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I campioni fuori al girone: la Germania contro la "maledizione" che ha tradito anche Spagna e Italia

Simone Eterno

Aggiornato 18/06/2018 alle 08:20 GMT+2

La Francia nel 2002, l'Italia nel 2010 e la Spagna nel 2014. In 3 delle ultime 4 edizioni mondiali, i campioni in carica sono usciti addirittura ai gironi. La brutta sconfitta col Messico mette la Germania già con le spalle al muro. Eppure i tedeschi hanno la storia dalla loro: in 18 partecipazioni mondiali, ben 17 volte sono finiti tra le prime 8. Riusciranno a sfatare la 'maledizione recente'?

La Germania a testa bassa dopo la sconfitta col Messico ai Mondiali di Russia 2018

Credit Foto Getty Images

Prima che il Messico facesse l’impresa la Germania unita non aveva mai perso la partita d’esordio in un Mondiale: per trovare un precedente comunque tedesco bisognava infatti tornare al 1982, quando nel mondiale di Spagna la Germania Ovest venne messa ko dall’Algeria.
Quel mondiale, poi, noi italiani in particolare, sappiamo tutti come andò finire, con il trionfo dei ragazzi di Bearzot proprio contro i tedeschi dell’Ovest nella finale di Madrid. Questa volta, però, per la Germania, le cose potrebbero mettersi assai peggio.
Il precedente recente parla chiaro: i campioni del mondo in carica, da 4 edizioni a questa parte, vanno praticamente sempre fuori ai gironi. Eccezion fatta per il Brasile nel 2006 (campione nel 2002 ed eliminato ai quarti dalla Francia nel mondiale tedesco), questa è la triste sorte di chi torna e difende la coppa del mondo 4 anni dopo averla vinta. E’ successo proprio ai francesi, che nel 2002 in Giappone e Corea del Sud si fecero soprendere da Danimarca e Senegal; è successo all’Italia di Lippi, che nel 2010 in Sudafrica riuscì nell’impresa di finire dietro a Slovacchia e Paraguay; ed è successo anche alla Spagna nel 2014, beffata da Olanda e Cile nel mondiale brasiliano.
Una curiosità recente che si somma alle preoccupazioni di Low, che dal match contro il Messico ha raccolto tutto fuorché buone indicazioni. Dal punto di vista tattico infatti il ritorno al 4-2-3-1 della sua Germania ha sottolineato la poca sostenibilità di un modulo dove gli interpreti offensivi sono ben poco inclini all’aiuto del centrocampo, dove due mastini come Kroos e Khedira sono stati brutalmente messi sotto dalla vivacità nelle ripartenze del Messico; ma più che i dettagli tattici alla Germania è sembrato mancare in primis lo spirito dei giorni migliori, quella capacità tutta tedesca di trasformare la difficoltà in rabbia, motivazione capace di regalare alla Mannschaft tante rimonte mondiali.
Dunque occhio alla situazione dei tedeschi, costretti – abbastanza clamorosamente e per la prima volta – a guardare altrove. Loro, che arrivavano da un girone europeo fatto di 10 vittorie su 10 partite ma sorpattutto da una Confederations Cup, la scorsa estate, giocata – e vinta – con la ‘squadra C’ (buona parte dei titolari in vacanza ed un'altra buona metà impegnata nell'Europeo Under 21).
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Joachim Löw durante la sfida con il Messico ai mondiali di Russia 2018

Credit Foto Getty Images

Il match tra Svezia e Corea del Sud è il primo punto dove buttare lo sguardo per evitare la recente maledizione mondiale. La vittoria di una di queste due rischierebbe infatti di complicare immediatamente la situazione dei tedeschi. Poi, toccherà proprio alla Svezia, già giustiziere degli Azzurri lo scorso novembre, fare da arbitro di una partita comunque vada già decisiva per Neuer e compagni.
Vediamo quali numeri faranno la differenza. Se, appunto, quelli di questa “recente maledizione”, oppure quelli di una nazione che in 18 partecipazioni mondiali (tra paese unito e non) è riuscita ad arrivare nelle prime 8 ben 17 volte e nelle prime 4 addirittura 13. Comunque vada, dunque, qui, in un modo o nell’altro, si farà la storia.
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