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Una buona difesa e l'amicizia con Jorge Mendes: Espirito Santo, l'uomo che vuole battere la Juve

Luca Stamerra

Aggiornato 21/02/2017 alle 20:19 GMT+1

Dal Rio Ave al Porto, passando per Valencia. Espirito Santo si è sempre contraddistinto per un'accurata gestione difensiva, o almeno ci ha provato. L'imprevedibilità è una delle sue armi migliori, le sue squadre adattano infatti il modulo in base agli avversari. E' conosciuto anche per l'amicizia con Jorge Mendes, agente che più volte gli è venuto incontro nel momento di fare mercato.

Nuno Espírito Santo - Barcelona-Valencia - Liga 2014/2015 - LaPresse/EFE

Credit Foto Eurosport

Al do Dragão sarà anche sfida nella sfida tra i due tecnici. Da una parte Allegri che cerca di portare avanti la sua (piccola) rivoluzione tattica, apportata a fine a gennaio, dall'altra parte un Nuno Espírito Santo camaleontico che in questo periodo ha mostrato una duttilità tattica importante, oltre ad una accurata gestione della fase difensiva.

Riserva nel Porto di Mourinho

Nuno Espírito Santo attento alla difesa? Da giocatore era un portiere, facile capire il perché di tanta attenzione alla fase difensiva. Dopo le esperienze in Spagna con il Deportivo la Coruña e l'Osasuna, torna in patria dove viene ingaggiato dal Porto di Mourinho per fare la riserva di Vítor Baía: non giocherà moltissimo visto il suo ruolo ma si porta a casa una Coppa UEFA, una Champions League, una Coppa Intercontinentale, 2 campionati, 2 Supercoppe di Portogallo e una Coppa di Portogallo. Dopo essersi ritirato dal calcio giocato, decide di cominciare la carriera da allenatore: si parte con il ruolo di allenatore dei portieri del Málaga fino al posto di collaboratore tecnico di Jesualdo Ferreira al Panathinaikos l'anno più tardi.
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Rio Ave's head coach Nuno Espirito Santo

Credit Foto AFP

La prima vera esperienza al Rio Ave

Nel 2012 ha la sua grande occasione, con la prima vera chance di diventare allenatore di una squadra tutta sua. Riparte dal Portogallo, dove ad attenderlo c'è il Rio Ave. Con il club di Vila do Conde non sfonderà nel campionato portoghese, ma nella stagione 2013/2014 raggiunge sia la finale della Coppa del Portogallo che la finale della Coppa di Lega portoghese, con relativa qualificazione all'Europa League per l'anno successivo (prima volta in assoluto per il Rio Ave). Poco importa che entrambe le finali siano vinte dal Benfica, quella rincorsa incredibile basta per portare Espírito Santo all'attenzione dei club europei.

Luci e ombre a Valencia, nel segno di Jorge Mendes

Nel 2014 il passaggio al Valencia, una squadra molto ambiziosa dopo l'acquisizione del club da parte dell'imprenditore singaporiano Peter Lim. Il nome di Espírito Santo viene fatto direttamente da Jorge Mendes (che era suo agente ai tempi in cui il tecnico era giocatore), che ben presto diventa uomo mercato del Valencia. Nell'estate del 2014 - infatti - sono molti i giocatori portati dalla GestiFute, società fondata dallo stesso sig. Mendes, arrivano André Gomes, Otamendi, Rodrigo Moreno, João Cancelo, Rubén Vezo e Enzo Pérez (a gennaio 2015). Insomma, lo schema è chiaro: Mendes piazza il suo uomo di fiducia Espírito Santo come tecnico, sapendo di contare su di lui per la gestione e la crescita dei giocatori che fanno parte della sua scuderia, con l'intento di farne accrescere il valore e creare un sistema efficace di plusvalenze di anno in anno. Le cose vanno bene, anzi, benissimo... Il Valencia che nella stagione precedente non si era neanche qualificato in Europa League, trova ben presto un'altra idea di calcio e al termine della stagione 2014/2015 si posiziona addirittura al 4° posto della classifica, superando la concorrenza del Siviglia, ritrovandosi così in Champions League dopo diversi anni di assenza. Visto il buon risultato, Jorge Mendes piazzerà nuove leve in casa Valencia, arrivano infatti i vari Danilo Barbosa, Santi Mina e Bakkali. L'exploit questa volta non riesce e l'impegno della Champions è controproducente, mandando in confusione gli schemi tattici di Espírito Santo che non riesce più ad avere il controllo della sua squadra. Il risultato? Dimissioni già a fine novembre, dopo i fischi del pubblico del Mestalla e il malcontento della dirigenza del club.
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André Gomes Gabi Atlético Madrid Valencia

Credit Foto LaPresse

Nuova occasione: approdo al Porto, sempre con Jorge Mendes

Via da Valencia, il tecnico portoghese trova una nuova sistemazione firmando per il Porto il 1° giugno del 2016. La mission è abbastanza chiara, quella di qualificarsi in Champions (si doveva lavorare per i playoff contro la Roma) e rompere, in campionato, l'egemonia del Benfica. Primo obiettivo raggiunto, con la clamorosa eliminazione della Roma, meno quello del campionato dove il Porto perde subito la scia del Benfica a causa di qualche pareggio di troppo. Anche in questo caso, la mano di Jorge Mendes si vede sin da subito con il procuratore che segue i contratti dei vari André Silva, André André, Rubén Neves, Jota, José Sá e Adrián Lopez anche se le prestazioni di quest'ultimo fanno storcere il naso al presidente del Porto. Niente paura, Jorge Mendes ha subito il jolly da giocare e nel mercato invernale pesca per il suo amico Espírito Santo e per il Porto l'attaccante Francisco Soares, che si rivelerà subito decisivo. Nella ricetta ci metti un nuovo modulo sperimentato dal tecnico e una serie positiva del Porto (che arriva da 6 vittorie consecutive) e il gioco è fatto, i Dragões tornano alla ribalta e sono vicinissimi ad aver completato la rimonta sul Benfica (2° posto in classifica a -1 dalla vetta).

L'arma segreta? Una buona difesa e l'imprevedibilità

Come detto, il punto di forza del Porto è una difesa che subisce poche reti. Certo, sia il campionato portoghese che il cammino finora affrontato in Champions non ha visto grandissimi avversari ma Casillas e compagni hanno fatto sicuramente un gran lavoro, considerando che il Porto ha subito solo 14 gol in stagione tra Liga NOS (11) e Champions League (3). L'ultima arma vincente è quella del modulo, in continua evoluzione. Espírito Santo adatta la sua squadra in base all'avversario che si trova di fronte, si passa da un 4-3-3 al 4-2-4 in uso nelle ultime partite, fino ad un più classico 4-4-2. Insomma, non sai mai con che modulo doverti rapportare quando giochi contro il Porto. Un'arma a doppio taglio comunque per Espírito Santo: ad un certo punto della stagione e in certe gare, bisogna avere le idee chiare. Questo continuo cambiare potrà essere controproducente per i lusitani?
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