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I conti dell’Inter: non è detto che Kovacic venga ceduto
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Pubblicato 26/06/2015 alle 12:36 GMT+2
Il bilancio dei nerazzurri chiuderà ancora con un pesante passivo, come accaduto negli ultimi anni. I pagamenti dilazionati in più rate e i prestiti, però, permettono di andare avanti senza sacrifici immediati. L'obiettivo dell'Inter in questa sessione, teoricamente, dovrebbe essere quello di guadagnare (in termini di bilancio) una ventina di milioni di euro per rientrare nei parametri Uefa
Kovacic Inter
Credit Foto LaPresse
Il roboante mercato nerazzurro visto fin qui, dunque, non è affatto casuale. Probabilmente, se come sembra arrivasse anche Imbula, uno tra Shaqiri, Hernanes e Guarin (senza però minusvalenze) potrebbe salutare, per portare denaro utile. Intanto tra cessioni prestabilite e tagli, la società nerazzurra si sta muovendo per evitare di ridimensionare la rosa. Con lungimiranza l'operazione di rilancio può essere davvero completata. E se andassero in porto tutte le partenze dei giocatori in esubero (Nagatomo, Kuzmanovic, Botta ecc), ci sarebbe il tempo anche per un ultima "aggiustatina" davanti (Jovetic? Perisic? Qualcuno comunque in prestito con riscatto successivo).
Per capire le reali possibilità di calciomercato delle principali squadre italiane, abbiamo deciso di fare un viaggio attraverso le situazioni finanziare dei nostri club. Juventus, Inter, Milan, Lazio, Roma, Napoli, Fiorentina, Genoa e Sampdoria le società che abbiamo preso in esame. Situazione del bilancio economico, introiti, investimenti, rispetto del fair play finanziario, licenze Uefa e spese previste. Un check-up totale prima che il mercato entri davvero nel vivo, per comprendere quando una trattativa è davvero percorribile e quando, al contrario, parte già semi-impossibile da realizzare.
LA PRIMA PUNTATA: I conti della Juve: Oscar o De Bruyne solo se si vende
LA SECONDA PUNTATA: I conti del Milan: Doyen o no, i “colpi” ci saranno
BILANCIO – Il risultato netto degli ultimi bilanci nerazzurri (l’ultimo disponibile ufficialmente è quello del 2013/14, mentre quello della stagione 2014/15 sarà tra qualche mese, visto che si chiude al 30 giugno) è sempre stato semi-disastroso. Il passaggio di proprietà tra Moratti e Thohir è servito a ridurre (visibilmente) i debiti con le banche, ma i conti nerazzurri sono sempre rimasti preoccupanti. Dai meno 87 milioni del 2010/11 ai meno 85 milioni del 2013/14, l’Inter ha confermato il suo status quo di società italiana con il risultato netto di bilancio (di gran lunga) peggiore. Va specificato che il bilancio consolidato nerazzurro sull'esercizio 2013/14 ha censito un rosso di 103 milioni, al netto della mega-plusvalenza per il conferimento del ramo d'azienda. E per il 2014/15? Per quest’anno gli esperti di economia, tra cui il sito “Calcio e Finanza” che su questi calcoli è molto attendibile, quantificano un “rosso” attorno ai 50 milioni di euro, ovviamente non ancora in linea con i parametri del fair play finanziario.
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Bilancio Inter
Credit Foto Eurosport
FAIR PLAY FINANZIARIO: LA MULTA DI 20 MILIONI L’INTER LA PAGA SOLO SE VA IN EUROPA – Chiariamo subito una cosa che tanti non hanno compreso: la multa di 20 milioni di euro (6 subito, 14 se entro un anno non saranno rispettati i criteri) comminata dall’Uefa all’Inter per il mancato rispetto dei fair play finanziario, dovrà essere saldata solo nel caso l’Inter partecipi alle Coppe e proprio sui guadagni ottenuti in Europa. Esempio: se l’Inter nel 2016/17 partecipa alla Champions e non ha ancora i parametri in regola pagherà sei milioni sui primi sei milioni guadagnati (scalati dalla partecipazione ai gironi). In pratica l’Inter non dovrà sborsare nulla di tasca propria e comunque non dovrà farlo quest’anno, visto che alle coppe non parteciperà. L’Uefa chiederà delle dimostrazioni all’Inter dal 2016/17, riguardanti la stagione precedente e in particolare: bilancio in passivo di al massimo 30 milioni per il 2015/16 e in pareggio nel 2016/17, limitazioni al monte ammortamenti, limitazioni all’indice riguardante il rapporto fra stipendi dei giocatori e ricavi, confermare con i fatti un miglioramento della situazione economico-finanziaria. Ce la farà l’Inter? Non è dato saperlo, ma, checché se ne dica, sta agendo in quella direzione, con meno veemenza rispetto a quanto chiesto dall’Uefa, ma con un progetto ambizioso.
GLI ACQUISTI GIÀ FATTI: DILAZIONARE (PER ORA) CONVIENE – “Ma come fa l’Inter a spendere tutti i quei soldi con la situazione economica disastrosa che si ritrova?”. È questa la cantilena/ritornello che si può udire in qualsiasi discussione tra tifosi in questo inizio d’estate. Dove trova i soldi? Come fa dopo Miranda (non ancora ufficiale, ma certo), Murillo, Kondogbia, i riscatti di Shaqiri e Brozovic, il rinnovo di Icardi e (probabile) di Handanovic, a puntare anche Montoya e Imbula? Quesito legittimo, ma risolvibile se si guarda il modo in cui l’Inter ha comprato tutti questi giocatori. Lo stesso Kondogbia è stato sì pagato dai nerazzurri 30 milioni più 6 di bonus, ma i 30 milioni sono pagabili in tre rate. Indi per cui la sua influenza nel suo primo anno in nerazzurro, tra stipendio e cartellino, sarà di 14 milioni di euro. Lo stesso Shaqiri verrà riscattato a rate, così come Brozovic. Mentre per Miranda, Murillo e anche Imbula si tratterà di prestito, con riscatto successivo. Insomma, come per Juventus e Milan, la possibilità, ormai metodica, di dilazionare i pagamenti, permetterà all’Inter di incidere relativamente poco nel bilancio annuale. Un calcolo: diciamo approssimato tra i 30 e i 35 milioni di euro fin qui (compreso il probabile prestito di Imbula).
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Kondogbia posa con Stankovic e e Fassone con la maglia numero number 7 - www.Inter.it
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ULTIMI 5 ANNI DI MERCATO – Parentesi dovuta. Nell’ultimo quinquennio (da stagione 2010/11 a stagione 2014/15) l’Inter ha fatto registrare un passivo di calciomercato di quasi 31 milioni di euro (precisamente 30,54). Cioè ha speso molto di più di quanto incassato per le cessioni. Curioso, ma ovviamente non casuale, è notare che in realtà è stata proprio l’annata del passaggio di proprietà tra Moratti e Thohir (2013/14) quella in cui l’Inter ha profuso gli sforzi economici maggiori (spesi 57 milioni, con un passivo di 43). Nell’ultimo anno, 2014/15, dal punto di vista del mercato la gestione è stata più accurata, anche perché i giocatori arrivati a gennaio (da Shaqiri a Podoski) sono stati presi in prestito con riscatto e quindi non incidono nel mero bilancio di mercato stagionale. Ciò ha permesso, addirittura, di chiudere la stagione appena conclusa con un surplus di quasi 2 milioni di euro nel confronto acquisti/cessioni.
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Bilancio Inter
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KOVACIC PARTE? NON È DETTO, MA C’È BISOGNO DI 50 MILIONI (GIÀ IN PARTE RIAVUTI) – Per la situazione finanziaria attuale, per evitare un futuro di completa austerity, per quanto detto in precedenza e per rientrare dei 30-35 milioni elargiti in questa sessione e accorciare di altri 20 il probabile -50 del bilancio 2014/15 (spiegato sopra), portandolo a -30 a fine 2015/16, l’Inter avrà bisogno già in questa sessione di guadagnare qualcosa. Quanto? Una ventina di milioni in più di quanto spenderà . In parte lo ha già fatto, “tagliando” Podolski , vendendo Alvarez (11 milioni, verrà riscattato dal Sunderland nonostante le scaramucce), liberando nel gioco delle comproprietà Benassi (3,5 milioni da Toro), vendendo Bianchetti (promesso al Verona dall’1 luglio), Botta (Sudamerica) e Andreolli, Nagatomo e Kuzmanovic (12/15 milioni compresi i risparmi sugli ingaggi per gli ultimi 4). Il gruzzoletto, quindi, ed è proprio questa l’idea della dirigenza nerazzurra e di Mancini, si può ottenere anche senza per forza una cessione significativa. Detto questo, è normale che con Imbula, Kondogbia, Brozovic, Shaqiri, Kovacic, Guarin ed Hernanes qualcuno sia di troppo. Ma senza aver fretta e senza assilli, l’Inter potrà ascoltare le offerte e decidere a chi rinunciare per completare l’opera. Uno partirà sicuro? Non è detto nemmeno questo, ma è probabile: sarebbe una questione di organico e di bilancio.
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Stevan Jovetic of Manchester City (Reuters)
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ESTATE 2015: POSSIBILITÀ REALI DI ACQUISTO – Il club milanese con Imbula e magari Montoya, avrebbe quindi finito il mercato? No, assolutamente. Se completate operazioni in uscita (tagli, esuberi e una cessione) la somma guadagnata fosse vicina ai 50 milioni di euro, l’Inter potrebbe tentare qualche altro ritocco offensivo (Jovetic? Perisic?). Sempre con la formula dilazionata (prestito e poi riscatto futuro), sempre con il concetto che accumuna fin qui le milanesi: tentare, senza esagerare nell’immediato, di costruire una squadra che possa arrivare in Champions League. Con le entrate garantite dalla massima competizione europea per club nel 2016/17, a quel punto, anche il rispetto dei parametri Uefa sarebbe più facile da ottenere. Un circolo vizioso, certo. Perché se l’Inter fallisse anche il prossimo anno l’approdo in Champions (considerato anche il monte ingaggi che quest’anno si alzerà parecchio), i conti inizierebbero ad assumere un passivo incontrollabile.
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