Klopp e la crisi del settimo anno: il Liverpool dei miracoli è al capolinea?

"Umiliati", "Fatti a pezzi", "Barcollanti". E ancora: "Tracollo", "Resa", "Disfatta". Sono solo alcuni dei titoli con cui la stampa oltremanica ha accolto il 2-5 subito dal Liverpool contro il Real Madrid nell'andata degli ottavi di Champions League - e remake della finale 2021/22. Una vera e propria Caporetto (in 70 anni i Reds avevano subito 5 gol ad Anfield in sole altre due occasioni) che certifica il momento di crisi profonda di Salah e compagni, ottavi in Premier League (a 19 punti dall'Arsenal capolista e con la qualificazione alle coppe europee a rischio), eliminati dal Brighton nel quarto turno di FA Cup e dal Manchester City agli ottavi di Carabao e, soprattutto, con un ritorno al Bernabeu da affrontare contro i Galacticos di Carlo Ancelotti. La domanda è lecita: dopo i sette titoli vinti in otto anni, tra cui la Champions League e il primo storico scudetto dall’istituzione della Premier League, l'era Jurgen Klopp ad Anfield è arrivata al capolinea? Lo abbiamo chiesto ai colleghi di Eurosport Inghilterra (risposte a cura di Pete Sharland).

"Penso ci siano due ragioni principali. La prima è la mancanza di rinforzi a centrocampo: da un paio di stagioni è evidente che quel reparto non si all'altezza di quello delle rivali e che aveva bisogno di giocatori nuovi. Invece il Liverpool ha deciso di non cambiare e questa strategia non ha pagato. La seconda ragione è che stiamo assistendo a una sorta di remake di quanto si era visto ai tempi di Dortmund: la longevità di Klopp è rara nel calcio moderno, ma anche lui non può durare all'infinito".

"Sì, credo che Klopp abbia molte colpe: ha dato troppo fiducia ai giocatori meno qualitativi e ha sbagliato a valutare quanto sarebbe pesata l'assenza di Mané. Potrebbe essere la fine dell'era del tecnico, anche se il prossimo anno - senza le coppe europee - il Liverpool potrebbe tornare a lottare per vincere la Premier League".

"Sì, penso che il Liverpool anche quest'anno si aspettasse di dominare gli avversari perché è quello che ha fatto per tanti anni. Ma non è stato così e non ci sono stati dei correttivi alla squadra e al suo modo di giocare".

"Sì, la sua partenza è stata rilevante: è un ragazzo molto intelligente che aveva grande voce in capitolo e che godeva della completa fiducia di Klopp. Tuttavia, è anche giusto sottolineare come il Liverpool non sia così aggressivo sul mercato come gli altri grandi club di Premier League".