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Chi è Lautaro Martinez? La scheda del bomber "bloccato" dall'Inter
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Pubblicato 09/02/2018 alle 10:36 GMT+1
Dal nostro partner Agenti Anonimi
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33 milioni di dollari lordi, una cifra-record per il calcio argentino: è questa la somma che l’Inter dovrebbe sborsare (finché non ci sono le firme, condizionale d’obbligo) per l’acquisto di Lautaro Martinez, ed è stata confermata dal presidente del Racing Avellaneda Victor Blanco nell’intervista rilasciata ieri a FoxSports Argentina. ”Lautaro ha espresso il desiderio di giocare nell’Inter”, è stata questa la frase che ha già scaldato i tifosi nerazzurri per un talento che, al netto delle tasse, costerà 20.4mln netti (più commissioni, le cui cifre non vengono mai svelate) e ha già un pre-contratto firmato (quinquennale) col club meneghino: di questi 20.4mln, il 15% andra al giocatore stesso da contratto e il 20% verrà girato al Liniers di Bahia Blanca, il club che ha formato il Toro e l’ha poi ceduto all’Academia alla fine del 2014. Ma chi è Lautaro Martinez, e perchè l’investimento dell’Inter sull’attaccante del Racing ha generato tutto quest’entusiasmo tra gli addetti ai lavori e tra gli appassionati del futbol d’Oltreoceano? Scopritelo con noi.
Fiuto del gol, crescita e... Milito
I veri fanatici del calcio avranno certamente notato la citazione di Bahia Blanca, città che ha dato i natali ad alcuni dei più grandi esponenti dello sport argentino: l’ex ct argentino Alfio Basile, ma soprattutto Manu Ginobili e una vecchia conoscenza nerazzurra, quel Rodrigo Palacio che ha sputato l’anima per i colori dell’Inter. Una coincidenza che è di buon auspicio per i meneghini, che sperano di aver trovato in Lautaro un giocatore che darà tutto per la causa e saprà capire ”cosa significa l’Inter”: Martinez è stato sedotto dai discorsi di Javier Zanetti, ma soprattutto dai racconti di Diego Milito, suo ex compagno di squadra che ora è il ds del Racing ed è stato il vero motore della trattativa. È stato il Principe a convincere Lautaro Martinez, spiegandogli che l’Inter può essere il posto giusto per crescere ed esplodere, se sei un attaccante dalle doti importanti, e il Toro non poteva non fidarsi del suo ”maestro”. Tra i due, infatti, c’è stato un autentico passaggio di consegne a fine 2015: mentre Diego disputava gli ultimi sprazzi di una carriera che si è conclusa nel luglio 2016, Lautaro faceva il suo esordio con la maglia dell’Academia sostituendolo contro il Crucero del Norte.
La scheda
Ma chi è davvero Lautaro Martinez? Il Toro, soprannome che deriva dalla sua ”prepotenza” fisica, caratteristica insolita in un ragazzo di 1.75m per 72kg, è senza dubbio un attaccante atipico: sa spaziare su tutto il fronte offensivo, può giocare tanto da seconda punta come da centravanti puro (il Racing gioca con un 4-4-2/3-5-2) ed è abituato a muoversi molto durante la partita mettendo in campo una grinta da mediano di rottura. Uno dei suoi punti di forza, insieme al fisico da ”torello” (ma da irrobustire per gli standard europei), è senza dubbio il dribbling, che dà imprevedibilità al suo stile di gioco: a questo, si sommano buone doti nel gioco aereo (ha segnato qualche gol di testa) e quell’attacco della profondità che gli consente di essere sempre al momento giusto. Insomma, Lautaro Martinez è un predestinato che potrebbe fare bene ovunque, e che sembra aver già innescato quel ”clic” mentale che gli consentirà di non venire schiacciato dalle pressioni e dal gioco europeo: se infatti nel 2016-17 il Toro alternava prestazioni mostruose ad altre meno positive o fuori dal gioco di squadra, e si era fermato a soli 9 gol in 23 gare, quest’anno invece è partito col botto. 7 gol in 8 gare (è stato fuori fino a ottobre per una frattura del metatarso), una rete ogni 99′ e quella tripletta (contro l’Huracan) di fronte a Piero Ausilio che ha convinto definitivamente l’Inter a investire su di lui: in quella gara perfetta, Lautaro Martinez ha segnato ”alla Robben” rientrando e tirando nell’angolino basso, da fuori area e da posizione defilata, guadagnandosi anche un rigore e facendo impazzire la difesa avversaria (vedi la sintesi sotto). Velocità da furetto, intelligenza da grande attaccante e forza fisica, sono queste le doti che hanno fatto innamorare l’Inter e che verranno riproposte in quella Copa Libertadores che dovrebbe essere sia il luogo della definitiva esplosione del 20enne (che deve lavorare sulla mente, oltre che sul fisico: l’obiettivo è quello di essere sempre ”in partita” al 100%), sia il luogo dell’addio al calcio argentino.
Lautaro e Icardi: così simili, così diversi
L’Inter vorrebbe portarlo in Italia a giugno per iniziare a lavorare su di lui e capire quale sarà il futuro dell’attacco nerazzurro: coi sondaggi del Real Madrid, che avrebbe tutta la disponibilità economica del mondo per pagare la clausola rescissoria di 110mln qualora non ci fosse un rinnovo/adeguamento, Maurito Icardi potrebbe anche essere il ”sacrificato” per fare una grande campagna-acquisti in caso di mancata qualificazione alla Champions. E allora ecco che Lautaro Martinez, che al momento sembra destinato ad essere la grande alternativa al capitano nerazzurro, ne diverrebbe prontamente il sostituto dopo essere arrivato in punta di piedi. D’altronde, le situazioni dei due sono simili. Quando nell’estate del 2013 l’Inter tesserò un giovane 20enne che aveva fatto vedere grandi cose nella Sampdoria, in tanti erano scettici: sappiamo com’è finita, e la speranza dei nerazzurri è che Lautaro Martinez (che forse si giocherà una maglia mondiale proprio con Icardi: gli scherzi del destino) possa fare qualcosa di simile. Lo mandano Diego Milito e Javier Zanetti, ma soprattutto lo ”mandano” le favolose prestazioni in patria: al momento il Toro, colui che segnava un gol a partita nelle inferiores del Racing (sta recuperando quella media nella Superliga Argentina) e l’anno scorso è stato capocannoniere del Sudamericano Sub-20 con 5 gol (2 nel Mondiale U20), è il secondo miglior talento argentino alle spalle del Kichan Pavon, e anche se dovrà irrobustirsi per sfondare in Europa, sembra già destinato a fare grandi cose. Sampaoli l’ha paragonato a Batistuta per il tocco di palla e la ferocia che mette in ogni giocata, lui si ispira al Tigre Falcao, ma gli interisti sperano che possa diventare il nuovo Diego Milito e giocare a tutto campo per far tornare grande l’Inter. Lautaro Martinez soddisferà le aspettative? Lo scopriremo solo vivendo, ma le premesse ci sono tutte.
(di Marco Corradi, @corradone91)
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