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Salihamidzic: "Juve, Bayern e il mio cuore a metà"

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Aggiornato 01/04/2013 alle 22:39 GMT+2

Il grande ex della sfida inquadra il doppio confronto dei quarti di finale di Champions League in ESCLUSIVA: “Sono legato in modo incredibile a entrambi i club, avrei voluto vederli di fronte soltanto nella finale di Wembley”

Publikumsliebling und Kämpferherz: Hasan Salihamidzic

Credit Foto Imago

È arrivato alla Juventus nell’estate 2007, quella del ritorno in Serie A, e subito è entrato nel cuore dei tifosi bianconeri per attaccamento alla maglia, grinta e voglia di vincere. Parliamo di Hasan Salihamidzic, il grande ex della sfida che vedrà gli uomini di Antonio Conte contrapposti al Bayern Monaco nei quarti di finale di Champions League. Dopo nove anni con i bavaresi e quattro stagioni a Torino, ”Brazzo” ha chiuso la carriera nel giugno scorso al Wolfsburg. Adesso risiede a Monaco di Baviera con la propria famiglia e muove i primi passi in quella che potrebbe essere la sua nuova carriera, quella di giornalista televisivo. Un mestiere che gli piace parecchio e che recentemente lo ha anche portato a Torino per incontrare quello che ormai è divenuto un amico, Gigi Buffon, in occasione di una splendida intervista trasmessa dalla tv tedesca. A lui abbiamo chiesto in ESCLUSIVA di introdurre il big-match di Champions League.
-  Riavvolgiamo il nastro e guardiamo al passato. Come è giunto alla decisione di passare alla Juventus dopo otto anni di Bayern Monaco?
“Prima di tutto voglio dire che è stata un’esperienza bellissima quella di Torino, anche se per un anno circa sono stato infortunato. È stato un grande dono per me e la mia famiglia. Ho deciso di andare alla Juventus perché ho giocato nove anni per il Bayern Monaco e ho vinto tantissimo, tutto quello che si poteva vincere. Ma tutti quelli con cui avevo vissuto i momenti migliori erano andati via. Così ho deciso anche io di provare l’esperienza all’estero, anche per dare qualcosa in più alla mia famiglia. È arrivata l’offerta della Juventus, una squadra per cui avevo sempre tifato, e ho detto sì. Ma l’ho fatto anche perché non era scontato che riuscissi a impormi. Non dimenticatevi che ho firmato a gennaio 2007, quando la Juventus era ancora in Serie B. Rischiavo di passare dal Bayern Monaco alla cadetteria italiana. Ma ero convinto che sarebbe stata una scommessa giusta e così è stato. È stata un’esperienza meravigliosa”.
- Qual è stato il momento più bello in bianconero?
“Credo che la partita che sia più importante sia stata quella in cui ho segnato due gol contro il Milan (12 aprile 2008, vittoria per 3-2 della Juventus, n.d.i.). Una serata davvero incredibile che non dimenticherò mai”.
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Juventus' Hasan Salihamidzic celebrates after scoring against Parma during their Italian Serie A match

Credit Foto Reuters

- Il compagno più forte con cui ha giocato?
“Difficile scegliere. Pensate che ho giocato con Del Piero, Buffon, Nedved, Camoranesi e Trezeguet. Questi non erano solo grandi giocatori, ma ottimi ragazzi. Siamo ancora grandi amici. A testimonianza che non è stata soltanto un’esperienza calcistica, ma anche di vita”.
- Ha sentito qualcuno dei suoi ex compagni in vista di Bayern-Juve? Hanno chiesto notizie?
“Con Buffon ci sentiamo spesso, così come Chiellini. Ci sentiamo quasi ogni giorno perché siamo grandi amici. Devo dire che per noi tutti questa partita arriva troppo presto. Speravo che potesse essere la finale di Wembley. Però posso assicurarvi che Buffon e Chiellini sono contenti e fieri di poter affrontare il Bayern Monaco, saranno due grandi partite”.
- Ha qualche rimpianto per non aver chiuso la sua carriera alla Juventus? Sarebbe arrivato Conte…
“Mi dispiace non aver lavorato con Conte, perché sono sicuro che saremmo andati d’accordo. A lui piacciono molto i giocatori che lavorano intensamente in allenamento e sono sicuro che ci saremmo intesi a meraviglia. E poi il fatto di non aver giocato allo Juventus Stadium onestamente è stato un peccato. Ma ho giocato quasi vent’anni ed era giunto il momento di cambiare”.
- La Juventus è il club che ha vinto più scudetti, il Bayern Monaco più Meisterschale. Può spiegarci qual è la vera differenza tra queste due società?
“Sono tutte e due grandissime. Entrambe sono organizzate in modo incredibile, con una mentalità vincente. Nel Bayern Monaco è tutto perfetto, ognuno sa quello che deve fare. Ma la Juventus non è da meno. Sono club abituati a vincere”.
- Lei segue da vicino la Bundesliga, che Bayern Monaco è quello che affronterà la Juventus?
“E’ una squadra che negli ultimi tre anni è arrivata due volte in finale di Champions League. Negli ultimi tre anni non hanno mai perso tante partite, ma lo stesso vale per la Juventus che dall’arrivo di Conte non ha praticamente mai perso. È nel pieno di un grande ciclo vincente, così come i bianconeri”.
- Qual è il loro punto debole?
“E’ difficile trovarne in entrambe le squadre. Posso dire che nelle ultime settimane il Bayern Monaco non ha giocato come era accaduto da gennaio in avanti. Non sono nel momento migliore di forma. Ma hanno un vantaggio siderale sulla seconda in Bundesliga, hanno vinto la partita con l’Arsenal 3-1 in trasferta e per questo forse hanno anche perso il ritorno. Forse è mancata qualche motivazione”.
- In Baviera come è stato vissuto il sorteggio? C’è ottimismo per il doppio confronto con la Juventus?
“La convinzione è che il Bayern Monaco possa sempre passare, contro chiunque. Se sono al top sono i favoriti. Ma adesso per me non lo sono. Per me il Bayern Monaco può vincere contro chiunque, ma la Juve è una squadra difficilissima da affrontare. Una squadra che non ha punti deboli”.
-  Qual è il giocatore da temere di più?
“Sono due. Ribery e Schweinsteiger, sono due giocatori decisivi che fanno la differenza. Ribery ci mette la qualità in avanti, Schweinsteiger dà il ritmo alla partita. Con i suoi passaggi detta i tempi di gioco come Pirlo nella Juventus”.
- Da quando è arrivato Conte a centrocampo la Juventus ha trovato un leader come Marchisio, l’ha sorpreso?
“Lo sento spesso, adesso è diventato un giocatore vero e glielo dico ogni volta che lo sento. Lui ride, ma è la verità. Prima era un giovane, adesso è diventato un uomo. Ha imparato tanto, anche da me (ride, n.d.i.). Si inserisce bene, fa quello che deve fare un centrocampista moderno. È pericoloso in attacco e protegge la difesa. Adesso sì che è un grande”.
- Tornando alla partita, peserà più il fattore Allianz Arena o il fattore Juventus Stadium?
“Sarà importante sfruttare il fattore campo. Servirà anche la spinta dei tifosi in questa partita, serve il dodicesimo uomo. All’Allianz Arena c’è un’atmosfera fantastica, è uno stadio bello e quando il Bayern Monaco gioca bene i tifosi si fanno sentire. Voglio anche io vedere chi delle due tifoserie si farà sentire di più. Andrò anche io allo stadio sia per l’andata che il ritorno e non vedo l’ora di gustarmela”.
-  Quando sarà lì per chi tiferà?
“Me l’hanno chiesto in tanti. Da un lato c’è il Bayern Monaco. Dove sono stato nove anni, la squadra della città in cui vivo e dove sono nati i miei figli. Dall’altra parte la Juventus, dove giocano amici veri. Posso dirle una cosa. Nel mio petto battono due cuori e so che purtroppo uno dei due sarà triste la sera del 10 aprile. Non riuscirò a tifare, mi dispiace”.
-  Qual è il suo pronostico della sfida? Chi passerà il turno?
“Non lo so. Vedo un grandissimo equilibrio. Come le dicevo, però, credo che il Bayern Monaco non sia nel momento migliore e quando stai così diventa difficile fare la partita perfetta, al top, come sarà richiesto sin dall’andata. Qualche punto interrogativo c’è anche perché la Juventus mi sembra più stabile. Difende bene, tutti corrono tanto. Per questo dico che saranno due partite in cui deciderà lo stato di forma del giorno e qualche dettaglio”.
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