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Perché Sebastian Giovinco sta avendo più successo di Andrea Pirlo?

Mattia Fontana

Pubblicato 16/10/2015 alle 12:38 GMT+2

La prima stagione americana dei due italiani sta volgendo al termine, ma - a sorpresa - i riflettori sono tutti puntati sulla Formica Atomica, autore di 22 gol e 15 assist con tanto di pass per i playoff, e non sul Maestro, rimasto fuori dalla post-season

Sebastian Giovinco, Toronto FC

Credit Foto Twitter

Uno è riuscito a mettere l’America ai suoi piedi, l’altro sta faticando a emergere nella nuova dimensione della MLS. Se ce l’avessero detto ai blocchi di partenza, avremmo probabilmente inserito nella prima categoria Andrea Pirlo, relegando Sebastian Giovinco nella seconda. E, invece, agli sgoccioli della regular season del campionato statunitense, il verdetto sembra ribaltato. La “Formica Atomica” ha trascinato il Toronto FC alla prima storica qualificazione ai playoff grazie a un rendimento che parla chiaro: 22 gol e 15 assist in 31 partite, ovvero capocannoniere e miglior assistman al pari di Cristian Maidana. Il “Maestro”, invece, fatica a inserirsi negli ingranaggi del New York City FC, rimasti fuori dalla post-season nella Eastern Conference. Perché Giovinco sta avendo più successo di Pirlo? Proviamo a rispondere insieme a Federico Zanon, una delle voci della MLS sui canali di Eurosport Italia.

Una questione di squadra

Scorrendo la lista dei roster di Toronto e New York, verrebbero da aggiungere ulteriori domande. I canadesi possono schierare quelli che potremmo definire buoni giocatori e nulla più come Michael Bradley e Jozy Altidore, mentre la franchigia satellite del Manchester City annovera nomi del calibro di David Villa e Frank Lampard. Eppure, è Toronto ad essere avanti di 12 punti in classifica. “Giovinco sta avendo successo proprio per questo – spiega Zanon -. Gioca in una squadra costruita attorno a lui, in un 4-4-2 nel quale fa da seconda punta dietro ad Altidore. 22 gol e 15 assist sono dati pazzeschi, ma Toronto ha investito tanti soldi sul contratto di Giovinco e ha saputo come sfruttarlo al massimo costruendogli attorno un gruppo ordinato e compatto”. Diverso il discorso per Pirlo. “Il suo problema principale – aggiunge – è legato al fatto che sia arrivato a stagione in corso. Ed è capitato in un club che somma tanti giocatori di nome, nella speranza che succeda qualcosa. Ci sono Lampard, Villa, Diskerud, ma anche due giovani arrivati dal Manchester City per rafforzare la difesa tra cui Angelino Tasende. Però si tratta di un’accozzaglia di nomi che mi ricorda molto proprio il primo Manchester City. Non c’è criterio, si continua a cambiare modulo. Lampard e Pirlo, in teoria, sono due giocatori chiave ma non sorprende che non stiano ottenendo risultati. Si aspetta soltanto che uno di questi fuoriclasse risolva la partita”.
L'ultima magia di Giovinco. Appena sceso dall'aereo...

Tra tattica e fattore atletico

Volendo allargare l’orizzonte a tutto il campionato, non si può prescindere da alcune considerazioni di fondo. Le difficoltà di Pirlo, infatti, non sono poi così differenti da quelle incontrate da Lampard e Steven Gerrard, altri due grandi nomi ben oltre la trentina alle prese con qualche impaccio inatteso. Guardando le partite di MLS, del resto, si capisce come ci si trovi di fronte a un campionato forse poco ragionato, ma di certo molto atletico. Una realtà nella quale correre diventa fondamentale. “La MLS non è più un cimitero degli elefanti come era una volta – racconta Zanon -. Basta guardare la classifica della Western Conference, scoprirete che in testa c’è Dallas. Una squadra priva di big, con un buon attaccante come Castillo, autore di 9 gol, e con tanti giocatori che corrono molto. Questo è divenuto un campionato dove si corre tanto. Certo, per fare il salto di qualità definitivo servirebbero degli allenatori europei, tecnici di spessore in grado di spremere il meglio da chi va in campo”.
Alcuni lampi di Pirlo contro i San José Eartquakes. La classe è ancora intatta. Ma la squadra?

La strada che porta alla Francia

Le differenze in questa prima stagione statunitense sono sotto gli occhi di tutti. Ma cosa può accadere da qui all’Europeo della prossima estate? Giovinco ha improvvisamente scalato le gerarchie di Antonio Conte grazie alla riscossa americana, Pirlo sembra comunque certo di un posto nella lista dei 23 nonostante sia un classe 1979. E non si deve trascurare un fattore. La prossima stagione di MLS ripartirà a marzo, fatto che potrebbe costituire un’incognita nella condizione atletica dei due giocatori durante l’Europeo. “In ottica azzurra – conclude Zanon –, Pirlo potrà fare la differenza partendo dalla panchina. Ma, se si deve parlare di stato fisico dei due giocatori in questione, sono convinto che molto dipenderà da ciò che decideranno di fare il prossimo inverno, durante la pausa del campionato statunitense. Sfruttare o meno l’interruzione per tornare a giocare in prestito con qualche squadra europea potrebbe fare la differenza. Pirlo difficilmente valuterà un’opzione simile, più probabilmente si preparerà negli Stati Uniti per arrivare al meglio a giugno. Giovinco, invece, potrebbe fare quello che hanno fatto Landon Donovan e David Beckham. Tornare in Europa per giocare con una medio-piccola per tenersi in forma. Personalmente sono convinto che sarebbe meglio fermarsi e riposare in quei mesi, in modo da arrivare freschi all’Europeo”. La strada che porta a Parigi è ancora lunga. E un pezzo del destino azzurro passerà inevitabilmente dagli USA.
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