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La favola del Mirandés, il club di Segunda Division che sogna la finale di Coppa del Re

Stefano Fonsato

Pubblicato 11/02/2020 alle 12:19 GMT+1

Benvenuti a Miranda de Ebro, piccola cittadina da 35mila abitanti nella provincia di Burgos, dove i miracoli calcistici sono di casa, così come le bottiglie dell'ottima Rioja, prodotto dei vitigni di zona. La squadra in questione è il Mirandés, squadra neopromossa della seconda serie spagnola che ha ottenuto il pass per le semifinali di Copa del Rey dopo il rotondo 4-2 rifilato al Villarreal...

La gioia dei giocatori del Mirandés, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Benvenuti a Miranda de Ebro, piccola cittadina da 35mila e rotti abitanti nella provincia di Burgos, dove i miracoli calcistici sono di casa, così come le bottiglie dell'ottima Rioja, prodotto dei vitigni di zona. La squadra in questione è il Mirandés, formazione neopromossa della seconda serie spagnola che ha ottenuto il pass per le semifinali di Copa del Rey dopo il rotondo 4-2 rifilato al malcapitato Villarreal, un'impresa che al club rossonero era già riuscita 8 anni fa, addirittura da compagine di "Segunda B" (che corrisponde alla nostra Serie C). Allora, a giustiziare il Mirandés, fu l'Athletic Bilbao. Giovedì 13 febbraio, i giocatori di Iraola, i "Rojillos", affronteranno un'altra storica formazione dei Paesi Baschi (peraltro vicini di casa, mappe alla mano), la Real Sociedad, da affrontarsi al meglio dei 180' (a differenza delle altre partite a eliminazione diretta, secondo la regola appena introdotta) a cominciare dalla sfida esterna all'Estadio Municipal de Anoeta.

Una semifinale senza Barcellona e Real Madrid: è la prima volta dal 2010

Un'edizione, quella attuale della Coppa del Re, che ha regalato emozioni e sorprese a non finire. La stessa Real Sociedad, infatti, è stata capace di imporsi 4-3 nei quarti di finale al Bernabéu contro il Real Madrid, mentre un acuto al 93' di Iñaki Williams ha permesso all'Athletic Bilbao di liquidare tra le mura amiche il Barcellona di Lionel Messi. La formazione del San Mamés è stata abbinata a un'altra "underdog" della manifestazione: il Granada, capace a sua volta di far fuori il Valencia.
Insomma, ora tutto può accadere senza "big" di mezzo (è la prima volta dal 2010 senza blaugrana e blancos in semifinale): una vera e propria manna per i romantici del calcio, l'ennesimo esempio da seguire (ma non succederà, fidatevi!) per la nostra Coppa Italia, che proprio non vuole lasciarsi andare al sorteggio integrale per favorire le "big", che a loro volta godono degli introiti televisivi. Un'edizione che, certamente, racconterà una bella favola, a 20 anni esatti da quella del Calais in Coppa di Francia (che, comunque, continua a regalare colpi di scena). Prende appunti, in questo senso, perfino la FA Cup, in cui le storie da raccontare stanno facendo la ruggine, a seguito di un progressivo cambio di cultura che sta lentamente uccidendo la magia del calcio inglese.

Giustiziate le "big" Celta Vigo, Siviglia e Villarreal

Tornando al Mirandés, dopo due anni di terza serie, la formazione di mister Iraola (vecchia gloria dell'Athletic Bilbao), veleggia in una tranquilla decima posizione. Per scatenarsi aspetta le serate di coppa. E lo fa a suon di gol: 5-4 in trasferta, dopo i tempi supplementari, al Coruxo. Dopodiché, ai trentaduesimi di finale, 3-2 al Murcia, sempre in trasferta e sempre all'extra time. Dai sedicesimi in avanti, il gioco s'è fatto duro: Antonio Sánchez, al 114', firma il 2-1 al Celta Vigo, agli ottavi 3-1 al Siviglia nell'arco dei 90' e, infine, il 4-2 rifilato al Submarino Amarillo. Nel piccolo ma accogliente (e ribollente di entusiasmo) impianto dell'Estadio Municipal de Anduva (6500 posti), è lo scatenato attaccante brasiliano Matheus Aiás - in prestito dal Watford, nonché ennesima scoperta dello scouting dell'Udinese - ad aprire le marcature al 17', ubriacando di finte Chakla e Mori, prima di battere Fernandez. Il Villarreal pareggia in due circostanze: prima con Ontiveros e poi con un rigore di Santi Cazorla al 56' dopo un altro penalty, quello trasformato da Martin Merquelanz. Ma la furia offensiva rossonera si riapre: arrivano tiri da ogni dove e le reti del centrale difensivo Odei Onaindia e di Antonio Sánchez, per il 4-2 definitivo.

"Grinta e forza di volontà mai viste prima"

Le parole di Andoni Iraola sono indicative:
Non siamo ancora riusciti a realizzare quanto abbiamo fatto. Lo sforzo profuso da questi ragazzi va oltre l'immaginazione. Questo grazie a un impegno, a una grinta e a una forza di volontà che non ho mai riscontrato in giro nelle mie precedenti esperienze. Contro la Real Sociedad ce la giocheremo nuovamente: sarà diverso perché bisognerà pensare nell'arco dei 180', ma perché non continuare a sognare?

Il gioiello (in prestito) Merquelanz ha scritto la storia

Si diceva del trequartista Martin Merquelanz: è il gioiello della rosa rossonera. Basco, classe 1995 è in prestito, guarda caso, proprio dalla Real Sociedad e giovedì incontrerà il club che, probabilmente, costituirà il suo futuro professionale, per quanto il club dell'Anoeta gli concesse una sola presenza in prima squadra, a fronte invece di 100 presenze nella Real Sociedad "B" anche per colpa della sua fragilità, che l'ha visto rompersi i crociati di entrambe le ginocchia.
Merquelanz si è però tolto la soddisfazione di entrare nella storia del club rossonero e del calcio spagnolo: con un gol su rigore e tre assist nella sfida al Submarino Amarillo, è l'unico giocatore in Coppa del Re ad aver partecipato a quattro reti nell'arco di un'unica partita.

E poi c'è Crisetig...

Una doppia sfida in cui potrebbe prendere parte anche il centrocampista scuola Inter ed ex di Crotone, Bologna e Frosinone Lorenzo Crisetig, trasferitosi lo scorso 31 gennaio al Mirandés dopo una prima parte di stagione trascorsa al Benevento, agli ordini di Filippo Inzaghi.

Il club dei miracoli

In attesa della sfida di giovedì, la gente di Miranda de Ebro sogna ad occhi aperti. Nell'estate 2013, l'impresa extra-sportIva la misero a punto proprio i tifosi: era il 30 luglio 2013, data in cui sarebbe scaduto il termine per iscrivere la squadra al campionato. Quando mancavano solo quattro ore alla scadenza perentoria e improcrastinabile della mezzanotte, dirigenti, giocatori e tifosi accorsi a sostenere la società, riuscirono a racimolare la bellezza di un milione e 400 mila euro. Questa situazione si era venuta a creare dopo che un sedicente uomo d'affari, tale Vicente España, aveva assicurato di coprire personalmente la cifra occorrente per l'iscrizione, ma al momento in cui questi soldi dovevano essere versati, si scoprì che quel conto corrente era miseramente vuoto. A sole quattro ore dalla scadenza, vennero riaperte le banche fuori orario, con la Policia Nacional che si mise a disposizione, tanto da consentire - alle 23,57 (!) - di procedere col versamento richiesto inviandolo alla Lega spagnola. E, ancora, nel 2016, sempre nella Coppa del Re, i "Rojillos" raggiunsero i quarti di finale. Insomma, ecco perché il Mirandés è conosciuto, in Spagna, come la "squadra dei miracoli".
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