Cadono tabù in Iran: le donne possono accedere allo stadio per seguire la Nazionale

È stata una giornata a suo modo storico per l’Iran, nonostante la bruciante sconfitta di misura con la Spagna della squadra guidata da Queiroz. Per la prima volta dall’insediamento della Repubblica Islamica nel 1979 alle donne iraniane è stato infatti consentito di assistere a una partita di calcio in un impianto pubblico, nella fattispecie all’interno dello stadio Azadí di Teheran, dove è stato allestito un maxi schermo per permettere ai tifosi di seguire la partita con la Spagna.

Se le immagini circolate in questi giorni delle tifose prive del tradizionale velo sugli spalti degli stadi russi avevano sorpreso e incuriosito l’opinione pubblica, un autentico vento rivoluzionario ha investito un Paese tanto meraviglioso quanto contradittorio.

Nel 2006 il cineasta iraniano Jafar Panahi, costretto a tutt’oggi a girare film in clandestinità, si era occupato della scottante questione nell' acclamato Offisde, in cui aveva raccontato le peripezie di un gruppo di tifose iraniane talmente smaniose di assistere al cruciale match di qualificazione ai Mondiali del 2006 da travestirsi da uomini, per poi venire smascherate e arrestate.

Cadono tabù, dunque, in Iran anche se a onor del vero permane il divieto per i bar e per i parchi pubblici di trasmettere partite di calcio o installare maxi schermi dato che le autorità temono che da tali assembramenti di persone possano nascere azioni sovversive di ogni tipo. Tuttavia, stando a quanto riporta l’agenzia EFE, alcuni bar stanno contravvenendo agli obblighi trasmettendo le partite del Mondiale; per ora la polizia ha lasciato correre e la gente ha risposto con entusiasmo.