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Un calcio... ai tifosi! I 9674 dell’Atletico Madrid e un problema di cui nessuno parla

Simone Eterno

Pubblicato 09/05/2018 alle 12:41 GMT+2

In Spagna sta facendo polemica l'assegnazione dei biglietti per la finale dell'Europa League a Lione. Al netto di tutto, infatti, i tifosi di Atletico Madrid e Marsiglia avranno a disposizione meno di 10mila ticket. Su una capienza di 60mila persone. Una notizia che apre la riflessione su un argomento più ampio: qual è il futuro del tifo - quello vero - dentro gli stadi?

Atletico de Madrid fans

Credit Foto Getty Images

La notizia, da queste parti, è di quelle passate in sordina. Tra finale di Coppa Italia, bando dei diritti tv da rifare e le immancabili polemiche arbitrali – o le tanto amate e sempre presenti ‘bombe’ di calciomercato – quasi nessuno, davvero, ci ha fatto caso. Eppure, sull’argomento, ci sarebbe da discutere.
Qual è il futuro dei tifosi nel mondo del calcio? Per tifosi intendiamo quelli veri, quelli vecchia maniera. Quelli con l’abbonamento e che la squadra vorrebbero vederla sempre allo stadio. Quelli, insomma, che nella storia del calcio hanno contribuito attivamente alla creazione del mito.
Lo spunto ce lo suggerisce la notizia. E la successiva, inevitabile, polemica. Nella prossima finale di Europa League allo stadio Groupama di Lione, i tifosi dell’Atletico Madrid avranno a disposizione soltanto 9674 biglietti (degli 11552 concessi al club ma epurati dei 1878 per staff e invitati). Totale capienza dello stadio: 60000 anime (ridotte dalla UEFA a 59000 per i consueti motivi di sicurezza).
Meno del 17% dei tagliandi, dunque, a coloro i quali, in un mondo che vorremmo definire ‘normale’, avrebbero i principali diritti a poterci essere. Vuoi per la fedeltà ai propri colori, vuoi per i denari spesi nel corso degli anni, vuoi per il semplice concetto del: se non loro, chi dovrebbe assisterci?
La riposta a questa domanda, nel corso degli anni e sulla scia della rivoluzione lanciata dal calcio inglese, è ‘qualcun’altro’. Un 'qualcun’altro' che non per coincidenza è quasi sempre dotato di un florido conto in banca. Esotici turisti del football provenienti da ogni angolo del pianeta, ma anche e soprattutto corporate, sponsor e business.
Una fetta che di anno in anno si fa sempre più ampia nel mondo del pallone, e al quale i club guardano ovviamente con sempre maggiore interesse. L’equazione, dal loro punto di vista, d’altronde, è piuttosto semplice: più soldi in cassa, meno problemi di ordine pubblico. E’ stata l’Inghilterra a insegnarcelo. E ora tutti dietro.
Una scelta assolutamente comprensibile e alla quale, ad esempio, ha con tempismo perfetto per la stesura di queste poche righe indirettamente partecipato anche l’Inter. Giusto martedì pomeriggio, nella splendida cornice di Villa Necchi Campiglio nel cuore di Milano, la dirigenza nerazzurra presentava ‘IN Inter Hospitality’, un progetto volto ad ampliare e migliorare il servizio per la clientela ‘corporate e top consumer’ dentro lo stadio di San Siro.
Eppure, ecco, come naturale possa essere la scelta dell’Inter di voler ampliare quel 3,5% di aziende e clientela top che sceglie San Siro e una partita di calcio come luogo per fare networking, viene da associare immediatamente la notizia di quanto accadrà il 16 maggio a Lione.
Se è vero infatti che lo stadio è diventato luogo di attrattiva anche per il mondo degli affari, altrettanto vero è che ciò è stato possibile ed è ancora strettamente connesso proprio grazie ai tifosi. Quelli più caldi. Quelli più veri. Quelli dei cori e delle coreografie, che dai palchetti o dalle poltroncine poi tutti si affacciano per registrare o fotografare. Dimenticarsi di questi – o peggio ancora tagliarli fuori – per lasciare spazio a una fetta di clientela più ricca, potrebbe rivelarsi una scelta non poi così lungimirante sul lungo periodo. Anzi, forse, addirittura, un’arma a doppio taglio. Il perché è presto detto. Quale azienda, in futuro, andrebbe a una partita di pallone senza atmosfera? Sarebbe ancora poi così attraente il prodotto calcio senza il suo contorno strettamente connesso, ovvero chi paga – sempre – per andare a cantare e tifare sul serio l’undici che tutti stanno vedendo in campo?
'Football without fans is nothing. A working class sport' - Il calcio senza tifosi è nulla, è uno sport popolare. La protesta di alcuni tifosi del Liverpool sul rincaro dei prezzi
Una domanda che ci pare legittima, così come questa del resto: che cosa faranno gli altri 39500 neutrali della finale di Europa League mentre i due spicchi ridotti di Atletico e Marsiglia tiferanno le loro squadre?
La risposta potrebbe essere ‘un po’ di networking’. Vedi mai che un giorno, per la legge del contrappasso, con gli stadi vuoti, qualcuno si metterà a cantare nel cda di una grande banca ‘You’ll never walk alone’...
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