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Identità, gioventù e progetto vero: i segreti della Germania che vince tutto

Simone Eterno

Aggiornato 02/07/2017 alle 22:32 GMT+2

Trionfatori a sorpresa all'Europeo U21 in Polonia e in Confederations Cup. La Germania si conferma nazione con un ricambio unico in Europa, frutto di un progetto nato dalle evidenti difficoltà economiche e portato avanti con rigore e serietà. E così mentre Neuer, Hummels, Kroos, Khedira, Ozil e Muller sono in vacanza, la Germania continua a vincere. Proviamo a spiegare come.

Germania 2017 U21 vs Germania 2014 - compo

Credit Foto Eurosport

A queste latitudini probabilmente ne stiamo prestando davvero poca attenzione, in un’estate senza grandi competizioni che come al solito fa scatenare gli insiders – o presunti tali – di quell’oppio straordinariamente italico calciomercato. E così, mente i più si sballano con affari raggiunti – pochi – e fantasie proposte al pubblico – tantissime – il calcio vero ci racconta che sottotraccia sta passando l’ennesimo clamoroso successo del movimento dei nostri arci-rivali storici: la Germania.
Il day-after del successo della mini-Mannschaft sulla stra-favoritissima Spagna ci dà l’occasione per provare a portare alla luce la cosa, sottolineando l’incredibile – e tutto sommato impronosticato – successo tedesco all’Europeo Under 21.
Sì perché di fatto la Germania, in Polonia, si è presentata con la “terze linee”. E nonostante questo ha vinto, dimostrando per l’ennesima volta la floridità di un movimento che riesce sempre a rinnovarsi. Non una scelta snob quella dei tedeschi all’europeo U21, quanto piuttosto la necessità di dover far fronte a una nazionale che nel contempo, in Russia, doveva giocare la Confederations Cup.
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Deutschland U21 Finale

Credit Foto Getty Images

Competizione pluri-snobbata chiaramente da tutte le stelle, e così in Germania è fondamentalmente successo quanto stiamo per raccontarvi. Della squadra titolare che ad esempio che un anno fa a Bordeaux superava l’Italia di Antonio Conte a quegli sciagurati calci di rigore (e che si sarebbe fermata poi in semifinale con la Francia), mancano tra i convocati di Loew ben 8/11: l’intera difesa con Neuer, Boateng, Hummels, Howedes; il cuore della mediana con Kroos e Khedira; l’intero attacco con Muller, Ozil e Gomez. Tutti in vacanza.
Una “emergenza” – che tale ovviamente non è, da qui il virgolettato – che ha chiamato Loew a dover attingere dal bacino dei giovani. E così, tra i 22 convocati del commissario tecnico tedesco, viene fuori che ben 8 di questi, tra potenziali fuori-quota o gente perfettamente in linea con i parametri, erano giocatori convocabili dall’under 21 (tabella qui sotto): dai nomi più noti come Can o Kimmich (da tempo nel giro comunque della nazionale maggiore) ai protagonisti stessi della Germania alla Confederations come Leon Goretzka o il bomber Timo Werner, il più giovane giocatore nella storia della Bundesliga ad arrivare a 100 presenze (20 anni e 203 giorni).
Matthias GinterBorussia Dortmund19/01/1994
Benjamin HenrichsBayer Leverkusen23/02/1997
Joshua KimmichBayern München08/02/1995
Niklas Süle1899 Hoffenheim03/09/1995
Julian BrandtBayer Leverkusen02/05/1996
Emre CanLiverpool FC12/01/1994
Leon GoretzkaFC Schalke 0406/02/1995
Timo WernerRB Leipzig06/03/1996
Ma nonostante questo l’Under 21 è comunque riuscita a vincere, mettendo in fila le più quotate Italia o Inghilterra e imponendosi anche sulla favoritissima Spagna, mostrando all’Europa intera gente come Weiser – l’uomo vittoria di ieri sera – oppure Selke, Gnabry, Gerhardt tanto per citarne alcuni; o il portiere Pollersbeck, che fino a qualche mese fa giocava nei dilettanti della seconda squadra del Kaiserslautern ma dalla prossima stagione difenderà i pali della nobile (decaduta) Amburgo.

Da dove nasce il successo tedesco

E così, nell’attesa di capire se anche la 'Germania B' completerà l’opera con la finale sul Cile, l’estate tedesca può già definirsi un successo. Una fonte di vanto verso tutte le altre nazioni che certamente non nasce dal nulla, ma come sempre in Germania è frutto di un processo strutturale studiato a tavolino e partito agli inizi del 2000, quando falliva la pay tv tedesca Premiere e le squadre della Bundesliga capirono che non si poteva campare solo di diritti televisivi (come di fatto si fa da noi, con tanto di endorsment recente del presidente Tavecchio…).
La rifondazione completa del movimento, le squadre b da imbottire di giovani e far giocare nelle categorie minori, la spinta di un mondiale conquistato da poter utilizzare per costruire nuove strutture o ammodernare quelle già esistenti, la politica dei prezzi contenuti delle società per portare il pubblico dentro quegli stadi (non a caso la nazione con più spettatori medi in Europa); ma soprattutto la più generale fiducia nei propri vivai che quella ai tanti procuratori che promettono miracoli. Questa, in estremissima sintesi, la ricetta che in vent’anni ha portato la Germania a scalare le posizioni nel ranking UEFA proprio a discapito della nostra Serie A; questo il successo di un movimento che da tempo si gode i frutti del proprio lavoro e che in questa estate distratta ne sta dimostrando lo strapotere.

In Italia invece...

Una ricetta che curiosamente anche noi italiani, a parole, vorremmo adottare; ma che alla fine utilizziamo quasi sempre come slogan. Vero che la nostra u21 in Polonia si è presentata per la prima volta dopo più di un decennio con una formazione di tutto rispetto e ricca di giovani con esperienza in Serie A, ma la realtà dei numeri è impietosa e ci dice che il campionato appena concluso è stato il peggiore in termini di giocatori italiani schierati almeno una volta dai club di Serie A: 240 su 560 nomi complessivi, il 43% del totale; dieci anni fa era il 71%!
Ma questo è in fondo un discorso lungo e complicato e superficialmente la provocazione e lo sfottò regge ancora. Se è vero infatti che la Germania vanta un gran movimento, altrettanto lo è che contro l’Italia non vince praticamente mai. Dimostrazione ultima nella stessa Under 21, con l’unico ko tedesco arrivato proprio dai nostri Azzurrini.
Che possa bastare questo per continuare a dormire sonni tranquilli? A nostro parere proprio no. Perché non si può sempre campare di miracoli o alla giornata; perché prima o poi questo enorme gap sarà destinato a venire fuori. E a quel punto, per noi, potrebbe essere davvero troppo tardi.
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