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Caso Negreira: Barcellona accusato di corruzione ad autorità pubblica: rischio esclusione dalla Champions?

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Pubblicato 29/09/2023 alle 09:52 GMT+2

CALCIO, CHAMPIONS LEAGUE - Il Barcellona potrebbe essere estromesso dalle prossime edizioni della Champions League per l'aggravarsi del capo d'accusa sul caso Negreira. Il club catalano avrebbe versato 7.5 milioni di euro in 17 anni nelle tasche dell'ex-vicepresidente dell'organismo arbitrale.

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Il caso Negreira si arricchisce di un nuovo capitolo. E il Barcellona potrebbe rischiare una grossa multa se non la squalifica dalle prossime stagioni di UEFA Champions League. I fatti riguardano gli enormi versamenti di denaro che il club catalano ha effettuato tra il 2001 e il 2018 nei confronti di José Maria Enriquez Negreira, ex-arbitro e poi vicepresidente dell'organismo arbitrale spagnolo. Si parla di quasi 7.5 milioni di euro, trasferiti sul conto di Negreira e del figlio mediante società terze e senza motivazioni precise o particolari.
Il giudice Joaquin Aguirre ha cambiato il capo di accusa già esistente da “corruzione tra individui” in “corruzione ad autorità o funzionario pubblico”, poiché la federazione arbitrale ha carattere di persona giuridica pubblica. La modifica comporta un aumento della gravità del reato e delle conseguenti pene, variabili tra multe, squalifiche o - nel caso più estremo - dissoluzione del club. In questo senso, il semplice pagamento ricevuto fungerebbe da prova, senza la necessità di comprovare una reale alterazione dei risultati in campo come diretta conseguenza.
Secondo il giudice, i versamenti venivano effettuati per la carica coperta da Negreira, come confermerebbe anche la cessazione avvenuta nel 2018, al termine della vicepresidenza dell'organismo arbitrale. Questi versamenti avrebbero "soddisfatto gli interessi del club", producendo "gli effetti arbitrali desiderati dal Barcellona, con una disparità di trattamento rispetto alle altre squadre".
Il club blaugrana si è difeso sostenendo che Negreira non aveva alcuna autorità sulle designazioni e sul controllo della condotta arbitrale - osservazione confermata anche dallo stesso organismo arbitrale - e che, in caso di effettivo tentativo di corruzione, non avrebbe operato alla luce del sole, rendendo tracciabili i pagamenti attraverso le fatture. Il Barcellona ha affermato che i pagamenti sarebbero stati elargiti nei confronti di organismi terzi per report tecnici sugli arbitraggi, una pratica piuttosto comune tra i club di prima fascia.
Nella giornata di giovedì 28 settembre, la polizia ha fatto irruzione nella sede dell'organismo arbitrale, ma non ha effettuato alcun fermo. Sul banco degli imputati, ci sono, oltre a Negreira e il figlio, l'attuale presidente del Barcellona, Joan Laporta, e l'ex-numero uno blaugrana, Sandro Rosell. Il caso è già finito in prescrizione per la Liga spagnola ma non per la UEFA. Il Barcellona, infatti, è stato ammesso all'edizione corrente della Champions League, ma con riserva. La UEFA ha invitato al proseguimento delle indagini: se l'accusa dovesse essere confermata, il club blaugrana rischia l'esclusione dal massimo torneo continentale.
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