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Nazionale, Roberto Mancini attacca Gravina: "Non mi voleva più, mai visto un presidente che cambia staff al ct"

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Pubblicato 15/08/2023 alle 09:25 GMT+2

CALCIO - Duro sfogo dell'ormai ex commissario tecnico Roberto Mancini che dà la sua versione dei fatti sulla rottura con la Nazionale ad alcuni giornali oggi in edicola: "Volevo un segnale da Gravina, non è arrivato. La verità è che non ha voluto che restassi".

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La decisione di Roberto Mancini di lasciare la guida della Nazionale è arrivata come un fulmine a ciel sereno, ma ora iniziano ad arrivare più dettagli su questa decisione improvvisa e assolutamente a sorpresa. L'ex ct della Nazionale, sceglie Repubblica, Libero, Il Messaggero, il Corriere dello Sport, il Mattino e il Gazzettino per spiegare meglio i motivi delle sue dimissioni. Dopo il post Instagram, il tecnico di Jesi esce allo scoperto sulla causa del divorzio. Niente Arabia (solo per il momento?), ma un senso di disagio cresciuto negli ultimi mesi. "Ho cercato di spiegare le mie ragioni a Gravina - attacca Mancini con "Repubblica" - gli ho detto che avevo bisogno di tranquillità, non me l'ha garantita e quindi mi sono dimesso. Non ho fatto niente per essere massacrato". Il riferimento è alle pesanti critiche ricevute da gran parte dei giornali.
Mancini sfoga la sua frustrazione per i cambiamenti nel suo staff, con gli spostamenti di Evani e Lombardo nel mirino. Di fatto confermando i rumors sui suoi mal di pancia. Le accuse sono pesanti: "Si è mai visto un presidente federale che cambia lo staff del suo allenatore? E' da un anno che voleva farlo. Gli ho fatto capire che non poteva, ma ha giocato sul fatto che un paio erano in scadenza. E' da tempo che pensava cose opposte alle mie, doveva mandare via me a quel punto".
"Libero" gli chiede se c'entri Buffon: "No, niente contro di lui, anzi solo grande stima. Tutta inventata anche la storia di Bonucci". Nell'intervista definisce il suo addio "un gesto d'amore, non un tradimento. Un gesto meditato da un po' di mesi".
Mancini confessa che avrebbe potuto abbandonare la Nazionale dopo la mancata qualificazione al Mondiale, ma fu la Federazione a chiedergli di rimanere. Sulla tempistica quanto meno singolare delle dimissioni, l'ex CT cerca di discolparsi ancora con "Repubblica": "Mancano 25 giorni alla prossima partita, non tre. Penso di essere sempre stato corretto".
Insomma, niente segnali da Gravina. Ad esempio "Non è stata eliminata la clausola di esonero in caso di mancata qualificazione a Euro 2024, il 7 agosto ho fatto mandare un messaggio a Gravina da chi mi rappresenta legalmente, cioè mia moglie, per farla rimuovere. In caso contrario avevo avvertito che mi sarei dimesso", così come dalle pagine del "Corriere dello Sport" sussegue la sua spiegazione alla mossa che sperva portasse a un gesto di Gravina. Gesto che non è arrivato. Così Mancini: "...Dovevo fare questo, mandare una PEC avendo maturato la mia decisione. Poi le cose potevano cambiare. Perché se uno vuole, le cose può farle cambiare".
Mentre il futuro è un'incognita: "Arabia? Non nego che ci sia l'interesse da parte loro. Le due situazioni sono indipendenti e comunque ora non voglio pensare a niente". Il finale dell'intervista a "Libero" invece svela lo stato d'animo di Mancini, tutt'altro che sereno: "Mi è dispiaciuto leggere cose brutte, trovo ci sia stata una mancanza di rispetto. Sono molto triste".
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