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Calcio Euro 2020 It's Coming Home La casa del calcio è veramente l'Inghilterra?

Paolo Pegoraro

Aggiornato 09/07/2021 alle 09:40 GMT+2

EURO 2020 - La litania dell'It's Coming Home è giustificata? Il calcio è veramente stato fondato in Inghilterra oppure trattasi di falso storico?

It's Coming Home

Credit Foto Eurosport

Anno di grazia 1996: esce Trainspotting nelle sale cinematografiche, sugli scaffali delle librerie compare l'opera prima di Chuck Palahniuk Fight Club, gli Oasis riscrivono la storia della musica attirando folle oceaniche ai due concerti di Knebworth, l'Inghilterra si arrampica sino alla semifinale dei Campionati Europei organizzati in casa. I tifosi eleggono a personale inno Three Lions (Football's Coming Home), la canzone giusta al momento giusto con quel suo respiro così brit pop e quel ritornello così sciovinista (nonostante un testo improntato a nostalgico pessimismo). A distanza di 25 anni il motivo è tornato prepotentemente in auge scandendo il percorso netto della squadra di Southgate, attesa ora alla finalissima contro l'Italia, ancora una volta nel proprio giardino di casa. La litania dell'It's Coming Home è dunque giustificata? Il calcio ha davvero visto la luce in Inghilterra oppure trattasi di falso storico?

Genesi del calcio moderno

26 ottobre 1863: alla Freemasons' Tavern di Londra, allo scopo di codificare il gioco del calcio, si riuniscono i rappresentanti di undici club e associazioni sportive londinesi. La Football Association è ufficialmente costituita. Il nuovo regolamento vieta l'uso delle mani e gli hacking (i famigerati calcioni alle tibie, retaggio del calcio fiorentino) così i rappresentati del college di Rugby si chiamano fuori fondando l'omonimo sport: la storica scissione è ultimata. Il calcio non rappresentava una novità in Inghilterra, imperversava da inizio secolo: i rampolli dell’alta società inglese praticavano il gioco all’interno di collegi come Eton – quello, per intenderci, dove Lady Diana avrebbe mandato i figli William e Henry a studiare – e lo avevano già regolamentato sradicando le pratiche più violente.

Da Arthur Kinnaird a Fergus Suter

Arthur Kinnaird è la prima vera football star della storia: formatosi prima a Eton poi al Trinity College di Cambridge, entra a far parte del comitato della Football Association a soli 19 anni e a 26 vince la sua prima FA Cup con la maglia dei Wanderers. Vincerà cinque Coppe d'Inghilterra - tre con i Wanderers e due con gli Old Etonians – e parteciperà a nove finali, un record tuttora ineguagliato. È il più formidabile artefice del dribbling game, un gioco basato sulla forza fisica, sulla tecnica di base ma soprattutto sull’individualismo. Lo stile di Kinnaird dilagherà sino all’avvento dello scozzese di Glasgow Fergus Suter, di dieci anni più giovane e dalle vedute decisamente più ampie. L'ex scalpellino del borgo di Partick intuisce che il futuro del calcio passa da un sistema di gioco più corale, basato su una fitta rete di passaggi e su un'espressione embrionale della tattica.
La prima Fa Cup vinta da una squadra operaia. il Blackburn Olympic (1883)
La sua visione si rivelerà lungimirante: il calcio sta cambiando per davvero negli anni Ottanta del XIX secolo e il passing game di matrice operaia è sul punto di soppiantare l'elitario dribbling game. Il Blackburn Olympic nel 1883 sconfigge nella finale di FA Cup gli Old Etonians di Lord Kinnaird e diventa la prima squadra operaia a conquistare la Coppa d'Inghilerra; le tre successive edizioni saranno appannaggio dell’altra squadra di Blackburn, i Rovers del nostro Fergus Suter, nel frattempo balzato agli onori delle cronache per motivi squisitamente extra calcistici. Già, lo scozzese è il primo calciatore della storia a essere pagato per giocare: prima dal Darwen FC, poi dai più facoltosi Blackburn Rovers. Dai gentleman della Londra bene si leva un coro d'indignazione: il professionismo è quanto di più lontano dallo spirito autentico del gioco. Il loro gioco.
Fergus Suter (secondo dalla destra) prima della finale di FA Cup del 1882 con il Blackburn (Getty Images)

The English Game

La Coppa d’Inghilterra è la competizione più antica del mondo e al contempo espressione più affascinante del Gioco: sono ammesse sia squadre dilettanti che professioniste, si gioca uno contro l'altro - con rematch in caso di parità - in un percorso all'insegna del do or die sino alla finalissima in campo neutro. La prima edizione risale addirittura al 1871/1872, quando ad affrontarsi in finale furono Wanderers e Royal Engineers: la spuntarono i Wanderers grazie al gol di Morton Peto Betts. Le sfide di FA Cup all'ultimo sangue tra esponenti dell’alta società e dopolavoristi costituiscono un tema portante di The English Game.
La serie tv griffata Netflix offre un appassionante affresco del calcio dei pionieri, fotografato al momento della transizione da sport d’elite a sport popolare, da sport dilettantistico a sport professionistico. Liberamente ispirata alle cronache sportive dell’epoca, la miniserie in sei puntate estende il suo sguardo oltre il football raffigurando le lotte di classe dell’Inghilterra di fine 800; i temi musicali di Harry Escott e gli abbacinanti campi lunghi sulle brughiere del Lancashire sublimano il quadro d’insieme. Le squadre composte da ex alunni dei più prestigiosi istituti d’Inghilterra dominano le prime edizioni di FA Cup, ma già nel corso degli Anni Ottanta Lord Kinnaird e compagni sono costretti a cedere il passo: in questa sorta di selezione darwiniana l'x factor campeggia nel dna della working class. Il canto del cigno risuona nel 1882: l'Old Etonians è l'ultima squadra dilettante della storia a trionfare in FA Cup.
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Mancini: "Wembley tempio, bisogna rispettarlo giocando bene"

Ultima fermata: Wembley

Battere i sedicenti maestri del football, nel tempio pagano più famoso al mondo, sabotando il Coming Home: ecco l'ultima fatica di Ercole, tanto ostica quanto intrigante, per la Bell'Italia di Roberto Mancini, esteta dentro e fuori dal campo. Perché se gli amici inglesi per primi hanno codificato il Gioco, noi italiani nel corso degli anni siamo stati allievi piuttosto ricettivi in grado di sopraffare i maestri in parecchie occasioni, specie quando la posta in palio aumentava vertiginosamente.
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Schmeichel scherza sul "coming home": "L'avete mai vinta?"

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