sono stati giocatori), e di Félix, origini congolesi ed ex saltatore in alto, in lungo e nel triplo dell'atletica leggera.
Victor Wembanyama sarà dei San Antonio Spurs

Fisico più tecnica, Gobert più Durant: un alieno

LeBron James l'ha definito un alieno. Stephen Curry ha sostanzialmente detto che è uno di quei giocatori che crei al videogioco NBA 2K. Di fatto, Wembanyama è qualcosa che non si è mai visto. Praticamente è un lungo di 225 centimetri di altezza con probabilmente 245 di apertura alare e un peso di poco superiore ai 100 chilogrammi, con un fisico esile, longilineo, magro: quello che sorprende e lascia a bocca aperta sono la sua mobilità, la sua coordinazione e la capacità di fare cose che di solito fanno le guardie di 1.90.
Sembra davvero un prospetto costruito in laboratorio perchè ha gli istinti difensivi e la capacità di proteggere il ferro del connazionale Rudy Gobert (un centro), la capacità di correre il campo in palleggio e di andare in slalom e al ferro come Giannis Antetokounmpo, e l'arsenale offensivo di Kevin Durant, considerato uno dei migliori attaccanti di sempre perchè di fatto una guardia nel corpo di uno che sfiora i 210 di centrimetri. E ci sono tratti anche di Dirk Nowitzki e Kristaps Porzingis. Wembanyama però è un "KD più alto" (lui stesso ha affermato di aver modellato il suo gioco su quello di Durant), in grado di tirare sopra chiunque, anche cadendo indietro, e di colpire sia fronte, sia spalle a canestro. Il suo tiro è immarcabile, molto semplicemente perchè la palla parte da troppo in alto.

Il dominio in Francia coi Metropolitans

La scorsa estate aveva fatto rumore la sua scelta di lasciare l'Asvel Villeurbane di Tony Parker, un club che fa l'Eurolega, per accasarsi ai Metropolitans 92 di Paris-Levallois, formazione che invece non aveva alcun impegno nelle coppe. Si è attirato delle critiche ma alla fine tutto era stato studiato nei minimi dettagli dall'entourage di Victor Wembanyama: l'essere a Parigi come città (i media, la moda, la partita NBA di gennaio, Nike e Jordan), l'essere allenato dal ct della Francia Vincent Collet, l'essere in una squadra dove lui è il fulcro e ha piena libertà di agire, i giorni "liberi" in settimana per dedicarsi al processo pre Draft.
E comunque coi Metropolitans non si è risparmiato, anzi. Ha giocato tutte e 34 le partite di campionato, chiuso al secondo posto con 23 vinte e 11 perse alle spalle del Monaco, ed è il miglior marcatore del torneo con 21.6 punti di media, il miglior rimbalzista a 10.4 (unico in doppia doppia di media), il miglior stoppatore a 3 di media, e il primo per valutazione a 26 (il secondo è a 20.8, Ronald March di Roanne). Tutto questo a 19 anni, al primo vero campionato da professionista, con tutte quelle attenzioni. Senza dimenticare che ha anche giocato 4 partite di qualificazioni ai Mondiali con la nazionale francese, tutte vinte e tutte da assoluto dominatore.

Connubio perfetto con gli Spurs e Popovich

Tra tutte le franchigie in cui poteva finire, i San Antonio Spurs erano chiaramente la prediletta, e l'esultanza di Victor e del suo entourage nel momento in cui è stata chiusa la Lotteria, ha fatto capire la grande soddisfazione. In primis per la presenza di Gregg Popovich, uno dei più grandi allenatori della storia del gioco, un sergente di ferro ma che nella sua carriera ha dimostrato col gioco e coi risultati di saper costuire squadre e giocatori leggendari, Tim Duncan e David Robinson ad esempio, le prime scelte assolute del 1997 e del 1987 rispettivamente.
Poi perchè San Antonio e gli Spurs sono una franchigia ai confini dell'impero in cui ci sono meno pressioni, si può lavorare con più calma lontano dai riflettori e che appunto con Popovich e il general manager RC Buford ha messo in piedi negli ultimi 30 anni una vera e propria cultura, la "Spurs Culture", che è stata portata in giro per il mondo dai tanti allievi ed ex assistenti di Pop, tra cui Ettore Messina. Infine l'aspetto tecnico: Wembanyama si inserirà in una squadra che vanta già tanti buoni pezzi negli altri ruoli, vedi le ali Keldon Johnson e Sochan, le guardie Branham, Tre Jones e Vassell, mentre mancava proprio la stella, il "Re Sole" cui far girare tutti attorno.

Mbappè, i documentari, il tour negli USA: come una rockstar

Come detto, in termini mediatici il paragone può essere solo fatto con LeBron James per attesa, aspettative, pressioni. Solo che Wembanyama arriva 20 anni dopo, con tutti i pro e i contro, e coi social che vivisezionano ogni singolo secondo della sua esistenza. Negli ultimi mesi il 19enne parigino ha vissuto come una rockstar, nè più ne meno: copertine di magazine come Slam e Sports Illustrated, un documentario per ESPN che lo ha seguito con una troupe per alcuni giorni, servizi fotografici all'ombra della Tour Eiffel, presenza in prima fila per la gara NBA di gennaio tra Bulls e Pistons, le foto di rito con Magic Johnson e il commisioner Adam Silver, senza dimenticare i sold-out per le partite dei Metropolitans al piccolo palazzetto Marcel-Cerdan (decisamente meglio nelle gare a Bercy, anche quelle esaurite).
Non solo tifosi e appassionati, anche i vip e le celebrità hanno fatto gara per vederlo: dal rapper J.Cole all'attore Omar Sy, fino al calciatore Kylian Mbappè del Paris Saint-Germain, solo per citarne alcuni che non si sono persi lo show di Wemby tutte le volte che passavano da Parigi. E poi il tour negli Stati Uniti: lo scorso novembre i Metropolitans hanno giocato due gare di esibizione a Las Vegas contro gli Ignite di G-League, la squadra di Scoot Henderson (probabile n.2 al Draft) e Victor è stato devastante davanti ad una schiera di dirigenti e scout NBA, di giornalisti e addetti ai lavori, e anche di stelle come Chris Paul, LeBron James, Anthony Davis e il connazionale Rudy Gobert.
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