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Gli Europei del 1996

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Pubblicato 26/05/2004 alle 19:18 GMT+2

[26/05/04] - In Inghilterra prima fase finale a 16 squadre. Terzo trionfo per la Germania grazie a Bierhoff. Turn-over suicida di Sacchi che regala il passaggio ai quarti alla Repubblica Ceca di Nedved.

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[26/05/04] - In Inghilterra prima fase finale a 16 squadre. Terzo trionfo per la Germania grazie a Bierhoff. Turn-over suicida di Sacchi che regala il passaggio ai quarti alla Repubblica Ceca di Nedved.
I protagonisti: Bierhoff e Southgate
Gli Europei si allargano: la fase finale passa da 8 a 16 squadre. E in Inghilterra arriva anche la prima volta di una competizione per Nazionali decisa dal golden gol. La novità, voluta dalla Fifa per vivacizzare i tempi supplementari ed evitare un’altra finale decisa dai calci di rigore, come ai Mondiali di Usa ’94, manda in paradiso la Germania e Oliver Bierhoff. Per i tedeschi è il terzo successo europeo dopo Germania ’72 e Italia ’80, il primo dopo la riunificazione. Per l’attaccante di Ascoli, Udinese e Milan, autore di due gol nella finale con la Repubblica Ceca, è la consacrazione. Nonostante i voleri di Blatter, fino all’ultimo atto di Wembley, il golden gol rimane nel regolamento: per ben quattro volte, tra semifinali e quarti, se al 90’ è pareggio, si finisce ai calci di rigore.
L’Italia si qualifica dopo un girone di qualificazione non esaltante, concluso al secondo posto dietro la Croazia. In Inghilterra Arrigo Sacchi si suicida calcisticamente. La Nazionale parte benissimo superando 2-1 la Russia a Liverpool, doppietta di Casiraghi, inframmezzata dal gol di Tsymbalar. Grandi consensi per gli azzurri. Il ct crede che il passaggio del turno sia cosa fatta e preserva i migliori per la gara finale con la Germania. Sarà il turn over più funesto della storia del calcio italiano: l’Italia, senza quattro titolari, viene tritata dalla Repubblica Ceca guidata da un biondino semi-sconociuto a centrocampo. I tifosi italiani impiegheranno solo 4’ a dargli un nome e un cognome: Pavel Nedved affetta la nostra difesa con uno di quegli inserimenti che lo condurranno fino al Pallone d’Oro. Gli azzurri tornano a galla al 18’ con Chiesa, ma affogano nuovamente al 35’ spinti sott’acqua da Bejbl, un altro centrocampista abilissimo in fase offensiva. Servirebbe una vittoria nell’ultima partita con la Germania: ma questa volta sciupa tutto Zola che si fa parare un calcio di rigore da Koepke. L’Italia gioca benissimo, ma non basta. Alla seconda fase a eliminazione diretta passano i tedeschi e i cechi grazie alla vittoria nello scontro diretto.
I quarti di finale dovrebbero essere garanzia di spettacolo. Invece si vedono solo 4 gol in 4 partite, due finiscono 0-0 e vengono decise ai calci di rigore. Avanzano dagli 11 metri l’Inghilterra con la Spagna e la Francia con l’Olanda. La Germania si sbarazza della Croazia che si vendicherà al Mondiale ‘98: segna il 2-1 decisivo Sammer, premiato col Pallone d’Oro a fine anno. Alla fine la cosa più bella dei quarti di finale è il pallonetto col quale il piccolo ed estroso Poborsky regala la semifinale alla Repubblica Ceca: il Portogallo si arrende al tocco sotto dal limite dell’area del futuro giocatore di Manchester United e Lazio. E la corsa dei cechi non si ferma nemmeno in semifinale: Nedved e compagni piegano la Francia sfruttando il copione più gettonato della manifestazione, 0-0 e vittoria ai rigori. L’eroe all’Old Trafford di Manchester è il portiere Kouba che strega dagli 11 metri il futuro parmense e napoletano Pedros.
Nell’altra semifinale finisce la corsa dei padroni di casa: 30 anni dopo il successo nella finale mondiale sulla Germania, l’Inghilterra viene estromessa proprio dai tedeschi a Wembley. Shearer illude l’Inghilterra, Kuntz la gela segnando l’1-1, Southgate la tramortisce facendosi parare da Koepke l’11° calcio di rigore, Moeller la finisce trasformando dagli 11 metri. L’unico inglese soddisfatto può essere Alan Shearer, capocannoniere della competizione con 5 gol. In finale va la Germania con la sorpresa Repubblica Ceca. Questa volta però non si replica la favola di Davide contro Golia. I cechi non imitano la Danimarca di quattro anni prima, il loro sogno si ferma a 17’ dal termine quando Bierhoff, in campo da appena 5’ al posto di Memhet Scholl, pareggia il rigore dell’elegante mezza-punta Berger. Bierhoff si supera al 5’ del primo tempo supplementare firmando il golden gol e regalando gli Europei alla Germania 16 anni dopo Hrubesch all’Olimpico.
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