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La prima pietra

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DaEurosport

Pubblicato 16/06/2005 alle 14:00 GMT+2

Torna il sorriso in casa nerazzurra, la conquista della Coppa Italia mette fine a sette anni di digiuno di trofei. La strada verso i grandi traguardi, anche se ben avviata, è ancora molto lunga. La Roma chiude male una stagione iniziata in salita.

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Credit Foto Eurosport

Torna a festeggiare il popolo nerazzurro. La punizione di Mihajlovic, la terza letale alla Roma a San Siro, mette definitivamente in ginocchio i giallorossi, che fino a quel momento avevano fatto ben poco per riaprire una finale già compromessa all'andata, e mette il sigillo definitivo sulla quarta Coppa Italia della storia dell'Inter. Il trofeo, assente in bacheca da 23 anni, pone fine a un digiuno di successi lungo sette anni. Nel 1998 era stata l"altra romana, la Lazio, vedere sollevare all'Inter la Coppa Uefa, che fino a ieri è stata il primo e unico trofeo della gestione Moratti. Il successo in campo nazionale mancava addirittura da 16 anni, dall"accoppiata scudetto-Supercoppa Italiana del 1989.
Dopo anni di sofferenze e di amare delusioni, su tutte il famigerato '5 maggio', ecco finalmente una piccola soddisfazione per i tifosi interisti e il giusto premio per un Presidente capace di investire qualcosa come 500 milioni di euro negli 11 anni di gestione. La Coppa Italia non rappresenta la massima ambizione per un club come l'Inter, ma come indicato dal tecnico Roberto Mancini, può rappresentare l'inizio di un ciclo vincente. La strada imboccata sembra quella giusta. Il Mancio d'altronde è abituato a costruire i grandi cicli partendo dalla Coppa meno importante. Quando era alla Sampdoria e alla Lazio, alla Coppa Italia sono poi seguiti scudetti e altre coppe di più alto prestigio. Per il tecnico di Jesi, uno specialista nella competizione, si tratta della nona Coppa Italia vinta in carriera con quattro squadre diverse, la terza da allenatore.
La strada verso i grandi successi tuttavia è ancora lunga e il percorso non ammette distrazioni. Giusto il tempo di godersi l'aperitivo, come definito da alcuni giocatori nerazzurri, che c'è già da pensare alla nuova stagione. Il 10 luglio di nuovo tutti agli ordini di Mancini, per preparare un agosto colmo di impegni. Innanzitutto il preliminare di Champions League, da non fallire assolutamente, e la Supercoppa Italiana nella sempre affascinante sfida con la Juventus. Altri due banchi di prova molto importanti per testare la solidità di una formazione che dall'inizio del 2005 ha fatto più punti di tutti in campionato e che in Coppa Italia è stata un rullo compressore, con sette vittorie e un pareggio nelle otto partite disputate. Una formazione che non merita l'ennesima rifondazione ma che necessita solo di qualche ritocco. Magari in difesa, anche se il reparto arretrato nel finale di stagione ha dimostrato una certa affidabilità che sembrava impensabile dopo i primi mesi di campionato.
La Roma ha invece dimostrato una volta di più tutte le sofferenze di una stagione nata male e proseguita sempre in peggio. I quattro allenatori, i quattro mesi senza vittorie all'Olimpico, una salvezza conquistata solo alla penultima giornata. La qualificazione in Coppa Uefa conquistata a Udine nell'unica partita da salvare della gestione Conti è oro colato. Anche ieri sera i giallorossi hanno mostrato tutti i loro limiti, mentali prima che fisici. L'espulsione di Cufrè, piuttosto ingenua, è l'emblema dell'ennesima serata da dimenticare. A Roma c'è l'esigenza di ripartire da zero. Con un nuovo allenatore, con un nuovo progetto. Anche se qualche cessione sarà inevitabile per ragioni di bilancio. A capitan Totti, l'unica certezza per il futuro, il compito di caricarsi sulle spalle la &lsquonuova' squadra e condurla verso traguardi più nobili.
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