Il Real Madrid dopo Zidane: Pochettino è il favorito, ma occhio a Guti e Solari
Aggiornato 31/05/2018 alle 14:45 GMT+2
Tutte le alternative che sta vagliando Florentino Perez dopo la decisione a sorpresa dell'ormai ex allenatore merengue: il manager del Tottenham è la prima scelta anche in virtù di una clausola rescissoria inserita nel contratto che ha firmato soltanto una settimana fa.
Bastava guardare la faccia di Florentino Perez durante la conferenza stampa di Zinedine Zidane per capire che l’addio del tecnico è stato tutto fuorché pianificato a tavolino. Mettersi nei panni del presidente merengue, almeno oggi, non è la più piacevole delle operazioni. Perché sì, avrà anche vinto tutto ciò che poteva vincere nel calcio, ma rimpiazzare un allenatore del genere resta un compito ingrato. Specie se lo devi fare in modo del tutto inatteso, mentre gli altri grandi club mondiali hanno già fatto le rispettive mosse. Ecco quindi tutti i possibili scenari per la panchina del Real Madrid dopo l’addio di Zidane.
Mauricio Pochettino
Il candidato principale, il nome che è circolato per primo nelle radio spagnole. Soltanto una settimana fa ha rinnovato sino al 30 giugno 2023 con il Tottenham, club al quale è legato dal 2014. Ma, stando a quanto circola, nel nuovo accordo è stata inclusa una clausola rescissoria che potrebbe liberarlo in caso di chiamate illustri. Quella del Real Madrid rientra ampiamente nella casistica. Pupillo di Bielsa, amante del bel gioco ma senza integralismi, capacità di lavorare con i giovani (e i Merengues ne hanno parecchi) e una frase dello scorso marzo che farà piacere ai tifosi merengues: "Non allenerò mai il Barcellona”. Nove anni fa, debuttò da tecnico con l’Espanyol di cui era stato il capitano. Ora potrebbe tornare in Spagna per un incarico decisamente più importante.
Guti
Una decina di anni fa era un raffinato trequartista che dialogava di fino con Zidane. Adesso è il secondo candidato più forte per rimpiazzare proprio il francese. Una soluzione interna dato che Guti è inserito nello staff degli allenatori delle giovanili merengue sin dal 2013. Dalla stagione 2016-17 è divenuto il tecnico della Juvenil A, la squadra più importante, con cui ha vinto il triplete nazionale al primo colpo. Una soluzione interna da non scartare affatto.
Santiago Solari
La sua è una situazione simile in tutto e per tutto a quella di Guti. Un’altra soluzione interna, basta pensare che l’ex interista è stato l’uomo che ha rimpiazzato Zidane sulla panchina della seconda squadra merengue, il Castilla, quando il francese fu chiamato a sostituire Rafa Benitez. Lui e Guti saranno opzioni di cui si parlerà meno sui giornali dei prossimi giorni, ma che non possono essere trascurate. Anzi.
Joachim Löw
È da sempre uno degli allenatori preferiti da Florentino Perez. Aziendalista, amante di un calcio offensivo e moderno ma senza i gradi di santone tanto invisi al presidente madridista. Se Zidane avesse preannunciato le dimissioni, probabilmente sarebbe già stato sondato dai dirigenti del Real. Ma, allo stato attuale, sarà tutto molto complicato. Perché? Due settimane fa, il ct della Germania ha firmato un prolungamento contrattuale con la Mannschaft fino al 2022. Sarà anche vero che ricopre quella carica da dodici anni, ma sembra impossibile un’inversione a U alla vigilia del Mondiale.
Gli impossibili: Allegri, Klopp e Mourinho
Sono entrati in lizza anche loro. Ma vista la situazione contrattuale che li lega a Juventus, Liverpool e Manchester United pare impossibile che vi siano sorprese. Li inseriamo comunque, perché quando si parla di Real Madrid si menziona una forza d’urto senza paragoni nel calcio mondiale. Detto ciò, servirebbe una follia per portare uno dei tre al Bernabeu in tempi brevi. E considerando come ci si era lasciati con Mourinho...
Le occasioni improbabili: Blanc, Conte, Sarri e Wenger
Non volendo parlare dell’ultimo allenatore capace di vincere la Champions League prima di Zidane (Luis Enrique, un ex Real Madrid ormai troppo legato al Barcellona), dobbiamo comunque registrare la disponibilità sul mercato più o meno ufficiale di tre allenatori di livello. Da un lato i due a cui è legato Roman Abramovich: Antonio Conte in uscita e Maurizio Sarri in entrata (ma da domani, chi lo vorrà, dovrà discutere con Aurelio De Laurentiis perché la clausola scade). Dall’altro, il veterano Arsene Wenger appena liberatosi da una storia ventennale con l’Arsenal. Possibilità intorno allo zero per tutti e quattro.
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