Aleix Vidal, dalla terza serie all’eredità di Dani Alves

Il Barcellona campione di tutto si è assicurato il laterale del Siviglia per 18 milioni di euro più 4 di bonus: basterà lui per far dimenticare il dirompente brasiliano? Alcune sensazioni fanno pensare proprio di sì (foto AFP)

Barcelona's new Spanish defender Aleix Vidal gives the thumbs up

Credit Foto AFP

Lo scetticismo è lecito. Il Barcellona lascia partire Dani Alves a cuor leggero, senza guadagnare un euro e non potendo utilizzare il suo successore fino al primo gennaio prossimo. E, soprattutto, individua il suo erede in un giocatore con due soli anni di esperienza nella Liga spagnola e 26 anni da compiere fra due mesi. Poi, però, basta aggiungere il nome di Aleix Vidal, ripensare alla cavalcata del Siviglia in Europa League (in particolar modo alla devastante prestazione nel 3-0 inflitto alla Fiorentina e condito da una sua doppietta) e le cose cambiano. Perché il laterale spagnolo che ha appena firmato un contratto con il Barcellona sino al 2020 è stato uno dei protagonisti dell’armata di Unai Emery. E, adesso, sogna a ragione di potersi imporre anche in Catalogna.

QUANDO SI DICE LA GAVETTA

Se si considera anche il settore giovanile, Vidal può essere ritenuto un cavallo di ritorno al Camp Nou. Nel 2001-02, infatti, milita nell’infantil B del Barcellona, prima di vivere due anni al Real Madrid (cadete A e juvenil C, dettaglio però accuratamente non menzionato da Jordi Mestre, vicepresidente culé, durante la presentazione ufficiale, dove non si è parlato nemmeno della sua fede madridista). Ma, appena passa tra i professionisti, i ghirigori della sua carriera divengono incredibili. Cosa che accade nel 2008, quando l’Espanyol lo porta nella squadra B. Finisce in prestito al Panathinaikos, non convince e viene ceduto al Gimnastic di Tarragona. Una squadra di seconda divisione che crede talmente poco in lui da farlo giocare con la società satellite del Pobla de Mafumet, un campionato sotto. Nel 2010 lo compra il Maiorca per la seconda squadra e, anche lì, non resta più di una stagione. A 22 anni, la voglia di gettare la spugna non è così. Eppure non è così. Tutto cambia nell’estate del 2011, quando si trasferisce in Andalusia e all’Almeria nello specifico. Preso anche questa volta per la seconda squadra, viene quasi subito inserito in quella principale. Si tratta ancora di Segunda Division, ma solo per due anni. Vissuti tutti da titolare inamovibile, così come la prima Liga, quella del 2013-14 (38 presenze in campionato, 42 in stagione con 7 gol complessivi). Il Siviglia lo prende per 3 milioni di euro e diventa una delle colonne della formazione di Emery vincitrice dell’Europa League. Un anno talmente magico da valere la chiamata del Barcellona per 18 milioni di euro più 4 di bonus.
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Aleix Vidal

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LE COINCIDENZE: ALBA, EMERY E SIVIGLIA

La sua carriera è la classica parabola di un giocatore arrivato al top dopo una lunga gavetta. La sua storia, invece, è infarcita di una serie di coincidenze non male. La prima è di fondo e riguarda quel legame speciale tra Barcellona e Siviglia, una strada che nel corso degli ultimi anni ha portato in Catalogna Seydou Keita (2008), Adriano (2008), Ivan Rakitic (2014) e, ovviamente, anche Dani Alves (2008). Il suo predecessore, un laterale che gli lascerà in dote un’eredità pesantissima. Anche lui arrivò nel 2008 con le doti di esterno alto capace di adattarsi anche in difesa, sostanzialmente il percorso tattico di Vidal, che nel corso dell’ultima stagione è stato spesso arretrato da Emery. Proprio il tecnico che fece altrettanto con Jordi Alba nel corso dei tre anni vissuti assieme a Valencia, un altro rifinito come terzino prima del grande salto in Catalogna. E qui chiudiamo il quadro. Perché sì, Vidal e Alba hanno giocato assieme nella già menzionata stagione 2001-02, proprio nell’infantil B del Barcellona.

FISICITA’, DUTTILITA’ E TECNICA

Ma Vidal può confermarsi al Barcellona? La domanda resta questa. Una domanda alla quale non possono bastare come risposte il fatto che sia catalano (del 30 dicembre 2013 la sua prima convocazione con la “selezione” locale) e che Vicente del Bosque lo abbia chiamato per la prima volta lo scorso 25 maggio. Semmai, è ben più utile ricordarsi quella freccia sulla catena di destra nel 4-2-3-1 di Emery. Quella che ha fatto il vuoto contro la Fiorentina, partendo da terzino destro e chiudendo gran parte delle giocate in posizione da ala. Una spinta impressionante a livello fisico coadiuvata da ottimi mezzi tecnici, gli stessi che gli permettono di giocare da autentico polivalente anche sulla fascia sinistra. Non sarà Dani Alves, mix unico di irruenza e raffinatezza, ma se ci si deve separare dal brasiliano può essere un ottimo rimpiazzo, un laterale comunque in grado di segnare 4 gol regalando 5 assist e 24 key-passes nell’ultima Liga. Dovrà completarsi ulteriormente a livello difensivo (in fase di pressing, invece, Emery gli ha già insegnato tutto), anche perché in una squadra come il Barcellona verrà inevitabilmente individuato dagli avversari di turno come il ventre molle su cui fare leva. Però la voglia di emergere sarà tutta dalla sua. La stessa che lo ha portato dalla terza divisione al Camp Nou, passando per l’Andalusia. Non è poco, se ci pensate.
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Vidal Dani Alves

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Il confronto statistico tra Vidal e Dani Alves, via Squawka
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