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Inter-Real 0-1, 5 verità: Ancelotti vince alla distanza, Rodrygo bestia nera e i cambi di Inzaghi...

Francesco Sessa

Pubblicato 16/09/2021 alle 10:44 GMT+2

CHAMPIONS LEAGUE - Amaro in bocca per l'Inter dopo la sconfitta in casa contro il Real Madrid, nel primo tempo appeso a Courtois ma rientrato meglio dopo l'intervallo. Inzaghi prova ancora ad attingere da tutta la rosa e decide di inserire Correa per Lautaro, come nelle precedenti uscite: scelta corretta?

Edin Dzeko e Joaquin Correa scoraggiati mentre il Real Madrid festeggia il gol vittoria di Rodrygo, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Inter-Real Madrid, match valido per la prima giornata del gruppo D di Champions League, è terminato 0-1. A Milano, gran primo tempo della squadra di Simone Inzaghi che però non riesce a trovare il gol e che viene punita severamente con la zampata nel finale di Rodrygo. Vediamo ora le cinque verità che ci ha lasciato la sfida del Meazza.

Inter, la sconfitta è eccessiva

L’Inter esce dalla sfida contro il Real Madrid con l’amaro in bocca. Il pareggio sarebbe probabilmente stato stretto ai nerazzurri, la sconfitta sa proprio di beffa. Gli uomini di Inzaghi hanno messo sotto gli avversari per un tempo, creando tanto e mostrando un gioco che pare adatto alla Champions League, da anni tabù per l’Inter. Vuoi per gli interventi di Courtois, vuoi per mancanza del guizzo finale, vuoi per un palla fuori di centimetri (la conclusione dal limite di Brozovic), sta di fatto che il Real Madrid ha retto nel momento di maggiore difficoltà. Cosa che i nerazzurri hanno fatto fino al 90’, salvati da Skriniar nel finale prima del gol partita di Rodrygo. Il rimpianto è forte, ma è solo l’inizio. E la sconfitta dello Shakhtar può aiutare.

Il Real e la gestione del ritmo

L’intervallo è stato il giro di boa della partita, l’ha spezzata in due con precisione chirurgica. Dopo un primo tempo a nitide tinte nerazzurre, nella ripresa il Real è entrato con un altro piglio, con un’altra voglia, con altre idee. Ancelotti ha aggiustato le cose, il pressing ha funzionato con maggiore efficacia e Vinicius, complice anche la stanchezza degli avversari, ha avuto più spazi per colpire. I Blancos sono usciti alla distanza da grande squadra e hanno cambiato marcia dopo lo scampato pericolo, con la consapevolezza che il peggio, forse, era passato. E con un finale autorevole hanno fatto la voce grossa. Ancora una volta, il Real spicca per capacità di accelerare quando necessario.
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Casemiro félicite Eduardo Camavinga lors d'Inter - Real Madrid, 2021

Credit Foto Getty Images

Inzaghi e l'utilizzo della rosa

Inzaghi sta provando ad attingere da tutta la rosa. I segnali sono ormai diversi, arrivati dalla sfida contro il Real Madrid come da quelle passate. Il doppio cambio sulle fasce poco dopo l’intervallo è sembrato un campanello d’allarme, considerata la stanchezza. Ma è sintomo di egual fiducia tra titolari e riserve. Ancora una volta Vidal è entrato presto, Vecino è stato buttato nella mischia nel finale. Insomma, il tecnico sta provando a ottenere il massimo da tutti i suoi giocatori. Senza dimenticare Correa, che a differenza della sfida contro il Verona non è riuscito a incidere dalla panchina.

Correa per Lautaro, ancora una volta

Collegandoci a Correa, apriamo il capitolo attacco. Ancora una volta a partire dal 1’ è stata la coppia formata da Edin Dzeko e Lautaro Martinez: i due si trovano e hanno creato diversi pericoli dalle parti di Courtois nel secondo tempo. Il Tucu scalpita e aspetta la prima maglia da titolare in nerazzurro. Ma intanto è entrato a partita in corso, senza riuscire da incidere. Il tema che si potrebbe aprire è sulla staffetta Lautaro-Correa: come successo anche contro Verona e Genoa, a lasciare posto all’ex Lazio è stato il Toro. Fiducia incondizionata in Dzeko, che però è parso meno lucido nel finale di partita. Giusto continuare su questo canovaccio o sarà tempo della coppia tutta argentina?
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Joaquin Correa anche contro il Real Madrid è subentrato al posto di Lautaro Martinez: una staffetta che lascia un po' perplesso il popolo interista

Credit Foto Getty Images

Rodrygo, sempre lui contro l'Inter

Rodrygo, ancora tu. Esattamente come nella sfida dell’andata della passata edizione, anche quest’anno l’Inter è stata punita nel finale dal brasiliano (che ha segnato 6 dei 10 gol totali in maglia merengues in Champions League ed ha realizzato questi 6 sigili calciando in porta appena 8 volte). Due episodi dolorosi a loro modo: a Valdebebas il 20enne segnò all’80’ vanificando gli sforzi interisti, con la partita riacciuffata sul 2-2 dopo il 2-0 spagnolo; nella notte di San Siro la rete al 90’ è stata una doccia gelata per i 37mila spettatori, e non solo. Cambiano gli anni, passano gli allenatori. Ma l’Inter ha la sua nuova bestia nera.
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Inzaghi: "Se giochiamo così possiamo passare il girone"

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