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Tre mosse per rendere Juventus-Bayern Monaco una sfida possibile

Mattia Fontana

Aggiornato 23/02/2016 alle 10:08 GMT+1

I bianconeri si avvicinano al match più importante della stagione con la consapevolezza di essere profondamente mutati rispetto al doppio confronto nei quarti di finale della stagione 2012-13: la chiusura degli spazi in difesa e la possibilità di aggirare il pressing saranno decisivi, almeno quanto le qualità di Pogba e Dybala

Paul Pogba Paulo Dybala Juventus 2016

Credit Foto LaPresse

Se non è l’avversario peggiore, poco ci manca. La Juventus vice-campione d’Europa non è stata affatto fortunata al momento del sorteggio degli ottavi di Champions League. E, adesso, si troverà di fronte una montagna difficile da scalare come il Bayern Monaco. Non tutto, però, è perduto. Anche perché, dal sorteggio dello scorso dicembre ad oggi, i bianconeri hanno notevolmente aumentato le proprie certezze. Proviamo a capire come trasformare questo confronto in una sfida possibile, come sempre con l’aiuto di Wyscout.

Chiudere gli spazi, prima di tutto

Togliere le linee di passaggio all’avversario senza esserne soffocati dal ritmo, tamponare sulla propria trequarti senza retrocedere all’interno dell’area. Se c’è un passo avanti netto tra la gestione di Conte e quella di Allegri è la gestione dei ritmi e della fase difensiva. Non soltanto perché la Juventus, in questo 2016, ha subito soltanto una rete e Buffon ha 836’ di imbattibilità all’attivo. Ma perché i bianconeri, adesso, non soffrono quando devono subire. Sembra un paradosso, ma è la realtà di una squadra che sembra in grado di restituire all’avversario gli urti subiti in fase di non possesso. Da qualche mese a questa parte, la Juventus è stata anche messa alle corde. Però, alla fine, ha quasi sempre affondato il colpo in modo decisivo. La prova del nove, in campo nazionale, è giunta dal match di una settimana fa contro il Napoli. In Europa, lo sarà necessariamente la sfida al Bayern Monaco. Un test molto simile dal punto di vista tattico. Sia che Allegri scelga la difesa a tre che quella a quattro, due moduli che - con il passare del tempo - si stanno assomigliando sempre di più in fase di non possesso.
Un'azione tratta da Juventus-Napoli 1-0
La fase offensiva del Napoli nello scontro diretto di Torino. L’equilibrio difensivo della Juventus ha spesso cancellato gli spazi che la squadra di Sarri cercava negli ultimi 25 metri con i consueti movimenti senza palla. Colpa della scarsa verve partenopea, certo. Ma soprattutto merito della maestria difensiva bianconera.

Il fattore pressing

Riavvolgiamo il nastro. Tre anni fa la miglior Juventus di Conte incrociò l’ultimo Bayern Monaco di Jupp Heynckes (quello che poi si sarebbe laureato campione d’Europa) nei quarti di finale di Champions League. Non fu un doppio confronto felice. I bianconeri furono gelati da un gol in apertura di Alaba che diede un indirizzo chiaro a un confronto finito in modo netto a favore dei tedeschi. Il problema principale a livello tattico, però, fu legato all’incapacità della Juventus di sviluppare il famoso gioco di Conte. La causa principale risiedeva nel pressing asfissiante applicato sin dalle prime battute da Mario Mandzukic, allora attaccante bavarese. Bastò quasi soltanto lui a mandare in tilt l’impostazione del gioco bianconero. Il rischio c’è ancora, perché nel frattempo il Bayern Monaco ha addirittura ampliato le proprie opzioni in fase di pressing grazie alle implementazioni tattiche di Guardiola. Ma, a differenza di tre anni fa, la Juventus ha cambiato parecchio lo sviluppo della manovra. Meno frenetico, meno incentrato su Pirlo. E, quindi meno attaccabile nelle sue fasi iniziali.
Un'azione da Bayern Monaco-Juventus del 2013
Il pressing di Mandzukic in Bayern Monaco-Juventus 2-0, andata dei quarti di finale del 2013. Il croato andava in pressing sistematico su Buffon quando il portiere bianconero provava a impostare l’azione. Una situazione tattica che creò parecchi problemi allo sviluppo della manovra juventina, come sempre orchestrato sull’asse Buffon-Bonucci-Pirlo. La presenza di Lewandowski non dovrebbe cambiare molto nello scacchiere tedesco, mentre l’eventuale possibilità di schierare Mandzukic sarebbe determinante per Allegri in modo da andare ad applicare un minimo di pressing su Neuer e Xabi Alonso.

L’importanza delle individualità: Pogba e Dybala

Al terzo anno di gestione Guardiola, si può dire che il Bayern Monaco abbia steccato soltanto quando giunto al momento del dunque in Europa. Due anni fa, i tedeschi furono eliminati dal Real Madrid. L’anno scorso dal Barcellona. In entrambi i casi, si trattava della squadra che avrebbe alzato il trofeo. In entrambe le circostanze, i bavaresi dimostrarono una certa fragilità difensiva che potrebbe essere acuita dalle assenze di Boateng, Martinez e Badstuber. Se dire che la Juventus ha dalla propria un vantaggio tecnico come era accaduto alle due spagnole risulterebbe esagerato, è invece possibile sostenere che Allegri abbia dalla sua due individualità che potrebbero dire la loro in ogni grande d’Europa: Pogba e Dybala. I bianconeri dovranno fare di tutto per affrontare i tedeschi con il maggiore equilibrio possibile e, con i movimenti in ripartenza, esaltare i movimenti negli spazi dei due giovani fuoriclasse. Soltanto se questa doppia sfida sarà la consacrazione ad altissimo livello di Pogba e Dybala, infatti, la Juventus riuscirà nell’impresa. Troppo? Non è detto…
Il gol di Dybala a Frosinone
Il gol di Dybala a Frosinone. Tutto parte da un rinvio da fondocampo arpionato da Pogba, mentre la conclusione è un meraviglioso tocco di prima dell’argentino. Essenzialità e classe unite a velocità in ripartenza. Tre elementi che saranno fondamentali nell’altrimenti inaccessibile confronto con il Bayern Monaco.
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