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Provaci ancora Sodinha, il trequartista di peso tornato per zittire i critici e salvare il Mantova

Stefano Dolci

Pubblicato 08/02/2017 alle 16:42 GMT+1

A un anno dal ritiro Felipe Sodinha ha deciso di tornare a giocare scegliendo di ripartire da Mantova, squadra in lotta per non retrocedere nel girone B di Lega Pro. Dopo cinque interventi al ginocchio il trequartista brasiliano ha ammesso di aver dato un taglio agli eccessi che hanno condizionato la sua carriera e gli hanno impedito di fare una carriera diversa. Ma a parlare dovrà essere il campo

2017, Felipe Sodinha, Mantova, LaPresse

Credit Foto LaPresse

Non ha ancora giocato un minuto e solo in queste ore il Mantova depositerà il suo contratto, però il ritorno in Italia del talentuoso Felipe Sodinha ha decisamente catturato l'interesse di tanti appassionati di Lega Pro e non solo. D’altronde è impossibile per un comune appassionato di calcio non prendere in simpatia Felipe Monteiro Diogo, l’incarnazione di chi ce l’ha fatta a sfondare nonostante un fisico perennemente sovrappeso o, per citare Gigi Maifredi (direttore tecnico del Brescia dal 2013-2014, ndr), degno di Renato Pozzetto.
Dopo aver annunciato, nel gennaio del 2016, la decisione di lasciare il calcio giocato a soli 27 anni per i cronici problemi fisici alle ginocchia (operate cinque volte) che gli avevano impedito di onorare il contratto sottoscritto in estate col Trapani, il trequartista brasiliano dal talento sconfinato e dal girovita extralarge ha deciso 12 mesi dopo di lasciare il suo "buen retiro” in Brasile e rimettersi in gioco nuovamente in Italia. Sodinha è tornato per dimostrare di essere ancora un calciatore in grado di poter aiutare una squadra invischiata nella lotta per non retrocedere (il Mantova è attualmente terzultimo nel girone B di Lega Pro in piena bagarre playout, ndr) e soprattutto un professionista, capace di imparare dagli errori che, al netto degli infortuni, gli hanno impedito di tagliare quei traguardi che uno con quel sinistro, quella visione di gioco e quella tecnica avrebbe potuto e dovuto raggiungere.

Vita spericolata

Sodinha è senza ombra di dubbio uno dei cento giocatori più forti al mondo purtroppo però non gioca mai perché non riesce a regolarsi. Dieta? Anche i medici sostengono che non funzionerebbe: si alzerebbe la notte per mangiare hamburger e bere birra.
Gino Corioni, presidente del Brescia per 22 anni scomparso 11 mesi fa dopo una lunga malattia, di calciatori formidabili ha avuto la fortuna di incontrarne tanti nella sua carriera. Gheorghe Hagi, Roberto Baggio,Pep Guardiola, Andrea Pirlo e Luca Toni sono solo alcuni dei fuoriclasse che il patron lombardo ha portato alla corte delle Rondinelle nel corso degli anni. A livello di tecnica e talento puro, Corioni è sempre stato convinto che Sodinha avrebbe potuto sedersi al tavolo con questi campionissimi. D’altronde nell’estate del 2012 gli bastarono 10 minuti di provino per firmarlo al netto di una forma fisica deficitaria. Su consiglio di Calori, che lo ebbe alle sue dipendenze per pochi mesi a Portogruaro, Corioni scelse di dare una chance a Sodinha e vedendolo accarezzare il pallone con quel sinistro fatato ci mise poco a fargli firmare un contratto e a diventare il suo primo tifoso. Nei tre anni di militanza a Brescia (61 presenze e 5 gol) Felipe ha sia incantato con lampi accecanti i tifosi delle Rondinelle, che illuso ed eluso la fiducia di allenatori, dirigenti e compagni con la sua vita fatta di eccessi e follie.
Mi dispiace aver tradito Calori: a Brescia mi faceva da secondo padre, sentivo la sua fiducia, eppure io la notte andavo in giro a fare cavolate di nascosto. Ho fatto tanti errori… Per anni il mio demone è stato l’alcool. Sapete mi chiamano Sodinha perché così era chiamato mio padre, che beveva tanta sodinha (una bevanda gassata molto diffusa in Brasile). A me la ‘sodinha’ non piace, troppo dolce. Non l’ho mai bevuta. Io, purtroppo, andavo di superalcolici: vodka e whisky. Mi sono rovinato così.
Basta questa testimonianza rilasciata alla Gazzetta dello Sport per capire cosa ha tarpato le ali a Sodinha, che nel 2008 fu scoperto e tolto dalla favela dall’Udinese e a Bari ha anche avuto modo di incontrare Antonio Conte, con cui la luna di miele durò pochissimi mesi. Dopo un iniziale feeling col tecnico pugliese, impressionato come quasi tutti coloro che lo hanno allenato dal sinistro e dalla visione di gioco del brasiliano, la luna di miele si interruppe dopo le vacanze di Natale quando Felipe rientrò a Bari con 10 giorni di ritardo mandando su tutte le furie Conte che lo mise fuori rosa e poi avallò la cessione alla Paganese.
Cinque anni dopo, nel 2014, sempre di ritorno da una vacanza di 20 giorni in Brasile si ripresentò per iniziare il ritiro addirittura con 20 kg in più: gli ci vollero più di due mesi di doppie sedute per perderli e tornare in condizioni accettabili. Proprio questo istinto autodistruttivo, che lo accomuna a diversi altri talenti brasiliani mai sbocciati (uno su tutti l’ex interista Adriano), gli ha impedito di fare una carriera più importante ma non gli ha tolto l’affetto della gente comune ammaliata da un personaggio talmente folle ed unico da trascorrere la stragrande maggioranza dei lunedì sera a giocare a calcetto ‘da imbucato’ nelle partitelle riservate ai bancari…

La fede, l’amore di Rosangela e un Mantova da aiutare per costruirsi un futuro

15 mesi dopo la sua ultima apparizione in una gara ufficiale, 669 giorni dopo la sua ultima partita da titolare (11/4/2015 Bologna-Brescia 1-1) Sodinha riprova a riannodare il filo di una carriera interrotta troppo presto e soprattutto a vincere il naturale scetticismo che, uno che ha commesso tutti quegli errori nel suo passato, si porta dietro. A Mantova si è portato dietro la moglie Rosangela, grazie alla quale si è avvicinato alla chiesa Evangelica e lo ha convinto a rivolgersi a un dietologo che lo ha aiutato a perdere 12 kg negli ultimi mesi. E’ consapevole di giocarsi l’ultima chance e anche il suo nuovo agente Roberto Giacometti al portale news.superscommesse.it ha dichiarato di aver ritrovato un ragazzo profondamente diverso e più maturo…
La vita di Felipe è molto cambiata nel corso degli anni adesso è una persona nuova, sono il suo procuratore da settembre ma mi ha conquistato. Si è preparato molto bene a questa nuova avventura e a casa sua in Brasile si era allenato con Paulista e Corinthians e ha fatto alcune sedute di duro allenamento con il San Paolo calcio a 5. E’ qui con la moglie con la quale ho un patto: se dovesse sgarrare mi deve chiamare a qualsiasi ora del giorno e della notte che vado a picchiarlo.
Nella sua prima settimana di allenamenti ‘in prova’ a Mantova il tecnico Gabriele Graziani e il ds Elio Signorelli, scelto dal neopresidente Marco Claudio De Sanctis per gestire l’area sportiva del club virgiliano, hanno elogiato l’impegno e lo spirito collaborativo di un ragazzo, ovviamente lontano dalla migliore condizione, ma in grado si spera nell’arco di 10-15 giorni di poter garantire almeno 20 minuti di qualità e giocate decisive.
Potenzialmente il brasiliano col suo sinistro, l’abilità sui calci piazzati e la capacità di pescare il taglio del compagno con quella frazione d’anticipo può essere un grande aiuto anche per una squadra con l’acqua alla gola e condannata a fare punti su tutti i campi come il Mantova. La differenza la faranno la voglia di sacrificarsi e di adattarsi a un calcio più di spada che di fioretto come la Lega Pro. In bocca al lupo, Sodinha.
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