Draxler, Götze e i loro nonni: i 9 migliori tedeschi della Serie A

Dagli interisti Matthäus, Klinsmann, Brehme e Rummenigge a Bierhoff, Briegel, Möller e Haller: quando la Germania diventa protagonista in Italia

Andreas Möller, Stefan Reuter Juve - BVB 1993

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Julian Draxler o Mario Götze: la corsa al trequartista da parte della Juventus sembra ormai circoscritta alla Germania. Senza contare che Sami Khedira è già a Torino da qualche settimana, preso a parametro zero dopo la scadenza del suo contratto con il Real Madrid. Una passione teutonica che riporta indietro di una ventina e passa d'anni, quando a vestire il bianconero erano i vari Köhler, Möller, Hässler. Ma non c'è solo la Juve ad aver puntato sui calciatori tedeschi. Anzi. Dagli interisti Mätthaus, Brehme, Klinsmann e Rummenigge al milanista Bierhoff, ecco un ripasso dei migliori rappresentanti sbarcati nel nostro campionato.
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2015, infografico Julian Draxler infolab, Eurosport

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Karl-Heinz Rummenigge

Presentato in pompa magna prima di una sfida contro la Juventus di inizio 1984, inizia la propria avventura all'Inter qualche mese dopo. Va bene, non benissimo, anche a causa di qualche infortunio di troppo. Ma il mondo nerazzurro, che ancora ricorda la sua straripante potenza offensiva e un gol in sforbiciata in una sfida contro il Torino del campionato 1985/86, non l'ha mai dimenticato.
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Rummenigge all'Inter

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Lothar Matthäus

Personalità, donne e mogli come ciliege, qualche polemica, ma soprattutto un apporto fondamentale per le sorti dell'Inter trapattoniana: sua la punizione bomba contro il Napoli che, di fatto, regala ai nerazzurri lo Scudetto dei Record nel 1989. Il suo anno magico è però il 1990: successo mondiale nella finale di Roma contro l'Argentina e Pallone d'Oro vinto qualche mese più tardi.

Andreas Brehme

Ufficialmente fa il terzino sinistro, ma il rigore decisivo nell'ultima notte magica del 1990, la finale mondiale contro l'Argentina, lo calcia (e lo segna) con il destro. Stranezze di un interprete sublime del ruolo, che all'Inter forma la triade tedesca assieme a Matthäus e poi a Klinsmann. C'è lui al terzo posto della classifica del Pallone d'Oro dopo la prodezza dell'Olimpico.
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Brehme e Matthäus

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Oliver Bierhoff

Ascoli, Udinese, Milan e pure Chievo: dove passa, il centravantone di Karlsruhe lascia sempre il segno. Gli anni migliori in terra friulana sotto l'ala di Alberto Zaccheroni, che poi se lo porta al Milan vincendo l'impensabile titolo del 1999. Praticamente impossibile da fermare sui palloni alti, regala lui alla Germania l'Europeo del '96 con una doppietta in finale. Colto e preparato, oggi è Team Manager della nazionale.
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Tedeschi bierhoff

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Jürgen Klinsmann

La Gialappa's Band lo soprannomina 'la pantegana bionda', ma l'ex Bayern sotto porta ci sa fare eccome: firma 13 reti nella sua prima stagione all'Inter e 14 nella seconda. Meno positiva l'esperienza alla Sampdoria nel 1997/98, durata solo pochi mesi. Oggi ct degli Stati Uniti dopo aver guidato la Germania alle semifinali dei Mondiali del 2006, parla ancora un italiano fluente a due decenni di distanza.

Rudi Völler

"Vola, tedesco vola": come dimenticare il coro riservato dai tifosi della Roma al baffuto centravanti? Preso per 5 miliardi e mezzo dal Werder Brema, nella Capitale, Völler mette le ali solo per due stagioni, corredate dal successo in Coppa Italia nel 1991. Torna in giallorosso nel 2004, stavolta da allenatore, ma è un flop: 4 sole partite e dimissioni.
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Rudi Völler con la maglia della Roma

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Andy Möller

Eccolo, l'ultimo erede di Draxler o Götze. Con la Juventus è amore e odio: nel 1993 vince una Coppa UEFA contro il suo ex Borussia Dortmund, ma 4 anni più tardi, stavolta in maglia giallonera, fa un bello scherzetto alla Signora, scippandole la Champions League di Monaco di Baviera. In campo fantasista, fuori mai banale e spesso polemico a causa di un caratterino non semplice da gestire.

Hans-Peter Briegel

L'Italia lo scopre veramente nella finale mundial del 1982, quindi lo abbraccia due estati più tardi: a portarlo a casa è il Verona, che con il danese Elkjaer imbroccherà l'ambo vincente laureandosi campione d'Italia nel maggio del 1985. Briegel giocherà poi anche con la Samp, con meno gloria. La prima in A? Contro il Napoli dell'esordiente Maradona. Con tanto di marcatura a uomo asfissiante su Dieguito.
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Hans-Peter Briegel in maglia Samp

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Helmut Haller

Non c'è più ormai da 3 anni, ma nella memoria dei tifosi più anziani di Juventus e Bologna è ancora presente più che mai: in Emilia vince lo scudetto del 1964, a Torino si ripete con una doppietta quasi 10 anni più tardi. Ala sopraffina che abbina la potenza tedesca a una qualità da altre latitudini, fuori dal campo si costruisce la fama di viveur.
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