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Calciomercato - Gattuso torna a parlare si sfoga su Repubblica: "Non sono razzista. Mendes? Solo un amico"

Stefano Fonsato

Pubblicato 05/07/2021 alle 18:28 GMT+2

CALCIOMERCATO - Gennaro Gattuso torna a parlare. Dopo il lungo silenzio stampa imposto dal Napoli e l'affaire Fiorentina che impone inevitabili "silenzi contrattuali", Rino ha rilasciato un'intervista al quotidiano Repubblica: "Tottenham? Non sono razzista, ma semplicemente una vittima, come tanti, degli odiatori da tastiera. Commisso? Mai incontrato di persona".

Rino Gattuso, Napoli, Getty Images

Credit Foto Getty Images

"Sul tema commissioni non posso parlare, ma posso ricordare la mia storia. Alleno da otto anni, le mie squadre non hanno mai acquistato giocatori di Jorge Mendes e personalmente non l’ho mai imposto. André Silva al Milan e Faouzi Ghoulam al Napoli già c’erano, ad esempio". Gennaro Gattuso torna a parlare. Dopo il lungo silenzio stampa imposto dal Napoli e l'affaire Fiorentina che impone inevitabili "silenzi contrattuali", Rino ha rilasciato un'intervista al quotidiano Repubblica.

"Mendes? Mai imposto un suo giocatore"

Sull'agente portoghese ha quindi aggiunto: "Mendes è un amico, mi dà consigli per la mia carriera visto che ha grandissima esperienza. Il mercato non spetta a me, ma ai dirigenti. I ruoli li rispetto sempre. Sono ambizioso e voglio giocatori forti e funzionali alla mia squadra e alla mia filosofia tecnico-tattica, indipendentemente dal loro procuratore".

"Commisso? Mai incontrato di persona"

Quindi, stuzzicato sul presidente della Fiorentina Rocco Commisso, ha commentato: "Non posso parlare di questo tema, anche perché è una persona che dal vivo non ho mai incontrato".

Tottenham? Sono vittima degli haters

Non solo Fiorentina. L'inizio estate di Gattuso è stato tormentato anche dal polverone sollevato dai tifosi del Tottenham, subito dopo il suo accostamento alla panchina degli Spurs: "Non sono affatto razzista. Né sessista, né omofobo. Sono state travisate mie vecchie dichiarazioni. Perché non chiedete ai miei vecchi compagni o giocatori che ho allenato, che tipo di rapporto ho avuto con loro? Mi hanno chiamato 'terrone' in tutti gli stadi. E ora, semplicemente, come tanti, sono vittima dell'odio da tastiera".
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