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Il Parma torna in Serie B, l'Alessandria crolla in finale: seconda promozione in due anni

Mattia Fontana

Aggiornato 17/06/2017 alle 20:43 GMT+2

I crociati sono la quarta squadra a salire in cadetteria dopo Cremonese, Venezia e Foggia: la finalissima dei playoff di Firenze finisce 2-0 con un gol per tempo di Scavone e Nocciolini. La rinascita continua a due anni dal fallimento.

Alessandro Lucarelli Parma Alessandria 2017

Credit Foto LaPresse

22 giugno 2015, 17 giugno 2017. Sono passati quasi due anni dal giorno del fallimento e della cancellazione del titolo sportivo. Ma la rincorsa del Parma non è ancora finita. I crociati, a un anno dalla promozione dalla Serie D, hanno vinto la finalissima dei playoff di Lega Pro battendo 2-0 l’Alessandria nell’atto decisivo del Franchi. Apre Scavone nel primo tempo, chiude Nocciolini nella ripresa. E il Parma diventa la quarta squadra a staccare il pass per la Serie B dopo Cremonese (vincitrice del Gruppo A), Venezia (B) e Foggia (C). Per l’Alessandria, continua la maledizione che vede i grigi lontani dalla Serie B da 45 anni. Dopo la vittoria del girone evaporata nel giro di un paio di mesi, è giunto un ko netto in finale contro gli uomini di Roberto D’Aversa.

Scavone e Nocciolini decidono, Lucarelli il simbolo

Fuori Scaglia e Corapi da una parte, out Bocalon dall’altra. Ma se la semifinale era stata oltremodo sofferta contro il Pordenone, l’atto decisivo è stato quasi una passeggiata per il Parma che dopo 11’ è passato in vantaggio con Scavone, abile a insaccare di testa dopo un numero sontuoso di Calaiò in area. A servire il raddoppio è stato invece Nocciolini al 67’, dopo un tremendo rimpallo creato da un’inserimento dello stesso Scavone. Il tredicesimo gol stagionale dell’attaccante arrivato in estate dal Forlì, secondo miglior marcatore dopo Calaiò (18 reti) e davanti a Yves Baraye (eroe della promozione in Lega Pro) con 11. Il trio d’attacco che ha fatto le fortune del Parma di D’Aversa. Per parlare di simboli, invece, inevitabile pensare ad Alessandro Lucarelli, giunto con ogni probabilità alla sua ultima partita da professionista (la numero 637) dopo essere ripartito dalla Serie D e aver trasformato il rigore decisivo nella serie contro il Pordenone. E dire che non ne aveva mai calciato uno.
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Manuel Scavone Parma Alessandria 2017

Credit Foto LaPresse

Una stagione interminabile

Ci sono volute 44 partite, una rivoluzione in pieno inverno e una rincorsa infruttuosa al primo posto del Venezia che ha vinto per distacco il Gruppo B. Una stagione interminabile, iniziata con la conferma in blocco della struttura con cui il Parma era rinato dalle proprie ceneri (Nevio Scala presidente, Lorenzo Minotti direttore sportivo e Gigi Apolloni allenatore) e chiusa con D’Aversa in panchina, Daniele Faggiano ds e l’ingresso di una cordata cinese coordinata da Hernan Crespo. In mezzo, una sessione di mercato invernale che ha alzato notevolmente il monte ingaggi e la qualità della rosa con innesti del calibro di Frattali, Iacoponi, Di Cesare, Scaglia, Munari e Scozzarella. Investimenti che hanno rischiato di andare in fumo con il crollo primaverile, le polemiche successive al ko interno con l’Ancona e le forche caudine dei playoff. Ma, dopo aver eliminato Piacenza, Lucchese e Pordenone, il Parma ha messo la ciliegina sulla torta. Il 18 giugno 2005 il Parma festeggiava la permanenza in Serie A dopo aver ribaltato lo spareggio salvezza contro il Bologna. Dodici anni dopo, sorride ancora per un dolce paradosso capace di rendere piacevole proprio ciò che allora si era evitato: la Serie B.
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