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Champions League - Napoli-Milan con Osimhen la rimonta resta difficile ma possibile

Roberto Beccantini

Aggiornato 18/04/2023 alle 01:51 GMT+2

CHAMPIONS LEAGUE - Quarti di Champions, partita di ritorno; martedì 18 aprile, ore 21. A San Siro, mercoledì scorso, risolse un gol di Ismael Bennacer. Fu un’ordalia aspra ed equilibrata, con la capolista padrona dell’inizio e della fine; e i campioni d’Italia dediti a rari ma letali morsi. Non a caso, l’episodio chiave scaturì da un contropiede «coast to coast» armato da Brahim Diaz.

Spalletti: "Osimhen e Leao? Sarebbe bello averli insieme"

Ci vorrebbero le musiche di Ennio Morricone e la regia di Sergio Leone per addobbare il film western che Napoli e Milan si accingono a girare al Maradona. Tale è il pathos, e così spasmodica l’attesa. Quarti di Champions, partita di ritorno; martedì 18 aprile, ore 21. A San Siro, mercoledì scorso, risolse un gol di Ismael Bennacer. Fu un’ordalia aspra ed equilibrata, con la capolista padrona dell’inizio e della fine; e i campioni d’Italia dediti a rari ma letali morsi. Non a caso, l’episodio chiave scaturì da un contropiede «coast to coast» armato da Brahim Diaz.

Napoli, assenze pesanti

Dirigeva un rumeno, Istvan Kovacs. Mediocre, ondivago. Il rosso a Zambo Anguissa e il giallo a Kim sono stati molto contestati dalla fazione partenopea. Di entrambi, mancheranno i muscoli e la cazzimma. Assenze pesanti. Luciano Spalletti si coccola il recupero di Victor Osimhen, indisponibile al Meazza. Il cannoniere nigeriano è rientrato con il Verona, pappandosi i venti minuti della burrascosa coda. Una traversa e un impegno a tutto sterno, nella tonnara dell’Hellas: però. Lo 0-0 di sabato non cambia gli scenari: scudetto saldamente in pugno e, per l’occasione, riserve in libera uscita. Ha pareggiato anche il Milan a Bologna: 1-1. Un Milan largamente di scorta, come era nei voti di Stefano Pioli, sensibile al turnover non meno del collega.
Dal Diavolo mi aspetto gli stessi titolari dell’andata. Proprio a Napoli, in campionato, aveva stravinto per 4-0. Era il 2 aprile. Curiosamente, quel successo rimane l’unico nelle ultime sei gare. Lo 0-1 di partenza costringe il Napoli a una recita da Oscar. Immagino che al posto di Kim giocherà Juan Jesus; e nel ruolo di Anguissa, Tanguy Ndombele (favorito su Diego Demme). A parità di reti, i gol in trasferta non valgono più doppio e, dunque, almeno questo non sarà di intralcio o di vantaggio.
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Ismael Bennacer conclusione, Milan-Napoli, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Fattore Osimhen

Osimhen: è il fattore che potrebbe rovesciare il verdetto. A patto che non si pensi che, da solo, diventi "la" soluzione. Khvicha Kvaratskhelia, lui, dovrà evadere dalla gabbia di Davide Calabria e Rade Krunic. Il Milan alternerà il pressing feroce alle scorribande che hanno in Brahim Diaz e Rafael Leao la fionda e il sasso. Con Olivier Giroud, veterano che adora i cozzi omerici, a garantire profondità e sportellate.
E’ nel ring del centrocampo che se le suoneranno di santa ragione, chi in emergenza e chi al completo; ed è da lì che, probabilmente, affioreranno le tracce più indicative. Ecco perché Piotr Zielinski e "Robotka" dovranno limitare il raggio di Bennacer, addetto allo slovacco, e Sandro Tonali. Giovanni Di Lorenzo nella zona di Leao è un classico, ormai. Lo stesso dicasi di Hirving Lozano, o Matteo Politano, nella fascia dell’esuberante (!) Theo Hernandez. Il cuore delle rispettive Maginot sarà presidiato da Amir Rrahmani e Juan Jesus, coppia di necessità, e da Simon Kjaer e Fikayo Tomori, ditta oggettivamente più navigata. Spalletti dovrà, inoltre, tagliare il solito nodo del terzino sinistro: Mario Rui o Mathias Olivera? A naso, direi il portoghese.
E poi i portieri. Mike Maignan, in formissima e prodigioso su Di Lorenzo. Alex Meret, non ancora al suo livello ma pur sempre tra i più reattivi del reame.
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Mike Maignan esultanza, Milan-Napoli, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Nella Coppa Uefa 1988-’89 il Napoli rimontò due gol alla Juventus con un 3-0 che i muri di Fuorigrotta non smettono di tramandare ai passanti. Ma c’era Diego Armando Maradona. Oggi che non c’è più, c’è, in compenso, l’orchestra. Lo stadio che la città gli ha dedicato avrà bisogno di un tifo da calcio di una volta. E’ quello che si augura l’abate di Certaldo ("Se in curva si fanno la guerra, me ne vado"). Messo sotto scorta, Aurelio De Laurentiis avrebbe fatto la pace con l’ala oltranzista. Evviva. Napoli-Milan merita che decida il campo: non l’arbitro, né il fuoco amico. Il mio pronostico? Osimhen.
=== Per commentare o fare domande potete inviare una mail a roberto.beccantini@fastwebnet.it o visitare il blog di Roberto Beccantini: www.beckisback.it. ===

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