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Perdono 36 a 0 e si divertono: i romantici del calcio sopravvivono in Estonia

Stefano Fonsato

Aggiornato 27/06/2015 alle 03:38 GMT+2

Sconfitta record in Coppa per gli amatori del Virtsu JK, squadra di ultima serie che ha sfidato i professionisti dell'Infonet Tallinn. Ragazzi che si autotassano per giocare e che hanno un debole per l'Italia. Vestono il bianconero in onore di Alex Del Piero ma sotto sotto tifano Roma: "Non chiediamo altro che divertirci..."

Infonet-Virtsu 36-0

Credit Foto From Official Website

Perdere una partita di coppa nazionale per 36 a 0. Essere comunque felici di aver partecipato; fantasticare un giorno di raccontare la propria esperienza a figli e nipoti, tornare subito a pensare a una settimana lavorativa che col calcio avrà poco a che fare, fino a che non ci si ritroverà nuovamente al campo. Tutto questo è successo in Estonia, al Virtsu Jalgpalliklubi, squadra che milita nella settima e ultima categoria del paese, la “Rahvaliiga” o, meglio, la “People’s League”. L’avversario di turno? L’Infonet di Tallinn, che viaggia tra la quarta e la quinta posizione della massima serie nazionale, che tra le proprie fila vanta alcuni uomini interessanti per il proscenio futuro del calcio internazionale, come ad esempio il portiere classe ’97 Matvei Igonen, il quale - lo scorso febbraio - sostenne un provino per il Vicenza.
DAL LAVORO AL PALLONE, OBIETTIVO BIRRA - E’ Sabato. Una settimana lavorativa giunta finalmente al termine tra i mal di schiena di chi si è ritrovato a spostare pesi sei giorni su sette, emicranie del settore impiegatizio, gomiti intorpiditi di chi ha percorso chilometri e chilometri girando un volante duro come la pietra… C’è anche chi ha passato il suo tempo sui libri e che rivendica gli stessi diritti di staccare la spina. Su un campo di calcio, anzi un campetto. Fare per un giorno come i pallonari professionisti, che si vedono e si sognano in tivù, tra una birra e l’altra, però, s’intende. D’altronde il calcio amatoriale – quello ben al di sotto del semplice dilettantismo - viaggia su binari ben precisi, risponde a regole non scritte della “squadra del pub” come la chiamano in Gran Bretagna. Ogni settimana a (tra)vestirsi da calciatori seri nell’ultima categoria possibile finché un giorno di giugno (in Estonia le annate calcistiche sono “solari”), senza nemmeno accorgersene, c’è da affrontare – per giunta in trasferta – una formazione di Serie A, per l’appunto di professionisti, gente pagata per giocare a pallone. Da queste parti, inoltre, non è detto che giocare nella massima serie (la “Meistriliiga”) garantisca lo status professionistico, prerogativa invece di cinque società solamente: il Flora e il Levadia Tallin, il Nõmme Kalju, il Kalev Sillamäe e, per l’appunto l’Infonet Tallinn pescato nel sorteggio totalmente random dei 64esimi di finali, che appianano, ancor meglio rispetto alla FA Cup inglese, ogni differenza di categoria. Qui, 128 squadre partono, nel medesimo momento, tutte dal primo turno. Si sale così su mezzi propri e si parte alla volta della capitale, che da Virtsu – ultimo avamposto continentale prima di raggiungere in traghetto l’isola di Saarema – dista 134 chilometri, un’ora e mezza di viaggio suppergiù. Rotta quindi verso il Lasnamäe Kergejõustikuhalli Staadion, la tana dei ben più quotati avversari.
IL FACTOTUM E I ROMANTICI DEL CALCIO - “Un sorteggio del genere ci ha subito esaltati”. A parlare, è Veiko Valdna, 26 anni il prossimo 15 dicembre, che insieme ad i suoi compagni, svela la storia della sua piccola grande squadra ad Eurosport Italia. Veiko per il Virtsu è, allo stesso tempo, il mediano di rottura, il capitano, il blogger del sito ufficiale, il presidente, il filosofo, il mentalista della squadra, “ma nella vita reale faccio il camionista – tiene a puntualizzare –. Chi siamo noi? Amatori in cerca di puro divertimento, senza fondi né sponsor: ogni anno, per giocare, ci autotassiamo”. Nel medesimo turno della competizione ci sono state altre due partite finite 14 e 20-0. Certo, prendere 36 gol… Ventitré solo nella seconda frazione. Record di imbattibilità durante il match? Otto minuti, dal 5’ al 13’. C’è chi ha pure segnato 10 gol, tale Trevor Elhi, subito maliziosamente consigliato dai social network ad Adriano Galliani come bocca da fuoco low cost per l’attacco del Milan 2015-2016. “Il fatto è che non volevamo mettere il pullman davanti alla nostra porta – prosegue Valdna -. Abbiamo voluto giocarcela con un 4-5-1 dall’atteggiamento molto più spavaldo di quanto si possa immaginare. Probabilmente, con un dieci uomini arroccati in difesa, il risultato sarebbe stato meno doloroso ma l’essenza del calcio per noi è ben altra cosa”. Valdna, ragazzone biondo dalla parlantina fiera, è un fiume in piena: “Vero, personalmente mi diverto anche ad aggiornare il sito, mi diletto a fare il bravo giornalista per dare importanza alla nostra attività”. E che racconto dettagliato del match i questione, con tanto di rassegna stampa, citando il fatto che il roboante risultato aveva pure catturato l’attenzione del portale di Eurosport UK con qualche riga a tal proposito. La chiosa la dice lunga sul personaggio: “Quanti dilettanti dell’ultima categoria, in Italia e in Spagna, si son chiesti come debba essere giocare un match ufficiale contro Juventus o Barcellona? Nel nostro piccolo, il nostro sogno l’abbiamo realizzato”.
LASCIATELI CANTARE - Come si fa, dopo più di una birra, al pub dove la squadra si ritrova alla fine di ogni match. O come (quasi) il refrain di Toto Cutugno, che fa letteralmente impazzire i karaoke dell’Est Europa. Questo per raccontare il simpatico legame che intercorre tra il Virtsu e l’Italia: “Vestiamo il bianconero a righe verticali in onore di Alex Del Piero – spiega Valdna – ma il nostro allenatore (il 27enne Keijo Metsaalt) è un romanista sfegatato”. Che forse deve essersi sentito un po’ troppo Rudi Garcia con in mano tanti bravi jolly alla Alessandro Florenzi, per aver affrontato in maniera così audace un team dal così diverso livello calcistico. Ma non finisce qui: “Io per esempio – conclude il presidente-capitano – vesto il 23 in onore di Marco Materazzi. Il calcio italiano in Estonia, che si tratti di Serie A o Serie B, è molto apprezzato”.
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2015 Virtsu, Sven Veek

Credit Foto Eurosport

CHI ERA IL POVERO PORTIERE? - Un ragazzo, sempre del ’97 come il dirimpettaio professionista provinato dal Vicenza, lo studente Karl Pajula: “A nessuno piace prendere 36 gol ma a qualcuno doveva pur toccare – ci scherza su –. Nessun problema circa il punteggio: il nostro unico scopo era quello di divertirci e creare almeno una palla-gol, e ci siamo riusciti. Per quanto mi riguarda, seguo gli studi classici e, così come a scuola, anche nel calcio, ogni giorno, cerco di migliorarmi. Per diventare, chissà, un giocatore professionista. Il mio idolo? Ovviamente Gigi Buffon”. Ma c’è anche chi si tiene pronto in panchina, il portiere di riserva Sven Veek, apprendista pompiere e fisico arcigno da 180 cm per 106 kg di peso come recita il precisissimo sito internet ufficiale del Virtsu JK: “Lo so, sono un po’ grasso ma gioco a anche a volley: salti e tempi di reazione sono perfetti. Il mio sogno nel cassetto? Diventare un attore”. Manca solo un regista (cinematografico) a questo punto: per una squadra di personaggi tutti da scritturare. Che avranno sì perso con un punteggio record in Coppa d’Estonia, ma che hanno stravinto in simpatia e sportività. Che bello spot sarebbero per il calcio italiano, loro che allo Stivale guardano con gli occhi dei sogni e che non meritano di essere svegliati col rumore della dura realtà che, invero, ci circonda…
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