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Pagellone: il meglio e il peggio del calcio estero, dal Leicester da sogno al Barcellona dei record

Mattia Fontana

Aggiornato 08/02/2016 alle 10:17 GMT+1

Dal sogno del Leicester e dalla splendida volata per il titolo in Premier League a un gesto da censurare sugli spalti del calcio olandese, passando per un Bayern Monaco che rallenta a pochi giorni dal ritorno in Champions League e per un Barcellona che continua a marciare a passo da record

Leicester

Credit Foto Imago

Voto 10… Alla lotta al titolo in Inghilterra

Se gli aggettivi per la “Ranieri army” iniziano a scarseggiare dopo l’impresa dell’Etihad, il meraviglioso 3-1 con cui hanno sbrigato la pratica Manchester City, non si può che lodare la spettacolarità di un campionato che propone quattro squadre in sei punti. A 53 il Leicester capolista, poi le arci-rivali londinesi Tottenham e Arsenal a 48 e, infine, il deludente City a 47. Con 13 partite ancora da giocare, la sensazione è che il meglio debba ancora venire. Iniziando da Arsenal-Leicester in programma domenica prossima alle 13. Un bel regalo per tutti gli innamorati di calcio.

Voto 9… A Ibra, re di un PSG da sogno

Ogni lunedì, lo stesso discorso. Mettiamo il PSG in classifica o no? E, se lo mettiamo, diamo un voto alto a loro o uno basso alla Ligue 1 meno competitiva di sempre? Beh, perdonateci, ma dopo il successo nel Clasico di Marsiglia, non ci si può esimere da una lode a una squadra che si sta esprimendo su livelli pazzeschi (e, verrebbe da dire, occhio al loro andamento in Champions). 34 partite di imbattibilità in campionato (record in Ligue 1), 9 vittorie consecutive e +24 sul Monaco primo inseguitore. Ma, soprattutto, uno Zlatan Ibrahimovic antologico. Domenica sera si è confermato l’attaccante più incisivo nei cinque principali campionati europei, con 21 gol segnati e 7 assist in 20 partite disputate. Chapeau.

Voto 8… Alla riscossa di Modric

27 partite giocate su 30 e 15 presenze di fila da titolare erano bastate per fugare dubbi sulla sua tenuta atletica dopo un anno più che disastroso. Ma a Luka Modric serviva di più. Il colpo che racchiudesse la magia di un centrocampista unico e molto spesso trascurato. Domenica sera, nella difficoltosa trasferta di Granada, lo ha ritrovato. Una sassata da fuori che ha permesso al Real Madrid di imporsi per 2-1, il suo primo gol dal 27 settembre 2014. Zidane mi aveva detto di tirare di più e l’ho fatto”, ha dichiarato candidamente al termine dell’incontro. Il miglior modo per reagire alla sfortuna. La stessa che lo aveva visto perdere la palla nell’azione del momentaneo pareggio andaluso per via di un blocco involontario dell’arbitro…

Voto 7… Al gran gesto di Fernando Torres

Non segnava dal 19 settembre, è con un piede e mezzo fuori dai progetti di Diego Simeone. Ma la cessione di Jackson Martinez gli ha concesso un minimo di spazio nelle rotazioni dell’Atletico Madrid. E lui ha colto l’occasione per segnare la rete numero 100 con la maglia dei Colchoneros nei 14’ disputati contro l’Eibar. Un traguardo che è nulla se raffrontato allo splendido gesto nel finale di partita, quando Torres è andato a festeggiare con l’uomo che da ragazzino lo aveva portato nel club. Cuore.

Voto 6… Ai numeri di Luis Enrique

Posizione bassina in classifica, perché ormai le cifre pazzesche dei blaugrana costituiscono una notizia non più di tanto sorprendente. Con il successo (non troppo scintillante) di domenica contro il Levante, il Barcellona schizza a 28 partite consecutive interne senza sconfitta. Luis Enrique eguaglia il record di Guardiola, ma non solo. Fa anche meglio di Pep se si confrontano le sue prime 100 partite tra tutte le competizioni. Lucho, infatti, è a quota 80 vittorie contro 71.

Voto 5… Alla forma del Bayern Monaco

Ragioniamo in ottica Champions League. Se la Juventus non brilla, ma nemmeno si ferma e sale a 14 vittorie consecutive, lo stesso non si può dire dei bavaresi. La squadra di Guardiola aveva vinto senza fare scintille nelle prime due uscite del 2016, ma sabato a Leverkusen ha fatto registrare la terza partita stagionale (su 30 match) senza gol segnati. Campanello d’allarme? Meglio non farsi illusioni. Se non altro, a Leverkusen c’è chi ci ha fatto divertire parecchio. Ed era sugli spalti…

Voto 4… Alla Zemanlandia svizzera

Il boemo, dalle nostre parti, fa parlare di sé soprattutto per i messaggi sibillini spediti in direzione Trigoria. E, in molti, si sono dimenticati che è attualmente l’allenatore del Lugano. A ricordarcelo sono i risultati altalenanti dei suoi, terzultimi in Super League e battuti 5-2 in casa dal Vaduz penultimo nell’ultimo turno. 39 gol incassati in 19 partite, peggior difesa del campionato per la Zemanlandia svizzera. In bocca al lupo.

Voto 3… All’avventura spagnola di Neville

La settimana scorsa gli avevamo dato 4. Questa volta scendiamo a 3 e l’impressione è che, se non dovesse intervenire un esonero nel frattempo, si potrebbe andare sempre più in basso. Ebbene sì, la settimana di Gary Neville sulla panchina del Valencia è proseguita con uno 7-0 rimediato al Camp Nou in Coppa del Re ed è terminata con una sconfitta per 1-0 a Siviglia. Il totale nella Liga dice 5 punti in 9 partite, senza neanche uno straccio di vittoria. Enough?

Voto 2… Al terrificante intervento di Sabin Merino

Roberto Musacchio è tornato da soli due mesi dopo la rottura del perone. Ma Sabin Merino non si è fatto problemi ad accoglierlo a Bilbao con un intervento criminale. Di peggio c’è stata soltanto la decisione dell’arbitro Melero Lopez, incapace di andare oltre un cartellino giallo.

Voto 1… Alla politica sui prezzi del Liverpool (e il finale di Mignolet)

Prima “You’ll never walk alone”, poi il “Walk out”, ovvero l’uscita da Anfield in anticipo sul triplice fischio di Liverpool-Sunderland. Circa 10mila tifosi dei Reds hanno optato per un gesto clamoroso durante la sfida di sabato, per protestare contro il caro prezzi voluto dalla dirigenza che porterà, dalla prossima stagione, a 77 sterline il prezzo della “main stand”. Una politica in linea con le strategie recenti della Premier League, sempre meno popolari e sempre più elitarie. Intanto, pare proprio che – assieme ai tifosi – se ne sia andato anche Mignolet. Motivo per cui dal 2-0 fatto registrare al 77’, il Liverpool ha finito per subire due reti nel giro dei 13’ successivi. Che sia un segno?

Voto 0… All’impiccagione di Vermeer

Forse lo zero è anche un voto troppo generoso per il tifoso dell’Ajax che ha deciso di accogliere Kenneth Vermeer con un manichino impiccato sugli spalti. Il portiere tornava ad Amsterdam da portiere del Feyenoord, a due anni dall’addio ai Lancieri. E, evidentemente, c’è chi se l’è sentita di insultarlo così. Pessimo lui, ottimo il sistema di sicurezza che ha permesso di individuare il colpevole e punirlo.

P.S. Il no contest di Ricardinho

In questa super-classifica non poteva mancare la cosa più bella del weekend. Il gol del portoghese Ricardinho, che ha riscritto i canoni dello spettacolo. Certo, arriva dagli Europei di Futsal. Ma potevamo dimenticarlo?
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Ricardinho si alza il pallone, salta il difensore e segna un gol pazzesco!

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