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Premier League, la guida completa alla stagione 2019/20

Simone Eterno

Aggiornato 10/08/2019 alle 18:39 GMT+2

Favorite per titolo, Champions, Europa League e salvezza. Le novità, la top 10 degli acquisti, i volti nuovi e le stelle già presenti: tutto quello che c'è da sapere sulla stagione di Premier League 2019/20. Dal Manchester City che resta la squadra da battere all'Aston Villa neo-promosso e i suoi 150 milioni di euro spesi sul mercato.

Vincent Kompany of Manchester City lifts the Premier League trophy after the Premier League match between Brighton & Hove Albion and Manchester City at American Express Community Stadium on May 12, 2019 in Brighton, United Kingdom.

Credit Foto Getty Images

Le favorite per il titolo

Restano Manchester City e Liverpool. E lo fanno in quest’ordine. Evidente come il trionfo in Europa della scorsa stagione sposti quest’anno ancora più attenzioni sul Liverpool, che cercherà in ogni modo di sfatare una maledizione che dura dal 1990 e che nemmeno i 97 punti della scorsa stagione sono riusciti a cancellare. Ma se i Reds sono rimasti gli stessi, il Manchester City ha piazzato un paio di colpi potenzialmente interessantissimi per il gioco di Guardiola: Rodri – che si candida a essere il ‘Busquets’ che il buon Pep va cercando di fatto da quando ha lasciato Barcellona – e Cancelo. Due inserimenti funzionali a una squadra che continua a girare a memoria. Certo, il City vivrà l’annata con l’ossessione opposta a quella del Liverpool, ovvero primeggiare in Europa. Il dato di fatto però è che per l’esperienza accumulata da entrambe e per la qualità di gioco, difficile pensare che il titolo possa prendere una strada diversa da una diretta in queste due piazze.
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Jurgen Klopp e Pep Guardiola nell'abbraccio al termine della Community Shiled. Sarà ancora lotta a 2 tra loro per il titolo?

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Le favorite per la Champions

In tre per due posti. Tottenham, Arsenal e Manchester United. Davanti parte il Tottenham, che è rimasta sostanzialmente la stessa squadra in grado di arrivare in finale di Champions League e a cui si sono aggiunti però due tasselli di livello: Ndombele in mezzo al campo (che dovrebbe prendere il posto di Dier) e Lo Celso, colpo last-second che potrebbe essere una buona alternativa a un Eriksen in versione stakanovista lo scorso anno. Gli Spurs insomma non hanno cambiato troppo ma hanno tassellato il giusto; e al di là del sogno Dybala sfumato, restano sulla carta il terzo partito del campionato inglese.
Poi, sulla carta, dovrebbero giocarsela due rivoluzionate come Arsenal e Manchester United. I Gunners, per la prima volta, hanno fatto una campagna acquisti degna del loro blasone. Dopo gli anni di incomprensibile immobilismo targati Wenger (quando l’Arsenal vinceva o giocava con costanza la Champions ma comprava poco e male) è arrivato un mercato davvero degno di nota, con oltre 150 milioni spesi in campagna acquisti. Dalla metà campo in su i Gunners hanno un potenziale enorme; che per giunta un Emery al secondo anno dovrebbe riuscire a tirare fuori: Pepé e Ceballos sono due colpi di altissimo livello. Preoccupa maggiormente la fase difensiva, dove per un Koscielny che va c’è un David Luiz che arriva. Il vero colpo lì è nel terzino sinistro scozzese del Celtic arrivato all’ultimo minuto di mercato: Kieran Tierney. In generale c’è una piccola e positiva rivoluzione, funzionale per altro al gioco del tecnico. Già l’anno scorso i Gunners avevano fatto vedere buone cose, ma era mancata la continuità. Chiaramente l’Arsenal dovrà lavorare proprio lì: sulla costanza.
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David Luiz, nuovo acquisto dell'Arsenal in arrivo dal Chelsea

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Il Manchester United invece riparte da una necessaria rivoluzione difensiva, quello che serviva dopo anni di stagnazione e troppi gol subiti: è arrivato il centrale di spessore – Maguire – così come il terzino di livello, con Wan-Bissaka. Restano alcuni buchi, dal bomber da 25 gol al puro regista (la perdita di Ander Herrera non può essere sottovalutata); ma la sensazione da quanto visto in estate è che Solskjær abbia voluto lavorare tanto dal punto di vista fisico, altro aspetto mancato nella scorsa stagione. Ci si aspetta dunque un Manchester United più tonico, più moderno, più grintoso e dove spicca la linea giovane. Davanti, Mata escluso, i Red Devils vanno con Rashford, Lingard e Martial. Potrebbe essere un attacco un po’ corto, ma anche un segnale di rottura rispetto al passato: fiducia oltranza ai ragazzini, che per giunta erano stati artefici del filotto con cui il norvegese lo scorso anno sorprese tutti al suo arrivo. Anche qui però servirà dare continuità alle prestazioni; cosa mancata nel finale poi della passata stagione.
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Juan Mata e Paul Pogba - Manchester United

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Le favorite per l’Europa League

La grande esclusa dal gruppo Champions è senza dubbio il Chelsea. Il blocco sul mercato ha chiaramente influito negativamente sui Blues che si per sé affrontano però l’ennesima rivoluzione tecnica. Se nel passato il giochino della proprietà di cambiare l’allenatore per dare lo scossone all’ambiente ha sempre funzionato, pare difficile lo possa fare di nuovo. Considerando il livello delle avversarie e della Premier Legaue più in generale, non basta mettere in panchina la bandiera per continuare a fare i risultati. Negli ultimi anni per il valore complessivo della rosa il Chelsea ha palesemente sovraperformato. Difficile possa replicare quanto fatto da Sarri e precedenti governi anche il nuovo corso di Lampard, che perso uno da Top5 mondiale – Hazard – si ripresenta con i ragazzini. Mount e Abraham sono certamente due giocatori di talento, così come Pulisic, ultimo colpo messo a segno prima del blocco. Pare però uno stravolgimento di filosofia fin troppo grande per passare via liscio: dai grandi nomi ai giovani del vivaio (che il Chelsea a dirla tutta ha sempre prodotto), pare essere un cambio fin troppo radicale. Senza dimenticare poi che in ruoli chiave – come sugli esterni – ci sono dei buchi.
Sulla carta insomma un Chelsea che lotterà – probabilmente – per un posto in Europa League; dove dovrà comunque guardarsi dalla concorrenza dell’Everton e perché no di nuovo del Wolverhampton. I Toffees restano come al solito un ibrido interessante e davanti si sono rinforzati con Kean e Iwobi; i Wolves invece, al di là dei soliti giri di Mendes, si sono sostanzialmente confermati come una squadra dal buonissimo livello tecnico e dove la differenza la fa un super allenatore come il portoghese Nuno Espirito Santo, autentico valore aggiunto e uomo dietro al miracolo ‘7° posto’ della passata stagione.
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Frank Lampard al Chelsea, inizia l'avventura in panchina. Non sarà facile fare meglio degli illustri predecessori. Anzi...

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Salvezza

Tantissimo rumore l’ha fatto il ritorno di una nobile come l’Aston Villa, che ha speso sul mercato la bellezza di 150 – centocinquanta – milioni di euro. Sono entrati 12 giocatori nuovi e ciò significa di fatto ripartire da zero o quasi. Occhio però all’esaltazione del mercato per il ritorno della nobile decaduta. Ancora caldo infatti è l’esempio del Fulham, quando lo scorso anno i Cottagers stravolsero il mercato con una campagna acquisti oltre i 100 milioni salvo poi ritrovarsi senza chimica e spacciati già a gennaio. Insomma, il buon John Terry, assistente al fianco di Dean Smith, dovrà lavorare per salvarsi. Così come dovranno fare le altre due neopromosse – Norwich e Sheffield United – oltre che il Burnely, che al di là di Sean Dyche resta una squadra modesta (nonostante l’arrivo all’ultimo secondo del geometra del centrocampo del miracolo Leicester Danny Drinkwater). Lì infondo dovrà lottare ancora anche il Brighton, specie dopo la solita incomprensibile scelta di cacciare il povero Chris Hughton, tecnico che evidentemente non gode di grande stampa ma che al di là dei problemi nella seconda parte di stagione aveva salvato le Seagulls. Vediamo se Graham Potter dopo i miracoli svedesi con l’Ostersund riuscirà a replicare quanto alla fine raggiunto da Hughton. Non così scontato, anzi.
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John Terry all'Aston Villa: l'ex capitano del Chelsea è l'assistente coach di Deam Smith, allenatore dei Villans

Credit Foto SID

Le novità

La prima è regolamentare: anche in Premier League è arrivata la VAR. Dopo la sperimentazione in Coppa di Lega della passata stagione, anche il massimo campionato inglese apre alla tecnologia: se ne sentiva la necessità. Tantissimi, specie nelle situazioni di fuorigioco, gli errori della passata stagione.
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VAR, testata in coppa di Lega nella passata stagione fa il suo esordio anche in Premier League

Credit Foto PA Sport

Dal punto di vista dei volti e delle squadre già abbiamo accennato tutto. Frank Lampard torna al Chelsea da tecnico; l’Aston Villa ritorna in Premier League e i cambi di panchina rispetto alla passata stagione sono soltanto altri due oltre a quello dei Blues: il Brighton, citato poco sopra, e il Newcastle. Al St.James’ Park si ripresenta una vecchia conoscenza della Premier League come Steve Bruce. Non sarà semplice sostituire Benitez, specie nel cuore dei tifosi. Bruce proverà a chiedere una mano a un vecchio idolo dei Magpies: Andy Carroll. Il vecchio bomber, svincolato, è tornato al Newcastle all’ultimo giorno di mercato. La sensazione comunque è che col calcio di Bruce, al di là della solita ricerca di solidità, potrebbe essere una stagione complicata anche per il Newcastle. Dal mercato estero invece sono arrivati giocatori interessanti come Rodri, Cancelo, Pepé, Lo Celso, Kean, Tilemans o Haller, ma nessun grande colpo da catalizzare le prime pagine internazionali o come solitamente si dice (abusando) “far sognare i tifosi”.

Le 10 operazioni più importanti della Premier League 2019/20

  • Rodri. Dall'Atletico Madrid al Manchester City per 70 milioni. Il geometra che cercava Guardiola
  • Cancelo. Dalla Juventus al Manchester City per Danilo e 30 milioni. Il terzino di spinta che mancava al City.
  • Maguire. Dal Leicester al Manchester United per 87 milioni. Il difensore con cui i Red Devils sperano di aver risolto i loro problemi.
  • Pépé. Dal Lille all'Arsenal per 80 milioni. L'acquisto più caro della storia dei Gunners.
  • Ndombele. Dal Lione al Tottenahm per 65 milioni. Forsoro e muscoli in mezzo al campo degli Spurs.
  • Lo Celso. Dal Betis al Tottenham per 65 milioni. Qualità e finalmente un'alternativa per far tirare il fiato ad Eriksen.
  • Wan-Bissaka. Dal Crystal Palace al Manchester United per 55 milioni. United che ha finalmente pensionato Valencia.
  • Kean. Dalla Juventus all'Everton per 27,5 milioni. Il bomber che i Toffees sperano di ritorvare dai tempi di Lukaku.
  • Tilemans+Praet. Al Leicester da Monaco e Sampdoria per 45 e 21 milioni. La coppia di centrocampisti per dare qualità al Leicester di Rodgers.
  • Haller. Dall'Eintracht Francofore al West Ham per 40 milioni. Hammers alla caccia di un bomber da più di 20 gol che manca da troppo.

Le stelle del campionato

E così, le stelle del campionato sono da ricercare in chi già era presente in Inghilterra. Da Salah a Mané, da Aubameyang passando per Kane, Aguero, Sterling, Son e Pogba. A citarle tutte si potrebbe scrivere un libro. Forse quella più rappresentativa è di nuovo in Harry Kane, bomber del Tottenham e della nazionale inglese. Il perché è presto detto. Se Manchester City e Liverpool hanno infatti per impianto di gioco più possibilità di mandare in rete più calciatori, gli Spurs sono un po’ più dipendenti dal loro bomber da questo punto di vista. L’uomo sotto i riflettori è dunque ancora Kane, che dopo un finale di stagione sfortunatissimo (è mancato sul più bello e ha giocato la finale di Champions League ombra di se stesso), si ricarica sulle spalle il peso offensivo degli Spurs. Nonostante le tantissime assenze della passata stagione Kane ha trovato il modo di segnare 17 gol, confermandosi punto di riferimento offensivo del Tottenham. Sarà presumibilmente così anche quest’anno; e il lavoro di Son – oltre a quello di talenti come Eriksen e i nuovi arrivate Ndombele e Lo Celso – dovrebbero aiutare l’inglese a tornare il favorito n°1 per la conquistata della classifica dei marcatori. A patto che, finalmente, il fisico giochi dalla sua e la sfortuna smetta di fare la sua parte.
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Harry Kane - Tottenham

Credit Foto Getty Images

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