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Fiorentina, Paulo Sousa a Basilea: crocevia di ritorni e sogni

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Aggiornato 26/11/2015 alle 11:17 GMT+1

La Fiorentina affronta gli svizzeri nel teatro della finale del 18 maggio: l’imperativo è uscire con un risultato positivo, anche per dare un senso alle scelte del tecnico

Paulo Sousa Fiorentina 2015

Credit Foto LaPresse

Il 18 maggio 2016 il St. Jakob-Park di Basilea ospiterà la finale di Europa League. La strada è ancora lunga, ma il popolo viola sa che per tornare in Svizzera in primavera la tappa odierna sarà fondamentale. Ne è pienamente consapevole soprattutto Paulo Sousa che, per uno strano scherzo del destino, si ritrova a dover affrontare una squadra con cui ha condiviso una stagione (la scorsa) di successi.
La Fiorentina è reduce da un pareggio indigesto contro l’Empoli e il tecnico ha dovuto pagare il conto delle critiche dovute a un turnover eccessivo e questa volta poco redditizio, contrariamente a quanto accaduto nel match del Franchi contro il Frosinone. Per sua stessa ammissione il portoghese ha elegantemente riconosciuto di “aver sbagliato la formazione”, ingrediente che rende ancor più pepato l'esito della delicata sfida europea.

Il momento del Basilea

Basterebbe, infatti, la classifica a far capire l’importanza dell’impegno della Viola per le sue ambizioni europee: i gigliati hanno 6 punti, frutto di due vittorie esterne a compensare gli altrettanti ko subiti in casa. Due incidenti di percorso inattesi, a cominciare da quello dello scorso settembre, conciso con la rimonta firmata da Bjarnason, vecchia conoscenza del calcio italiano, ed Elneny a rendere vano il vantaggio di Kalinic. È pur vero che la squadra di Urs Fischer non arriva da un momento brillante e, rispetto alla gara d’andata, ha smarrito qualche certezza: in campionato sono arrivate due sconfitte inaspettate, in Europa lo stop contro il Belenenses e, per quanto riguarda la formazione, la difesa è ampiamente rimaneggiata. L’unico centrale di ruolo rimasto è Suchy mentre Samuel, Hoegh, Ivanov e il giovanissimo Akanji sono tutti infortunati. Uno tra il terzino Lang e il centrocampista Taulant Xhaka dovrà essere adattato accanto a Suchy.

La sconfitta non è contemplata

Il Basilea comanda il girone con 9 punti mentre Lech Poznan e Belenenses seguono a quota 4. Con i suoi 6 punti la Fiorentina può ancora ambire al primo posto (ribaltando l’1-2 del Franchi in Svizzera), ma in caso di ko e di contemporanea vittoria del Lech Poznan potrebbe non bastare un successo nell’ultimo turno contro i portoghesi per la qualificazione ai sedicesimi (e non resterebbe che confidare in un Basilea sufficientemente “motivato” contro i polacchi…).
La Viola non ha mai battuto il Basilea nei quattro precedenti e anche il bilancio di Sousa è negativo: una vittoria (datata 25 ottobre 2012 – Videoton-Basilea 2-1), due pareggi e quattro sconfitte. Un motivo in più per sfatare il tabù e giustificare il turnover del tecnico: rinunciare al sogno europeo dopo aver lasciato per strada qualche punto di troppo in Serie A sarebbe imperdonabile.
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