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Mondiali 2018, le cinque verità del 15 giugno: l'Iran sogna, la Spagna c'è ma Ronaldo è infinito

Enrico Turcato

Aggiornato 16/06/2018 alle 01:19 GMT+2

La Spagna non ha accusato alcun contraccolpo dal caso Lopetegui: resta tra le favorite. CR7 infinito e affamato, Iran vera sorpresa, Uruguay solida, ma con un Suarez fuori forma. Male entrambe le nordafricane

Cristiano Ronaldo célèbre son deuxième but lors du match de Coupe du monde Portugal-Espagne, le 15 juin 2018 à Sotchi.

Credit Foto Getty Images

1) La Spagna non si è disunita: resta una delle favorite

Una grande reazione. Due volte in svantaggio, due volte capace di rimontare e poi di andare in vantaggio nella super sfida con il Portogallo. Poi Ronaldo, extraterrestre, l'ha costretta al pari. Ma la Spagna c’è, non ha accusato l’imprevisto Lopetegui e si è compattata per l’obiettivo Mondiale. Con la qualità dei vari Isco, Silva, Iniesta, la forza mentale di gente come Ramos e Busquets e con la ritrovata vena realizzativa di Diego Costa, la Nazionale del neo CT Hierro va obbligatoriamente considerata tra le favorite del torneo. Nessun contraccolpo psicologico, le Furie Rosse daranno battaglia.

2) CR7 mostruoso: punta al bersaglio grosso

Quarto giocatore della storia dopo Klose, Pelè e Seeler ad aver segnato in quattro Mondiali. Prima tripletta ai Mondiali. Più che il rigore (che si era procurato), la seconda rete favorita da una papera di De Gea, il terzo gol segnato con una punizione stupenda, è la prestazione di CR7 che ha destato impressione. Dominante, leader, tirato a lucido. Tre gol e tre squilli per far capire che la forma è quella ideale e la testa è quella giusta. Ronaldo punta al bersaglio grosso. Attenzione.

3) La prima sorpresa è l’Iran di Queiroz

Un autogol fortunoso nei minuti di recupero. Tanto è bastato all’Iran per strappare un successo fondamentale all’esordio contro il Marocco. Squadra ben messa dietro, combattiva, senza individualità eccezionali, ma capace di creare un paio di pericoli anche nel primo tempo. Una formazione organizzata che ora si giocherà tutto contro la Spagna. Per ora una sorpresina, diventerà una sorpresona?

4) Uruguay solida, ma serve un altro Suarez

Se l’è cavata con un gol di Gimenez al minuto 89 l’Uruguay di Tabarez. Una rete arrivata nel finale che però ha legittimato il predominio su un Egitto troppo timoroso. La Celeste non ha rischiato nulla dietro, si è confermata solida e tosta, e ha avuto ben tre nitide occasioni con Suarez per sbloccare la gara, senza dimenticare il palo colpito da Cavani. A proposito del Pistolero, preoccupa la sua condizione fisica. Spesso in affanno, mai lucido, a volte totalmente fuori dal gioco. Per fare strada in questo Mondiale, l’Uruguay ha bisogno di ritrovare il suo vero numero 9.
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Luis Suárez (Egypt vs. Uruguay)

Credit Foto Getty Images

5) Egitto, senza Salah è dura; Marocco, senza attaccanti è durissima

Delusioni di giornata le due nordafricane. L’Egitto ha l’attenuante Salah: senza il giocatore del Liverpool, tenuto in panchina perché ancora dolorante alla spalla, le chance di qualificazione della squadra di Cuper sono tendenti allo zero. Il Marocco ha perso quella che sulla carta era la sua gara più facile nel girone. La qualità sulla trequarti (Belhanda, Ziyech) non è accompagnata da un attaccante di discreto livello. La sensazione è che contro Spagna e Portogallo serva molto più di un miracolo.
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