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Messi e il Brasile a caccia del Cile: guida alla 46ª Copa America

Stefano Silvestri

Pubblicato 14/06/2019 alle 19:07 GMT+2

Prende il via in Brasile la Copa America con la gara l'esordio tra i padroni di casa e la Bolivia. Campioni in carica i cileni, che hanno trionfato in due edizioni consecutive. Dalle stelle alle possibili sorprese, vi presentiamo la competizione per nazionali più importante del Sudamerica.

Il Cile campione della Copa America 2016

Credit Foto Getty Images

Tutti a caccia del Cile, capace, dopo più di 100 anni senza conquistare assolutamente nulla, di piazzare in bacheca due trofei in altrettanti anni. Nella notte inizia la quarantaseiesima edizione della Copa America, cannibalizzata dalla Roja nelle ultime due edizioni: nel 2015 (in casa) con Jorge Sampaoli, nel 2016 con Juan Antonio Pizzi. Si gioca in Brasile, patria del futebol, per la seconda volta nella storia: la prima, esattamente 30 anni fa, vide trionfare proprio la Seleção di Romario e Bebeto davanti all'Uruguay dell'ex laziale e nerazzurro Ruben Sosa. Alle 2.30 italiane la gara inaugurale: i padroni di casa contro la Bolivia, una delle favorite d'obbligo contro la cenerentola (sudamericana) del torneo. Si andrà avanti per quasi un mese: la finale è in programma al Maracanã di Rio de Janeiro, che già ospitò l'atto decisivo dei Mondiali 2014, domenica 7 luglio.
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Deutschland trifft im Maracana auf Frankreich.

Credit Foto Eurosport

La curiosità è la presenza delle “straniere” Giappone e Qatar, invitate per completare il quadro delle partecipanti assieme alle 10 sudamericane: tradizionalmente l'invito è riservato alle nazionali CONCACAF (Messico, Costa Rica, eccetera), ma la coincidenza con la Gold Cup ha costretto la CONMEBOL a guardare altrove. E quali “clienti” migliori rispetto al ricchissimo paese organizzatore dei Mondiali 2022 e a una Federazione con cui il Sudamerica intrattiene rapporti commerciali continui sin da quando, anni Novanta, la Toyota sponsorizzava la Libertadores? Non si tratta peraltro di una novità assoluta: nel 1999 a partecipare alla Copa America era stato lo stesso Giappone, in un'edizione vinta dal Brasile di Ronaldo e Rivaldo sull'Uruguay.
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L'esultanza di Kagawa, Giappone-Colombia, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Occhio, infine, al fuso orario con l'Italia: 5 ore, combinando la nostra ora legale e l'horário de inverno brasiliano. Se a Rio de Janeiro e dintorni si gioca alle 21.30, rigorosamente al termine della telenovela di Rede Globo, qui saranno già le 2.30 del giorno successivo. Insomma, preparatevi alle nottate a base di pallone in stile Messico '70. Una bella tazza di caffè – o di mate: su Twitter hanno ideato pure l'emoji – e passa la paura.
FASE A GIRONIDal 16 al 25 giugno
QUARTI DI FINALE28 e 29 giugno
SEMIFINALI3 e 4 luglio
FINALE 3° E 4° POSTO6 luglio
FINALE 1° E 2° POSTO7 luglio

Le favorite

Impossibile non citare il Brasile, padrone di casa e, proprio per il vantaggio del fattore campo, favorita d'obbligo. Anche se l'assenza di Neymar, infortunatosi a una caviglia in un'amichevole di preparazione contro il Qatar, obbliga il ct Tite a rivedere tutti i piani. Un punto in più a favore dell'Argentina di Leo Messi, deciso finalmente a sfatare la maledizione che, a fronte di innumerevoli successi con la maglia del Barcellona, lo ha visto fin qui inserire in bacheca un totale di zero trofei (e 3 finali perse, tra Mondiali e Copa America) con quella della Selección.
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Argentina forward Lionel Messi (R) celebrates with teammate Ever Banega (L) his goal to the United States during their Copa America 2016 semifinal match at NRG Stadium in Houston, Texas, United States, 21 June 2016. United States vs. Argentina !ACHTUNG:

Credit Foto Imago

Attenzione pure al solito Uruguay della premiata ditta Cavani&Suarez, geograficamente minuscolo ma calcisticamente capace di scrivere la storia del calcio sudamericano e mondiale: l'albo d'oro, che vede la Celeste comandare a quota 15, parla da solo. E attenzione alla Colombia dei piedi buoni, tra James Rodriguez, Falcao e Cuadrado: ha trionfato solo una volta, nel 2001, grazie a un gol dell'interista Ivan Ramiro Cordoba nella finale contro il Messico, in un'edizione peraltro priva dell'Argentina e delle stelle brasiliane, e dopo decenni di “vorrei ma non posso” (Pelé ne aveva predetto il successo già a USA '94) spera di poter finalmente concretizzare un potenziale ancora inespresso.

Le possibili sorprese

Un gradino sotto si colloca il Cile. Sì, è il detentore del trofeo, e sì, può contare su elementi di spicco come Alexis Sanchez e Arturo Vidal. Ma il Niño Maravilla non è al meglio a causa di un infortunio rimediato a inizio maggio e in panchina non ci sono più né Sampaoli né Pizzi, ma un elemento estraneo al bielsismo come il colombiano Reinaldo Rueda, campione della Libertadores nel 2016 con l'Atletico Nacional.
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Alexis Sanchez of Chile reacts during the FIFA Confederations Cup Russia 2017 Group B match between Germany and Chile at Kazan Arena on June 22, 2017 in Kazan, Russia

Credit Foto Getty Images

Curiosità suscita la presenza del Giappone, alla seconda presenza dopo la comparsata di 20 anni fa, reduce dai quarti di finale sfiorati in Russia. Attesa la conferma del Perú di Guerrero, che ha nel proprio curriculum recente due terzi posti, un'eliminazione ai rigori ai quarti e una partecipazione ai Mondiali. E a riscuotere interesse, più del Paraguay e dell'Ecuador, è il Venezuela, in crescita sin dalle giovanili (secondo posto ai Mondiali Under 20 nel 2017), nonostante la triste ultima posizione nel girone di qualificazione a Russia 2018: il 3-1 in amichevole all'Argentina lo conferma.

Le stelle

Senza Neymar, strada spianata per Leo Messi. Ora o mai più (forse): il migliore al mondo ha l'ennesima opportunità di prendere per mano l'Argentina e portarla a salire i gradini della gloria, dopo aver sbattuto contro il palo per due edizioni consecutive. Potrà contare sull'aiuto di una Selección meno affascinante di altre versioni, ma che qualche stella comunque la può vantare: Agüero, Dybala, Di Maria. Hai detto niente.
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Paulo Dybala - Brasile-Argentina

Credit Foto Getty Images

Il Cile punterà tutto sulla coppia Vidal-Alexis Sanchez, l'Uruguay ha in Suarez e Cavani due bocche di fuoco di livello mondiale, la Colombia si affida al sinistro di James Rodriguez, alle sgroppate di Cuadrado e ai gol di Falcao e Duvan Zapata. L'uomo di punta del Venezuela? Quel Josef Martinez che a Torino non ha lasciato chissà quali ricordi, ma che in MLS tiene il passo di Ibra nella classifica dei marcatori dopo averla già cannibalizzata nel 2018.

Gli assenti

Neymar, ovviamente. Non si può che iniziare da lui, fermato da un infortunio a una caviglia al culmine dei giorni più difficili della sua vita, quelli dell'accusa di stupro mossa dalla modella Najila Trindade. Non sarà l'unico assente di grosso calibro, però: le tante panchine al Real sono costate il posto a Marcelo. Il miglior terzino sinistro del mondo lasciato a casa: sì, a volte accade anche questo. E a fargli compagnia sul divano sarà il compagno di squadra Vinicius Junior.
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Neymar, right, is fouled in the friendly against Qatar

Credit Foto PA Sport

L'Argentina, che da anni fatica a gestire tatticamente quel ben di Dio offensivo che si ritrova tra le mani, si è permessa invece il lusso di non convocare Mauro Icardi. Out anche Gonzalo Higuain, che a marzo ha annunciato l'addio alla nazionale. La Colombia non potrà contare su Juanfer Quintero, l'ex pescarese, eroe del River campione del Sudamerica: crociato rotto e addio Copa. Nel Cile mancherà Claudio Bravo, l'eroe del doppio trionfo ai rigori del 2015 e 16, out pure lui per infortunio. Ecuador senza il laziale Caicedo, Paraguay privo del genoano Sanabria e del vecchio Santa Cruz.

I giocatori da prendere prima che costino troppo

Non è il Mondiale Under 20, non è una di quelle competizioni giovanili piene zeppe di osservatori europei appollaiati in tribuna, ma anche la Copa America può essere una buona fonte di rendita sul mercato. Pure nell'Argentina, per dire, c'è un illustre sconosciuto: Guido Rodriguez, centrocampista dei messicani dell'America, miglior giocatore del campionato nel 2018. Ha già 25 anni e non ha mai assaggiato l'Europa. Non più verdissimi, ma utili per una formazione di media classifica di A, sono anche il portiere cileno Santiago Arias, decisivo per il trionfo del Racing in Argentina e titolare per l'assenza di Bravo, e il mediano colombiano Gustavo Cuellar (Flamengo).
Poi, via coi prospetti. Il top è il portierino Wuilker Fariñez, 21 anni, simbolo del Venezuela finalista dei Mondiali Under 20 nel 2017, potenziale fuoriclasse. Non male i compagni di squadra Jefferson "Savagol" Savarino (Real Salt Lake) e Yangel Herrera, scuola Manchester City. Battaglierà per un posto in attacco accanto a Falcao o a Duvan Zapata il qualitativo Luis Fernando Diaz, 22 anni, seconda punta dello Junior di Barranquilla finalista di Copa Sudamericana a dicembre. Da monitorare pure l'altro cafetero John Lucumí, difensore laureatosi campione belga col Genk. Il tocco di esotismo è dato dalla presenza di Takefusa Kubo, il "Messi del Giappone". Ah, avremmo segnalato anche l'argentino Renzo Saravia, terzino d'assalto del Racing e fino a pochi giorni fa compagno di Arias. Ma se l'è appena aggiudicato il Porto.

L'albo d'oro: comanda l'Uruguay

NAZIONALETITOLI
Uruguay15
Argentina14
Brasile8
Cile2
Paraguay2
Perú2
Bolivia1
Colombia1
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