Sport popolari
Tutti gli sport
Mostra tutto

Champions League - Inzaghi e Simeone hanno sterzato, Inter-Atletico Madrid braccio di ferro moderno

Roberto Beccantini

Pubblicato 19/02/2024 alle 20:02 GMT+1

CHAMPIONS LEAGUE - Non è più l'Inter che pedalava su e giù, non è più l'Atletico che faceva di catenaccio virtù. Simone Inzaghi e Diego Pablo Simeone sono sempre gli stessi, ma hanno cambiato indirizzo. L'andata degli ottavi di Champions - martedì sera a San Siro, ore 21 - brilla di una luce così vivida che pochi, francamente, avrebbero immaginato. Pronostico: Inter 55%, Atletico 45%.

Verso Inter-Atletico: Morata si allena in gruppo, sarà convocato?

Non è più l'Inter che pedalava su e giù, non è più l'Atletico che faceva di catenaccio virtù. Simone Inzaghi e Diego Pablo Simeone sono sempre gli stessi, ma hanno cambiato indirizzo. Non cercateli tra i passati di ventura. Per questo, l'andata degli ottavi di Champions - martedì sera a San Siro, ore 21 - brilla di una luce così vivida che pochi, francamente, avrebbero immaginato.
Se torniamo all'ultima edizione, ed escludiamo il Manchester City di Istanbul, nessun avversario che l'Inter liquidò vale l'Atletico attuale: il Porto negli ottavi (1-0, 0-0); il Benfica nei quarti (2-0, 3-3); persino il Milan in semifinale (2-0, 1-0). Nessuno. Vi arriva, la capolista, al massimo della condizione, con il solo Francesco Acerbi fuori per infortunio. Se si torturano «abbastanza a lungo», i numeri confesseranno qualsiasi cosa, ma non è il nostro caso. Nel 2024, otto partite otto vittorie: sei in campionato (dal 2-1 al Verona al 4-0 alla Salernitana), due in Supercoppa (3-0 alla Lazio, 1-0 al Napoli). Miglior difesa, miglior attacco, miglior cannoniere (Lautaro Martinez, 20 reti).
Il Cholo fu fiammeggiante alfiere dell'Inter del Fenomeno. Una di quelle mezzali che come i draghi, pur senza esserlo, sprigionano fuoco da tutti i pori. L'allenatore ha trasformato i muri in ponti. Ha portato i «materassai» a due finali di Champions, perse entrambe con il Real (la prima a Lisbona, ai supplementari; la seconda proprio al Meazza, ai rigori), con il corredo di 2 scudetti spagnoli, 1 Coppa del Re, 1 Supercoppa domestica, 2 Europa League e 2 Supercoppe. In classifica, occupa il quarto posto, a undici punti dai cugini. Sabato, in barba al massiccio turnover, si è sbarazzato agevolmente del Las Palmas per 5-0: doppiette di Marcos Llorente e Angel Correa, acuto di Memphis Depay. Se il ginocchio tiene ancora in bilico Alvaro Morata, ci saranno di sicuro, e verosimilmente «freschi», Antoine Griezmann, il piccolo diavolo, e Rodrigo de Paul, risparmiato per un'oretta buona.
I fili reticolati non costituiscono più la bussola che indica l'obiettivo. Restano un'opzione, per carità, ma l'Atletico moderno palleggia molto, come ha già dimostrato, nella fase a gironi, contro la Lazio (1-1 all'Olimpico, la notte del celeberrimo gol di Ivan Provedel; 2-0 al Wanda Metropolitano).
Scritto che da Steven Zhang a Beppe Marotta l'obiettivo rimane la stella-bis, il vantaggio sulle seconde (9/12) è tale da garantire un impatto forte, all'altezza delle esigenze. In fin dei conti, l'Inter rullo nacque dal jab destro di Rodri, il 10 giugno 2023. È l'Europa la bilancia più prestigiosa sulla quale pesarsi. È l'Europa il termometro dei rodei italici.
Salvo Stefan de Vrij vice Acerbi, mi aspetto la formazione tipo. In mezzo, il «tridente» composto da Nicolò Barella, Hakan Çalhanoglu e Henrix Mkhitaryan, uno dei centrocampi meglio assortiti del continente. Davanti, naturalmente, Lau-toro e Marcus Thuram: la coppia che, «clandestina» a luglio, è diventata il perno della famiglia. Nel gruppo, l'Inter ha regolato Salisburgo (2-1, 1-0) e Benfica (1-0 3-3, in rimonta da 0-3), finendo dietro la Real Sociedad, l'unica a imporle il cappio del pressing (a San Sebastian, specialmente: 1-1, 0-0).
La scorsa stagione, si accendeva e si spegneva con una frequenza per lo meno ambigua. Questione di stimoli e di concentrazione, chiosammo. Ora non più. Ora ha imparato, addirittura, a convivere con la sofferenza, come ha dimostrato a Firenze e, per un tempo, contro la Roma. Fossi in Simeone, andrei a prenderla «alta», per scompigliarne i pensieri e i sentieri. Nei panni di Inzaghino, invece, sfodererei il coraggio che lo ha fatto uscire dal limbo dei tecnici «metà e metà». L'osso è duro; il pronostico, una piuma. Però mi tocca: Inter 55%, Atletico 45%.
Per commentare o fare domande potete inviare una mail a roberto.beccantini@fastwebnet.it o visitare il blog di Roberto Beccantini http://www.beckisback.it.
picture

Marotta: "VAR introdotto per ridurre, non eliminare, gli errori arbitrali"

Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Resta sempre aggiornato con le ultime notizie, risultati ed eventi live
Scaricala
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità