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Christian Riganò, il bomber ha cambiato vita ed ora allena il Fiesole

Stefano Fonsato

Aggiornato 11/10/2019 alle 15:14 GMT+2

Dai gol a raffica con Messina e Fiorentina, alla panchina: il bomber di Lipari vive a Firenze e, oggi, fa l'allenatore del Fiesole, in Prima Categoria. Subentrato in corsa, subito una vittoria esterna: "Ai miei giocatori insegno a non avere obiettivi a lungo termine ma di vincere ogni partita. Il mio rimpanto? Quella mancata convocazione nella Nazionale di Donadoni...".

Riganò - Fiorentina

Credit Foto Eurosport

Quando mi chiedono quali obiettivi ha la squadra che alleno, mi scappa sempre una risata. Nel calcio non esiste pensare a mesi di distanza: quello che insegno ai miei ragazzi è scendere in campo, preoccuparsi esclusivamente della partita che si sta giocando e vincerla. Così come quella successiva e quella dopo ancora...
Parole che si potrebbero pitturare sul muro dello spogliatoio, per spirito motivazionale. Parole di Christian Riganò, che in campo faceva qualsiasi cosa per andare a segno, lottando su ogni pallone, facendo a sportellate con tutti i marcatori che hanno provato (spesso e volentieri invano) a fermarlo.
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2006 - Christian Riganò con la maglia della Fiorentina (Imago)

Credit Foto Imago

Firenze, la curva Fiesole (e, ora, la stessa Fiesole) nel cuore

Un personaggio del genere ha appeso mal volentieri gli scarpini al chiodo, tanto che dal campo non riesce proprio a staccarsi. Dalla scorsa settimana è il nuovo allenatore del Fiesole, in Prima Categoria toscana.
Vive da quelle parti, nell'ormai "sua" Firenze, di cui si è innamorato. E in cui ha fatto innamorare tutti i tifosi i viola: Riganò è stato il simbolo della rinascita dopo il crack Cecchi Gori: dalla Florentia di Serie C2 alla Serie A riconquistata in un percorso record di due anni (anche grazie a quel controverso ripescaggio che, nel 2003, fece saltare al club gigliato la disputa della C1): 57 reti in 94 presenze in riva all'Arno e una serie indimenticabile di esultanze sotto la curva Fiesole. Fiesole, che invece, come detto, oggi allena. Riganò si racconta così a Eurosport:
Com'è la mia vita finita la carriera da calciatore? Sempre in campo: non ce la faccio proprio a staccarmi. Nel pomeriggio faccio l'istruttore di Scuola Calcio per i più piccoli. Poi, di sera, alleno i grandi, in Prima categoria.
La carriera di Riganò
STAGIONESQUADRACAMPIONATOPRESENZEGOL
1993-94LipariEccellenza2515
1994-95LipariEccellenza247
1995-96LipariPromozione263
1996-97LipariEccellenza2412
1997-98MessinaSerie D293
1998-99Igea VirtusSerie D2211
1999-00Igea VirtusSerie D2817
2000-01TarantoSerie C23114
2001-02TarantoSerie C13728
2002-03Florentia ViolaSerie C23230
2003-04FiorentinaSerie B4423
2004-05FiorentinaSerie A184
2005-06EmpoliSerie A335
2006-07MessinaSerie A2719
2007-08Levante (Spagna)Liga134
gen. 2008SienaSerie A171
2008-09TernanaSerie C1 50
feb. 2009CremoneseSerie C171
2009-10Inattivo---
dic. 2010RondinellaPromozione810
2011-2012Jolly e MontemurloEccellenza1110
dic. 2011Audax MontevarchiSeconda Categoria1622
apr. 2013Benaco BardolinoPromozione54
2013-2014SettignanesePrima Categoria1616

Da istruttore di Scuola Calcio ad allenatore in Prima Categoria

Pronti, via e, da tecnico subentrato, Riganò ha immediatamente conquistato una vittoria esterna per 3-1 nella tana del Chianti Nord. Non è la prima esperienza da allenatore per l'ex attaccante classe 1974, che ha già guidato l'Incisa per due stagioni:
Mi sono stabilito a Firenze perché qui si sta davvero bene e i ricordi che ho sono fantastici. Ho già frequentato due corsi a Coverciano, ora mi manca il master: dopodiché, il sogno è quello di fare l'allenatore a livello professionistico. Sempre e, comunque, facendo della gran gavetta, quella che ha contraddistinto tutta la mia carriera da calciatore.
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Serie B 2003-2004, Livorno-Fiorentina: Christian Riganò (Fiorentina) (LaPresse)

Credit Foto LaPresse

Da muratore a goleador: come in una favola...

Muratore fino a 25 anni, a 32, nella stagione 2006-2007 (la sua terza in Serie A), si piazzò terzo nella classifica marcatori: ben 19 reti con la maglia di una squadra piazzatasi ultima, il Messina. E, per giunta, dovendo fare i conti con 13 partite saltate per infortunio. Una stagione da profeta in patria che fece impazzire i suoi tifosi e lo consegnò alla storia come bomber più prolifico del club peloritano in Serie A:
I gol che ricordo più gelosamente sono, da una parte, quelli con la Fiorentina realizzati in acrobazia nelle partite contro Como e Cagliari. Col Messina, resta indimenticabile la mia doppietta contro la Reggina (quella di Walter Mazzarri, ndr) nel derby dello Stretto.

L'unico rimpianto: non aver mai vestito la maglia della Nazionale

Una stagione - quella senza la Juventus nel massimo campionato italiano - che vide Francesco Totti trionfare nella graduatoria dei bomber con 26 reti. Sotto di lui, al secondo posto, Cristiano Lucarelli del Livorno a 20. Poi, per l'appunto, Riganò a 19 e, quindi, a seguire, Rolando Bianchi (Reggina, 18), Nicola Amoruso (Reggina, 17), Gionatha Spinesi (Catania, 17). Zlatan Ibrahimovic (che fece vincere lo Scudetto all'Inter, ma che fece anch'egli i conti con qualche guaio fisico), ne segnò 15. Insomma, il bomber di provincia dettava legge in Italia...
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2013, Christian Riganò, AP/LaPresse

Credit Foto LaPresse

E dire che c'erano difese dure da superare, che nulla hanno a che fare con quelle attuali. A livello personale fu una stagione pazzesca, ma un rammarico ce l'ho: non aver mai indossato la maglia della Nazionale. Vero, all'epoca per andarci, doveva star male una serie di giocatori pazzeschi, in attacco, ma la possibilità ci fu... Arrivò quando, nel corso dell'anno, ero primo nella classifica marcatori: tuttavia il ct Donadoni, quando si trovò a dover rimpiazzare l'infortunato Vincenzo Iaquinta, non mi considerò. Lì ho capito che la meritocrazia, nel calcio, non esiste.
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