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#PioliOut, Processo a Stefano Pioli: dal gol perduto alla presunzione, i 7 problemi da risolvere per tenersi il Milan

Davide Bighiani

Aggiornato 26/10/2023 alle 15:51 GMT+2

CHAMPIONS LEAGUE - Il Milan continua a faticare in Europa, dove è arrivata la quinta partita di fila senza gol segnati, oltre a tre sberle difficili da dimenticare per mano di Mbappé e compagni. I tifosi rossoneri, inviperiti, se la prendono con il loro allenatore: quali sono le sue mancanze, quali i problemi maggiori da risolvere? Andiamo alle origini delle proteste che sfociano nel #PioliOut.

Pioli: "Leao mi è piaciuto, certo se avesse fatto gol..."

Che fine ha fatto il Milan che conoscevamo? No, non è un giorno buono per essere milanisti. La batosta subìta a Parigi da Mbappé e i suoi risuona ancora molto alta nelle orecchie dei tifosi del Milan, che questa mattina si sono svegliati - primo - con la consapevolezza che la strada europea si sia fatta quanto mai in salita e - secondo - con la certezza che qualcosa in questo periodo tra la fila del Diavolo proprio non funzioni, in generale. Lo 0-3 parigino infatti certifica la "pochezza europea" del Milan in questa stagione: 0 gol fatti, 0 vittorie e 2 soli punti in classifica. E' vero, ce ne sono ancora 9 a disposizione quindi in qualche modo la situazione è recuperabile, ma lo spettacolo offerto fin qui da Leao (e non lo citiamo a caso) e gli altri non è di quelli a cui i tifosi erano abituati. Ora per forza di cose, la rabbia sfocia sul web, vera e propria cassa di risonanza degli umori dei nostri tempi; e il sentiment del fan medio rossonero non può che essere negativo. Ci risiamo quindi con il refrain del #PioliOut: ma cosa imputano i tifosi a quello che fino a poco tempo fa era considerato il Padre di questa squadra e artefice dei non così lontani successi? Abbiamo provato a raccogliere un piccolo elenco di critiche mosse nei confronti di Stefano Pioli dai propri tifosi e dagli opinionisti più autorevoli, per capire dove e in che modo lo stesso allenatore rossonero possa agire per rimediare a queste mancanze.

1. Presunzione

Inter, Juventus e ora Paris Saint-Germain: secondo voi è un caso che il Milan abbia perso le sue uniche partite stagionali contro quelle che possiamo considerare a tutti gli effetti delle Big? "Il Milan deve stare attento, può essere presuntuoso giocare sempre uomo contro uomo. Contro l'Inter hai preso 5 gol, col PSG ne prendi tre grazie Maignan, altrimenti erano di più, perdi contro la Juve. Mi è sembrato un po' presuntuoso l'atteggiamento del Milan": nelle parole di Fabio Capello (uno che il Milan lo conosce bene) serpeggia per ben due volte la parola "presuntuoso" e in molti ci rivedono un po' l'atteggiamento di Pioli in queste partite delicate. E' vero, il Milan ci ha abituato a tenere il pallino del gioco per la maggior parte dei suoi match, ma la storia recente (soprattutto nei Derby) avrà pur insegnato qualcosa? Giocare alla propria maniera va benissimo, leggere l'avversario di turno e agire di conseguenza non è vietato, vero mister? Dopotutto affrontare il Cagliari (con rispetto) o l'Inter non può essere la stessa cosa. "Presunzione" dunque diventa il primo dei 7 peccati capitali di Stefano Pioli.

2. Risultati intollerabili

Pensate solamente se questo filotto di risultati negativi in Europa fosse capitato al Milan guidato da Silvio Berlusconi: apriti cielo! Il "Mal d'Europa" che regala titoloni ai quotidiani in edicola oggi è mal digerito da una tifoseria che ha fatto del respiro europeo il proprio habitat naturale. Se a questa difficoltà uniamo il fatto che per Stefano Pioli è la diciottesima sconfitta con tre o più reti subite nella sua avventura rossonera allora il quadro diventa preoccupante. Tutti ricordano anche con un po' di tenerezza quel famoso 0-5 contro l'Atalanta "da cui tutto cominciò" ma in positivo (era il 2019-20): in generale però cominciano a diventare un po' troppe le batoste subite dai rossoneri. E sappiamo quanto i risultati così rotondi vadano indigesti ai tifosi, vittime di sfottò dalla controparte di turno.
2019-20
Atalanta-Milan 5-0
Inter-Milan 4-2
2020-21
Milan-Lille 0-3
Milan-Juventus 1-3
Milan-Atalanta 0-3
Milan-Inter 0-3
Lazio-Milan 3-0
2021-22
Fiorentina-Milan 4-3
Milan-Sassuolo 1-3
Inter-Milan 3-0 (C. Italia)
Liverpool-Milan 3-2
2022-23
Milan-Inter 0-3 (Supercoppa)
Lazio-Milan 4-0
Milan-Sassuolo 2-5
Udinese-Milan 3-1
Chelsea-Milan 3-0
2023-24
Inter-Milan 5-1
PSG-Milan 3-0

3. Scelte di formazione, piani tattici e cambi strani

Un grande classico del tifoso medio: "Ma hai visto che formazione?", "Ma che cambi fa?". Qui Stefano Pioli ha avuto qualche problema in effetti: dopo aver cominciato schierando sempre gli stessi effettivi (e i risultati gli davani ragione), tra infortuni e squalifiche il mister rossonero ha dovuto metter mano alla panchina e non sempre ci ha visto giusto. Ciò che gli imputano soprattutto i suoi tifosi è di "non saper leggere bene le partite" e di fare a volte delle scelte un po' particolari: come per esempio schierare con tanta frequenza Pobega in Champions (dove è stato due volte titolare) e meno in campionato, oppure dare chance a un Jovic che non ha certo dimostrato grande brillantezza (dopo una stagione altrettanto sottotono), o ancora inserire giocatori non al top (vedi Krunic contro la Juventus), rischiando figuracce, poi puntualmente avvenute. Insomma, non diciamo niente di nuovo: una critica "standard", ma che tocca nel vivo, soprattutto al giorno d'oggi, quando i cambi (5) diventano uno dei modi più efficaci per decidere le partite.

4. Problemi nello spogliatoio

Ecco, questa è una "voce nuova", se così possiamo dire: finora non erano filtrati particolari problemi dallo spogliatoio, ossia scaramucce tra compagni o dissonanze varie. "Tutti i giorni andiamo a farci il culo a Milanello per giocare queste partite. Se vogliamo andare avanti, e vogliamo, dobbiamo rimboccarci le maniche. Chi non ci crede è meglio che stia a casa": Davide Calabria ha già smentito che le sue parole andassero in direzione di un compagno piuttosto che un altro (messaggio motivazionale, dicono quelli bravi), ma resta la domanda. Va tutto bene? Tutti seguono Pioli al 1000 per 1000? Potrebbe - al quarto anno di gestione - subentrare un po' di fatica nel seguire le idee del mister? Sarebbe una cosa abbastanza fisiologica per i più "anziani"; anche se in realtà lo spogliatoio è cambiato radicalmente dopo l'ultima campagna acquisti. Capitolo a parte su Theo Hernandez: mentre Calabria ci mette la faccia, in tanti tifosi imputano al francese - vicecapitano e pilastro - di nascondersi un po' quando le situazioni si fanno spiacevoli. Anche questo non un bellissimo messaggio dallo e per lo spogliatoio.

5. Troppi infortuni

"Jovic si è infortunato durante il riscaldamento è rientrato negli spogliatoi": a quanti questa frase pronunciata dai giornalisti di Amazon Prime poco prima del calcio d'inizio di PSG-Milan ha strappato un sorriso sardonico? Il problema "infortuni" è un'altra voce spesso presente nelle lamentele di ogni tifoso, soprattutto se a venire colpiti sono uno o più giocatori considerati "chiave" nella squadra di appartenenza. Il Milan - nella fattispecie - ha iniziato la stagione senza Bennacer (e Caldara) e ha dovuto già affrontare una serie considerevole di infortuni: fino a oggi 11 giocatori diversi hanno avuto problemi muscolari, che portano a un totale di 27 il numero di partite saltate solo in questa stagione. Di gran lunga il dato più alto tra le squadre di Serie A. Anche qui, impossibile sia solo una coincidenza. Il caso più incredibile? Sportiello che costringe Mirante a tornare in campo dopo mesi di inattività e contro la Juve...

6. Gol, dove sei? Manca il piano B (sia in attacco che in difesa)

"In zona gol è dove dobbiamo lavorare di più": il problema è ormai sotto gli occhi di tutti e anche Pioli lo sa. Il dato dei zero gol fatti in Europa è a dir poco sconcertante: il Milan è la prima squadra italiana a non riuscire a segnare nelle prime tre partite della fase a gironi di Champions. E sono 5 le gare di fila senza gol, perché l'astinenza è iniziata nel doppio derby in semifinale della stagione scorsa. La rete manca da 497 minuti (Giroud al 43' del primo tempo contro il Napoli nel ritorno dei quarti 2022-23), un record negativo per il club rossonero in Champions. E se guardiamo ad ottobre, il quadro non migliora: un gol nelle ultime 4 partite. Dove sta il problema? La catena di sinistra non produce più come prima: la manovra di un tempo - ragionata ma ficcante - non si vede più, il Milan risulta spesso troppo prevedibile e Leao-dipendente. Davanti Giroud ha poche palle a disposizione e non sempre le trasforma in rete. Dopotutto dalla panchina i vari Chukwueze e Jovic del caso (qualcosa di più si è vista da Okafor) non danno grosse alternative di qualità e sostanza, confermando che il problema attaccante che il Milan si portava dallo scorso anno è rimasto. Come se non bastasse, la difesa fa acqua molto più che in passato: lasciare così spesso Tomori e Thiaw (o chi per loro) all'uno contro uno secco li espone quasi sempre a brutte figure o a buchi, da quali poi nascono cartellini o grosse occasioni per gli avversari. Il rischio quindi non vale la candela: serve dunque una soluzione, o meglio un "piano B" che finora non si è ancora visto.

7. Comunicazione

Nell'era dei social e delle parole che viaggiano veloci non ci si può permettere strafalcioni, nemmeno a caldo, nemmeno nei post-partita. "L’Inter i primi 7 minuti non era entrata nella nostra area" ha fatto la storia dei meme, poi superata da quella dell'ultimo Derby - "Nei primi 4 minuti avevamo tenuto palla solamente noi". E allora l'ultima - "Per 60 minuti noi meglio del PSG" - passa quasi inosservata. Frasi estrapolate dal contesto, direte voi. Resta il fatto che questo parlare in maniera ostinata del pezzo di partita in cui si è fatto bene, senza considerare che di minuti ormai nel calcio se ne devono giocare circa un centinaio fa sorridere i tifosi avversari ma inorridire quelli del Diavolo. Qualche tempo fa l'allenatore rossonero diceva di avere una "comunicazione verso l'esterno migliore di quella che potevo avere ad inizio carriera". Ecco forse, anche qui ha un attimo peccato di presunzione (vedi punto 1).
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