Dall'affetto dei tifosi alla "linea di cinque in attacco": come è stata la prima vittoria di Carlo Ancelotti con il Brasile. Analisi e sviluppi

QUALIFICAZIONI MONDIALI - La solita difficoltà a concludere, un calo vistoso nel finale, ma anche il grande affetto dei tifosi nei confronti di un ct come si deve, tanto atteso e una grande gioia per la qualificazione al Mondiale 2026. Questo e molto altro nella “prima” di Carlo Ancelotti di fronte al suo nuovo pubblico. Quello della Nazionale “sempre qualificata ai Mondiali”.

Ancelotti: "In Brasile accoglienza fantastica, la Federcalcio qui è una famiglia"

Video credit: SNTV

Il Brasile è terra di calcio come non ne esistono al mondo. Inutile perderci in strane classifiche: la Nazionale verdeoro è qualcosa di più per il popolo brasiliano che non fa nulla per nasconderlo, e quando le cose vanno bene e quando invece non vanno per il verso giusto. Da tanto, troppo tempo a questa parte le cose per "la Nazionale che non ha mai saltato una Coppa del Mondo di calcio" non vanno come dovrebbero: tante brutte figure, sia sul proprio continente che in giro per il mondo, mai un calcio all’altezza della storia di questa maglia, tanto malumore. In questa situazione, non corroborante, si è calato Carlo Ancelotti, non certo un allenatore qualunque.
In molti avevano cominciato a storcere il naso dopo la prima apparizione ufficiale del "suo" Brasile, un pareggio tutt’altro da sottovalutare in casa dell’Ecuador, anch’esso qualificato con merito al Mondiale proprio nella scorsa notte (grazie a un altro pareggio senza reti). Ma non era passato che qualche giorno dal suo sbarco nell’altro continente.

Accoglienza

Diversa la situazione della Neo Química Arena a São Paulo dove già alla vigilia si respirava aria di festa: arrivava il Paraguay e - in caso di vittoria - si poteva festeggiare la qualificazione al Mondiale del 2026, quello spiattellato tra Stati Uniti, Messico e Canada. Così sarà. Nel giorno del suo 66° compleanno, Carlo Ancelotti non poteva sperare in un’accoglienza migliore da parte della sua nuova tifoseria. Un "Parabéns, Carletto" che riempiva gli stadio e occhi e che spezzava già tutte le voci di un’accoglienza fredda nei confronti di un allenatore sì grandissimo ma comunque uno straniero. Niente di tutto ciò.
Già durante l'annuncio della formazione, il suo nome è stato celebrato più di tutti (dopo quello di Hugo Souza del Corinthians, proprietario dello stadio). L’aria di festa ha fatto bene anche alla squadra di Vinicius e compagni, che ha tramutato l’entusiasmo in gioco. Non ancora un gioco spumeggiante, sia chiaro, ma comunque qualche miglioramento si è visto: soprattutto nel primo tempo, quando il Brasile – contro un Paraguay modesto – ha dettato i ritmi di gioco e ha trovato il vantaggio grazie alla testardaggine di Cunha e di Vinicius. Gol e saluto a "Carletto", già suo mister nel Real Madrid.

3-2-5 ??

"Prevedendo che il Paraguay sarebbe stato poco propositivo, Ancelotti ha schierato una formazione più offensiva – analizza Globo Esporte - Oltre al quartetto Martinelli, Vini Jr., Matheus Cunha e Raphinha, la linea più avanzata includeva anche la presenza di Vanderson. Si è visto un Brasile schierato con un particolare 3-2-5 che spingeva l'avversario verso la propria area. Con la squadra compatta, Casemiro e Bruno Guimarães giocavano anche loro molto vicini alla linea d'attacco, aiutando a connettere il gioco".
In questo scenario, il problema della mancanza di un regista è stato risolto, poiché "la squadra avanzava in blocco e scambiava passaggi fluidi intorno all'area paraguaiana". Lo scambio di posizioni tra gli attaccanti è stato anche un punto di forza: sebbene giocassero più centralmente, "Vini e Raphinha si alternavano sulle fasce, rispettivamente con Martinelli e Vanderson. Matheus Cunha, che aveva il ruolo di uomo più centralizzato, sembrava essere l'unico a incontrare più difficoltà in quella posizione". In verità poi il gol arriva da una sua iniziativa in pressione, con tanto di assist per Vinicius.

Numero 9 cercasi

Se la mancanza di un numero 10 non si è fatta sentire, quella di un numero 9 sì. "La selezione non è riuscita a convertire il suo dominio nel primo tempo in molte grandi occasioni. Certamente, l'affollamento di paraguaiani in area ha contribuito a questa difficoltà. L'azione in cui Cunha ha colpito di testa verso il centro dell'area, quando aveva la possibilità di mirare direttamente alla porta, è stata indicativa di questo problema". La fase finale ha presentato uno scenario completamente diverso: Ancelotti ha fatto alcuni esperimenti, come arretrare Matheus Cunha e invertire le posizioni di Martinelli e Vini. Forse voleva preparare la squadra a una maggiore pressione del Paraguay, che effettivamente si è verificata, ma senza riuscirci.
Il Paraguay ha tenuto la palla troppo a lungo mentre il Brasile ha avuto difficoltà con la pressione in uscita. Tuttavia, ha avuto le migliori occasioni, non ha subito grandi spaventi e ha portato a termine la partita con il punteggio che garantiva la qualificazione alla Coppa.
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Carlo Ancelotti

Credit Foto Getty Images

Riguardo al non aver subito gol nelle sue prime due partite con il Brasile: sono italiano (ride). La squadra non ha subito gol grazie alla una eccellente prestazione difensiva, e i giocatori di centrocampo hanno fatto uno sforzo straordinario, come Casemiro. Sono felice anche di questo, ma anche perché siamo al Mondiale (CARLO AncELOTTI IN CONFERENZA STAMPA)
"Il risultato era necessario: vincere in casa per i nostri tifosi e qualificarci subito per il prossimo Mondiale, che era il nostro obiettivo. Ora il Mister avrà più tempo per lavorare con noi, per vedere cosa possiamo migliorare," ha commentato Vini Jr., che ha giocato più vicino al modo in cui giocava al Real Madrid con lo stesso. Certo, c'è ancora margine di miglioramento. Ma l'allenatore italiano ha un anno per centrarlo. A settembre, il Brasile affronterà Cile e Bolivia al termine delle qualificazioni: allora si dovrà vedere un bel salto di qualità.
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Ancelotti: "In Brasile accoglienza fantastica, la Federcalcio qui è una famiglia"

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